Questa ricetta si è classificata al primo posto, nella categoria “Semola Kamut”, al Contest "Impastando si impara", organizzato dal Molino Grassi
Sollecitato e solleticato dal tema del concorso, un tema
centrato sull'uso delle splendide farine del Molino Grassi, ho pensato, devo
dire a lungo, ad una ricetta che gli desse il giusto risalto, in particolare
alla semola Kronos che in questo caso è la protagonista.
Senza volermi inventare nulla di nuovo e considerando
l'esperienza che sta dietro alla produzione di farine di qualità, riporto
testualmente le informazioni che ci sono state date dalla bravissima Valentina Venuti:
"Il Kronos, originario dell'Arizona, è oggi
coltivato in Italia in esclusiva dal Molino Grassi, che si è proposto non di
importarlo ma di seminarlo direttamente nel nostro paese e che tramite a
collaborazione con istituti e tecnici qualificati è riuscito a creare
coltivazioni di Kronos in condizioni ambientali diverse dal territorio
d’origine, senza alterarne caratteristiche qualitative ed organolettiche.
Il Kronos E' un grano duro caratterizzato, oltre che dal
sapore e colore giallo carico, da un elevato contenuto proteico (12,14%) e da
una grande tenacità in cottura."
Bene, con questa meraviglia a disposizione, ho deciso di
preparare una "lasagna
scomposta", cioè una lasagna composta direttamente nel piatto -
qualcuno avrebbe potuto chiamarla "lasagna
aperta", ma considerando che mi sfugge il senso di "lasagna chiusa", io ho
preferito per l'altro nome - e preparata usando la semola Kronos, gli albumi
dell'uovo - qui c'è un netto richiamo allo "spagolino",
una preparazione del grande Angelo Troiani, Executive Chef del ristorante "Il Convivio" di Roma -
e una punta di concentrato di pomodoro, in modo da dare alla lasagna un colore
simile a quello della classica pasta all'uovo e un modesto retrogusto acido.
Il condimento, lo ammetto, è molto articolato - qualcuno
direbbe anche troppo - essendo basato su
una finta zuppa di pesce, su delle
verdure croccanti - ho scelto i broccoletti siciliani, le carote e le patate
per avere un cromatismo eterogeneo - sui pomodorini marinati, su un crema di
rape e bottarga e, per finire, su di un crumble
di pane ed erbette fresche, che dona profumo e ulteriore croccantezza, per un
piatto dalle consistenze e dai sapori assai articolati.
La finta zuppa di
pesce altro non è che un assortimento di pesce - io ho usato scorfano,
gallinella, ricciola e scampi - velocemente saltato in padella e sfumato con un
poco di brodo di pesce, alla quale ho poi aggiunto, al momento della
composizione del piatto, una riduzione del brodo stesso stemperato con una
punta di concentrato di pomodoro, appunto a richiamare il colore della classica
zuppa.
La preparazione non è troppo difficile, ma sicuramente
lunghetta, a partire dai pomodorini marinati che andrebbero preparati almeno
con un giorno di anticipo, in modo da lasciargli il tempo di prendere i profumi
e i sapori della marinatura.
Concludo dicendovi che, per quanto riguarda le erbette
per la marinatura dei pomodorini, usate quelle che trovate - oramai nei
supermercati se ne trovano molte - e preferite comunque quelle fresche a quelle
secche, che io ad essere sincero eviterei del tutto.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la pasta
- Due etti e mezzo di semola Kronos
- Un etto di albumi
- Due cucchiai di olio extravergine d'oliva
- Un cucchiaino raso di concentrato di pomodoro
- Quattro cucchiai di acqua
Per la finta zuppa di pesce
- Quattro scampi
- Mezz'etto di polpa di gallinella
- Mezz'etto di polpa di scorfano
- Mezz'etto di polpa di ricciola
- Sale e pepe
Per il brodo di pesce
- Gli scarti dei pesci usati la finta zuppa
- Mezza cipolla
- Qualche pomodorino ciliegino
- Mezza carota
- Un cucchiaino di grani di pepe nero
- Sale grosso
Per la riduzione di brodo di pesce
- Un mestolo e mezzo di brodo di pesce
- Mezzo cucchiaino di concentrato di pomodoro
Per la crema di rape
- Quattro rape bianche
- Un cucchiaino di bottarga di muggine in polvere
- Un ciuffo di finocchietto selvatico (prezzemolo in alternativa)
- Olio extravergine di oliva
Per i pomodorini marinati
- Dodici pomodori datterino
- Due foglie di basilico
- Una foglia di erba cedrina
- Un piccolo rametto di maggiorana
- Un piccolo rametto di origano fresco
- Uno spicchio d'aglio
- Una decina di grani di pepe nero
- Olio extravergine d'oliva
Per il crumble
di pane
- Tre fette di pane casareccio
- Un bel ciuffo di prezzemolo
- Olio extravergine di oliva
Partite senza dubbio con i pomodorini, che come detto
dovranno marinare per almeno dodici ore, meglio ancora se per un giorno intero.
