Questa
ricetta ha partecipato al concorso Asiago CheeSfida 2014 organizzato da Asiago DOP.
Allora,
confesso subito che il nome del piatto si ispira sfacciatamente al meraviglioso
piatto “L’orto nasconde la caccia”
dello Chef Errico Recanati, del Ristorante stellato Andreina.
Nel
mio caso, molto più modestamente, si tratta di paccheri in doppia cottura - prima
cotti in modo classico e poi fritti con una panatura di uovo e pangrattato - al
cui interno albergano la patata lessa, l’Asiago fresco DOP, una piccola
quantità di speck e un poco di erba cipollina, a ricordare appunto le classiche
crocchette di patate.
Ad
accompagnare i paccheri, una finta
maionese, che in realtà è una vellutata di zucca gialla con una punta di
zafferano, e una polvere di speck, a richiamare uno degli ingredienti del
ripieno.
Concludo
dicendovi che i paccheri sono quelli del Pastificio Lagano, un pastificio romano da poco scoperto e immediatamente apprezzato.
Ingredienti
(per 4/6 persone)
Per
i paccheri
- Venti paccheri
- Due etti e mezzo di polpa di patate (vedi dopo)
- Un etto di Asiago fresco DOP
- Venti grammi di speck
- Dieci fili di erba cipollina
- Una punta di noce moscata
- Due uova
- Pangrattato
- Olio per friggere (oliva o arachide)
- Sale e pepe
Per
la finta maionese
- Due etti di zucca gialla
- Due etti di panna liquida
- Una bustina di zafferano
- Un cucchiaino raso di maizena
- Sale e pepe
Per
la polvere di speck
- Quattro fette di speck
Partite lessando le patate, cosa che farete senza buccia e tagliandole in pezzi, visto che per questa preparazione il loro amido non ci serve.
Mettete
quindi le patate in una pentola, copritele con abbondante acqua fredda
leggermente salata e portate sul fuoco, con il coperchio, facendo cuocere fino
a quando le patate non saranno morbide, momento nel quale le scolerete e le
passerete, ancora calde, al passa patate, raccogliendone la polpa in una
ciotola, pesandola alla quantità indicata e facendola poi freddare.
Tanto
che le patate si freddano, preparate la finta
maionese, prendendo la polpa della zucca gialla e tagliandola in pezzi,
giusto per farla cuocere prima.
Mettete
la zucca in un pentolino, salatela leggermente e aggiungete mezzo bicchiere
d’acqua, poi portate sul fuoco, a fiamma minima e con il coperchio, e fate
cuocere fino a quando la zucca non sarà ben morbida, cosa che dovrebbe
richiedere circa una mezz’ora.
Quando
la zucca è pronta, con ancora un poco di fondo di cottura residuo - se questo
si riducesse troppo durante la cottura, unite un altro poco di acqua - spegnete
e, usando il frullatore tradizionale o quello a immersione, riducete il tutto
in crema, lavorando per bene in modo da eliminare ogni residuo solido.
Rimettete
la crema di zucca nel pentolino, dopo averlo sommariamente pulito, unite la
panna fresca e portate nuovamente sul fuoco, sempre con la fiamma al minimo ma
senza coperchio e, dal raggiungimento del bollore, che deve essere
leggerissimo, proseguite per un paio di minuti, girando con una piccola frusta.
Trascorsi
i due minuti, unite la maizena, setacciandola con un colino a maglie fitte, e
lo zafferano, sempre mescolando e proseguendo fino a quando la crema non
comincerà ad addensarsi, raggiungendo una densità simile, appunto, a quella di
una maionese (ricordatevi che la densità aumenterà con il freddarsi del
composto, per cui regolatevi di conseguenza).
Spegnete
e fate freddare a temperatura ambiente, girando di tanto in tanto in modo da
rompere la pellicina che si formerà in superficie.
Dedicatevi
poi alla polvere di speck, prendendo le fette, che devono essere tagliate
piuttosto sottilmente, e mettendole in una teglia nella quale avrete messo un
foglio di carta da forno.
Infornate
a 100° per una mezz’ora, fino a quando le fette non risulteranno ben secche al
tatto, momento in cui le toglierete dal forno e le farete freddare.
Mettete
le fette di speck sul tagliere, copritele con un foglio di carta da forno -
questa operazione serve ad evitare che lo speck cominci a spargersi per tutta
la cucina - e usando un pesta carne o un matterello esercitate una pressione in
modo da frantumare lo speck.