Prendete quindi un pentolino, riempitelo di acqua e
portatelo sul fuoco, poi, quando l'acqua è quasi a bollore, tuffateci i
pomodorini e lasciateli per circa un minuto in modo da facilitare il distacco
della loro buccia, quindi scolateli con un mestolo bucato e passateli in acqua
fredda.
Eliminate la buccia dai pomodorini, che vedrete verrà via
con estrema facilità, poi asciugateli con un foglio di carta da cucina.
Sbucciate l'aglio e tritatelo finemente, poi spezzettate
con le mani le foglie di basilico fresco e quella di erba cedrina e mettete
entrambi in una tazza o in una ciotolina, scegliendola di dimensioni tale che i
pomodorini siano ben vicini l'uno all'altro, senza spreco di spazio e
possibilmente su di un solo strato.
Aggiungete i rametti di origano e maggiorana, quindi i
pomodorini e copriteli a filo con olio extravergine, poi sigillate con un
foglio di pellicola trasparente e mettete il tutto in luogo fresco.
Dedicatevi ad altro oppure fatevi un sonnellino e poi,
trascorso il tempo che deve trascorrere, procedete con la preparazione degli
altri ingredienti, partendo con la preparazione del brodo di pesce.
Prendete i pesci che avete scelto di usare e, se non
foste riusciti ad impietosire il pescivendolo facendo fare a lui l'operazione,
sfilettateli, cosa che farete usando un coltello con la lama flessibile e ben
affilata, possibilmente specifico per lo sfilettamento.
Partendo dalla coda di ciascun pesce, incidete
trasversalmente fino ad arrivare alla lisca centrale, poi ruotate il coltello,
in modo che la parte piatta della lama rimanga ben a contatto con la lisca,
tagliate per tutta la lunghezza, fino ad uscire dalla parte della testa. Girate
il pesce e ripetete per l'altro lato, tutto sommato più facile a farsi che a
dirsi.
Altro modo, più di precisione, è quello di usare un
coltellino molto affilato e incidere il pesce nella sua parte superiore,
tenendo la lama a contatto con la lisca centrale e procedere con piccoli tagli
verso l’interno del pesce, fino a separare i filetti. Per capire meglio, potete
guardarvi questo video
di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Usando poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche
per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte centrale
dei filetti e poi, sempre usando un coltello affilato, rifilateli, rimuovendo
la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole,
sia alla vista che al gusto.
Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella
vicino alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete i filetti in frigorifero, pesandoli alla quantità
indicata e utilizzando quella in avanzo per fare altro, poi pulite anche gli
scampi, estraendone il corpo - il modo migliore è quello di recidere, usando le
forbici, i filetti che chiudono inferiormente il carapace e poi
aprirlo facendo leva sulle due
estremità - e rimuovendo il filamento intestinale.
Mettete in frigorifero anche la polpa degli scampi e
riunite tutti gli scarti, lische, teste e carapaci, in una pentola e copriteli
con un litro e mezzo di acqua fredda, poi aggiungete la carota, la cipolla, i
pomodorini e i grani di pepe e portate sul fuoco.
Portate a bollore leggero e fate andare fino a quando il
liquido non si sarà ridotto almeno della metà, in modo da ottenere un brodo ben
concentrato, quasi gelatinoso quando freddo, che salerete solo verso la fine
della cottura, in modo da equilibrare la sapidità naturale del pesce che avete
utilizzato.
Fate la prima mezz’ora della cottura con il coperchio,
poi toglietelo in modo da facilitare la riduzione del brodo e, quando è pronto,
spegnete la fiamma e fatelo freddare a temperatura ambiente.
Visto che ci siete, poi, preparate anche la riduzione di
brodo, mettendone in un pentolino un mestolo e mezzo, aggiungendo mezzo cucchiaino
di concentrato di pomodoro e portando nuovamente sul fuoco, a fiamma minima e
senza coperchio.
Fate andare dolcemente fino a quando il tutto non si sarà
piuttosto ristretto, lasciandovi un liquido denso e quasi cremoso, momento nel
quale spegnerete la fiamma.
Preparate poi la crema di rape - ovviamente potete farlo
parallelamente alla cottura del brodo - pelandole in modo da togliere lo strato
più esterno ed esporre la polpa interna, bianchissima.
Portate a bollore un litro di acqua, salata solo leggermente
- la bottarga, che aggiungerete poi, ha una sua sapidità naturale - e quando è
a bollore tuffateci le rape, che avrete prima tagliato grossolanamente in
pezzi.
Tanto che le rape bollono, prendete un piccolo padellino,
metteteci due cucchiai di olio extravergine, il rametto di finocchietto
selvatico, o i gambi del prezzemolo, e portatelo sul fuoco, a fiamma bassa.
Portate l'olio a temperatura e fate sfrigolare per un paio di minuti l'erbetta, poi toglietela,
spegnete la fiamma e unite la bottarga, che non deve cuocersi ma solo donare i
suoi profumi all'olio.
Tornate alle rape e, quando sono ben morbide, scolatele
con un mestolo bucato e mettetele direttamente nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione che sia.
Aggiungete mezzo mestolo dell'acqua di cottura delle
rape, una macinata di pepe e l'olio con la bottarga, poi fate andare il
frullatore alla massima velocità, riducendo il tutto in crema e lavorando con
cura in modo da eliminare ogni residuo solido.
Se usate il frullatore ad immersione, fatelo lavorare in
parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa
che gli donerà una consistenza spumosa e piacevole.
Usate l'acqua di cottura per regolare la densità finale,
che dovrà essere simile a quella di un passato di verdura piuttosto denso, poi
regolate di sale e mettete da parte. Volendo, per essere assolutamente sicuri
di una fluidità perfetta, potete anche setacciare la crema di rape usando una chinoise o un colino a maglie fitte.
Ora è il momento del crumble
di pane, mettendo la mollica nel mixer - scegliete un pane casareccio che ne
abbia una ben compatta - aggiungendo il prezzemolo e facendo poi andare alla
massima velocità, fino a quando la mollica non si sarà ridotta in piccole
briciole e avrà assunto una tonalità verde chiaro per effetto della presenza
del prezzemolo.
Prendete un padellino, meglio se anti-aderente, metteteci
due cucchiai d'olio extravergine, portatelo sul fuoco, a fiamma media, e quando
l'olio è ben caldo, unite la mollica di pane, facendola saltare e girandola, in
modo che tutte le briciole possano sentire il calore in modo uniforme.
Quando la mollica avrà preso un bel colore dorato scuro,
prendetela con un mestolo bucato e travasatela su un piatto, sul quale avrete
messo qualche foglio di carta da cucina, in modo che l'olio in eccesso possa
essere assorbito.
Dopo il crumble
- non disperate, non manca molto - dedicatevi alle verdure croccanti,
pulendole, sbucciandole e tagliando carote e patate in piccoli dadini - se
volete darvi delle arie dite che ne avete fatto una brunoise - mentre dal broccolo siciliano ricaverete solo le
cimette, dividendole in modo che ciascuna sia molto piccola.
Portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e,
in attesa che ciò avvenga, prendete per una ciotola bella grande e riempietela
con acqua freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete,
mettendo la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Quando l'acqua bolle, cuocete separatamente le verdure,
immergendole di volta in volta nell'acqua e lasciandole bollire vivacemente per
qualche minuto - il tempo dipenderà da ciascuna verdura e da come l'avete
effettivamente tagliata - ricordandovi che le verdure dovranno essere croccanti e non sfatte.
Quando una verdura è pronta, prendetela con un mestolo
bucato e passatela nell'acqua ghiacciata, in modo da interromperne la cottura e
fissarne il colore, poi scolatela e
fatele asciugare in corrente d'aria, ripetendo poi per tutte le verdure (potete
usare sempre la stessa acqua, lasciando i broccoli per ultimi).
Se preferite, o se il clima è tale da rendere difficile
l'asciugatura delle verdure, potente anche metterle per una mezz'ora in forno
alla temperatura di 60°, in modo da velocizzare l'evaporazione della loro
umidità residua.
Bene, con tutti gli ingredienti per il condimento pronti
e in attesa, non resta che dedicarsi alla preparazione della pasta, che comunque
dovrà riposarsi in ogni passaggio tra le diverse fasi della preparazione, in
modo da ridurre l'umidità dell'impasto, cosa che vi consentirà di evitare
l'aggiunta di semola durante la lavorazione, aggiunta che renderebbe il
risultato finale non ottimale.
Per prima cosa ricavate gli albumi, pesandoli alla
quantità indicata, sbattendoli per circa un minuto in modo da romperne i legami
interni e facendo in modo che non siano a temperatura da frigorifero ma
possibilmente sui 30°, cosa che potrete ottenere immergendo per qualche minuto
la ciotola nella quale li avete raccolti nell'acqua calda (va benissimo quella
del rubinetto).