Volendo
potete poi rifinire il tutto togliendo la carta da forno e usando un coltello a
lama grande, con il quale triterete lo
speck come fosse un erbetta.
Prendete
ora l’Asiago fresco e tagliatelo in pezzi molto piccoli, che poi possano
armonizzarsi bene con le patate e lo stesso fate con lo speck, che metterete
sul tagliere e ridurrete in pezzi altrettanto piccoli. Potete sia scegliere di
usare uno speck tagliato spesso, ricavandone dei dadini molto piccoli, oppure
la classiche fette, che ridurrete prima in sottili striscioline e poi in pezzi.
Mi
raccomando, usate una piccola quantità di speck, dato che il suo sapore molto
deciso dovrà essere appena percepibile nel ripieno dei paccheri e non, al
contrario, prevalere su tutti gli altri.
Tornate
alle patate, aggiungendo nella ciotola dove le avete messe l’Asiago e lo speck
e poi, per finire, l’erba cipollina tagliata in piccole rondelline (l’erba cipollina, lo sapete, non va mai tritata, ma sempre tagliata). Mi raccomando, non aggiungete l'Asiago se le patate sono
ancora calde, dato che la temperatura farebbe fondere il formaggio.
Mescolate
per bene, in modo da avere un composto omogeneo, poi regolate di sale e date
una leggera macinata di pepe ed una di noce moscata.
Mettete
l’impasto in frigorifero, in modo che si raffreddi e diventi ben solido, e dedicatevi
alla prima cottura dei paccheri, cuocendoli in acqua a bollore e leggermente
salata e mantenendoli ben al dente, cosa che potrete fare riducendo di un venti
percento il tempo di cottura indicato sulla loro confezione.
Quando
i paccheri sono pronti, scolateli e passateli immediatamente nell’acqua fredda,
in modo da interromperne la cottura, quindi fateli asciugare, disponendoli ben
separati su un tagliere o su un piatto.
Bene,
siamo pronti per il riempimento.
Prendete
un pacchero - mi raccomando, delicatezza - poggiatelo in verticale sul piano di
lavoro e poi, aiutandovi con un cucchiaino, o meglio ancora con le mani, riempitelo
con l’impasto di patate, arrivando fino all’orlo superiore ed esercitando un
minimo di pressione, in modo che l’impasto dia una forma perfettamente
cilindrica al pacchero, che in genere, per effetto della cottura, tende invece
a schiacciarsi, ripetendo il
procedimento fino ad esaurire i paccheri o il loro ripieno.
Fate
in modo che ogni pacchero sia ben riempito, in modo che non rimangano fessure,
nelle quali potrebbe intrufolarsi l'olio durante la frittura.
Sbattete
con cura le uova, salandole leggermente, e poi mettete il pangrattato su un
piatto, ampio abbastanza da poter contenere i paccheri.
Passate
ciascun pacchero nell'uovo e poi rapidamente nel pangrattato, in modo che
questo vi aderisca alla perfezione su tutta la sua superficie, incluse le due
estremità, quelle dove il ripieno è a
vista, poggiando poi i paccheri su di un altro piatto, sul quale avrete
messo un velo di pangrattato.
Prendete
una padella, ampia a sufficienza da contenere i paccheri - se fossero molti,
friggerete in più mandate - e metteteci abbondante olio per friggere, in modo
che questo possa arrivare almeno sino alla metà dei paccheri (quando messi in
orizzontale, ovviamente), cosa che dovrebbe essere garantita da una profondità
dell'olio di almeno un centimetro e mezzo.
Portate
la padella sul fuoco e scaldate l'olio a circa 160°, quindi immergeteci i
paccheri e friggeteli per un paio di muniti, girandoli quando serve e giusto per
il tempo necessario affinché si formi una crosticina dorata.
Man
mano che i paccheri sono pronti, scolateli e metteteli su di un piatto, sul
quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per frittura, senza salarli,
come normalmente si fa per il fritto, dato che sia la pasta che il ripieno sono
già stati salati in precedenza.
Bene,
ce l’abbiamo fatta e non resta che impiattare, disponendo i paccheri nei
rispettivi piatti e accanto a loro un cucchiaio di finta maionese e un cucchiaino di polvere di speck.
Guarnite come meglio credete, portate in tavola e buon
appetito.
so buoni e poi uno tira l'altro!!!Complimenti
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