Se avete l’impastatrice, metteteci la semola, gli albumi,
l’acqua, il concentrato di pomodoro e l'olio extravergine, poi fate andare per
circa sei minuti, fino a quando si sarà formata la classica palla, che
toglierete e impasterete a mano ancora per un minuto.
Se non avete l’impastatrice o se, per qualche motivo, vi
piace sentire la fatica sugli avambracci, fate la classica fontana sul tavolo,
versateci al centro gli albumi, l’acqua, il concentrato e l'olio e poi impastate.
Tenete presente che l'impasto ottenuto sarà abbastanza
morbido ed elastico.
Avvolgete la palla nella pellicola trasparente, poi
mettetela in luogo fresco e fatela riposare per una mezz'ora, poi
riprendetela e stendetela a circa due millimetri di spessore, cosa che potrete
fare con la macchina, se l'avete, o a mano, cosa che sarà più faticosa data
l'elasticità naturale dell'impasto.
Usando una rotellina taglia pasta o un coltellino,
ricavate dalla pasta le singole lasagne, cercando di farle di dimensioni non
troppo regolari e non tutte uguali, in modo da accentuare il carattere scomposto della lasagna. Per capirci, i
pezzi che ricaverete dovranno somigliare più a dei rombi che a quadrati o
rettangoli perfetti.
Calcolate due fogli di pasta per ciascuna porzione,
sicuramente una quantità minore rispetto alla lasagna classica, che però è più
che sufficiente per questo tipo di preparazione, dato che un'altezza maggiore
renderebbe decisamente instabile il tutto.
Mettete le lasagne, ben separate tra loro, su di un pezzo
di carta da forno e, se avete dato modo all'impasto di riposarsi nella diverse
fasi, vedrete che non servirà aggiungere altra semola per non farle attaccare.
Portate a bollore abbondante acqua, leggermente salata,
usando una pentola ben grande, in modo che le lasagne, che dovrete cuocere
tutte insieme vista la natura della preparazione, abbiano la possibilità di
cuocersi senza essere troppo ammassate tra loro.
Tanto che l'acqua raggiunge il bollore, riprendete i
filetti di pesce dal frigorifero e tagliateli a dadini - lasciate pure la pelle
al suo posto, che aggiungerà una nota di colore e vi consentirà di apprezzare
le diverse varietà che avete usato - mentre gli scampi gli taglierete
trasversalmente in pezzi, ottenendo quindi dei rettangolini più che dei dadini.
Prendete una padella, ancora una volta meglio se
anti-aderente, metteteci quattro cucchiai di olio extravergine e portatela sul
fuoco, a fiamma media e, quando l'olio è caldo, ma non bollente, unite il pesce
e fatelo saltare per una trentina di secondi, poi sfumate con un mestolo di
brodo di pesce, salate, pepate leggermente e fate andare fino a quando il brodo
non sarà quasi del tutto evaporato, tenendo comunque a mente che il pesce non
dovrebbe cuocere per più di due o tre minuti, pena diventare gommoso.
Quando il pesce è pronto, spegnete e tenetelo al
calduccio, con il coperchio e, sempre in attesa del bollore dell'acqua,
scaldate anche la riduzione di brodo e la crema di rape, senza che siano però
bollenti.
Le verdure, sempre per averle alla giusta temperatura,
potete metterle in forno, sempre a 60°, mentre il crumble, che userete a freddo, va bene così com'è.
I pomodorini, infine, toglieteli dal loro olio e fateli
scolare per eliminarne l'eccesso.
Tornate all'acqua e, quando è a bollore, tuffateci le
lasagne, facendole cuocere a bollore vivace per circa tre minuti - il tempo
dipenderà ovviamente dal reale spessore al quale le avrete stese - e, quando manca circa un minuto alla fine
della cottura, distribuite un mestolo scarso di crema di rape in ciascun piatto,
distribuendola in modo uniforme dando qualche colpetto sul fondo dei piatti o
ruotandoli.
Quando le lasagne sono pronte - mi raccomando, dovrete
essere veloci ed efficienti, dato che più ci metterete e più le lasagne si
fredderanno - scolatele e mettetele nuovamente su di un pezzo di carta da forno
e poi procedete direttamente con l'impiattamento.
Disponete una foglio di pasta in ciascun piatto e
distribuiteci sopra un poco di pesce e qualche verdura, alternando gli
ingredienti in modo da distribuire bene i colori.
Fate colare sopra un cucchiaino di riduzione di brodo e
un pizzico di crumble, poi mettete un
altro foglio di pasta e nuovamente gli ingredienti del condimento, questa volta
in dosi leggermente maggiori, soprattutto quella della riduzione di brodo.
Distribuite i pomodorini marinati, mettendoli lungo i
bordi della lasagna, guarnite come meglio credete e, finalmente, portate in
tavola.
Buon appetito.
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