Causa
una interessantissima e recente lezione sul Riso Acquerello, organizzata da Excellence Magazine, ,
ho avuto un ritorno di fiamma per i risotti, per cui dopo aver preparato
questo, eccomi di nuovo a voi.
Questa
volta un riso ai carciofi - ovviamente i “cimaroli”,
che per un romano sono i soli e unici - e squacquerone, un formaggio
non così diffuso come dovrebbe e che, nello specifico, dona al risotto una
cremosità quasi eccessiva.
Mantecatura
finale con burro - poco, vista la presenza dello squacquerone - e parmigiano
reggiano al quale ho unito la menta romana finemente tritata, che per un romano
è praticamente un obbligo quando ci sono i carciofi.
Vista
la semplicità della preparazione, ho posto particolare attenzione alla qualità
dei singoli ingredienti, usando il Riso Acquerello invecchiato sette anni (Acquerello usa solo riso della varietà Carnaroli) e il parmigiano
reggiano invecchiato 24 mesi del Caseificio Coduro (eletto miglior parmigiano nel 2012).
Come
vino, usato durante la tostatura e che rappresenta la componente acida del
risotto, mi sono orientato sulle bollicine,
usando un Franciacorta, poi usato anche per accompagnare il piatto in tavola.
Per
il resto preparazione classica, con le solite accortezze necessarie per fare un
risotto a regola d'arte.
Ingredienti
(per 4 persone)
- Tre etti di riso Carnaroli
- Un litro e mezzo di brodo vegetale leggero (carota, sedano e cipolla)
- Tre carciofi romaneschi
- Un etto e mezzo di squacquerone
- Una trentina di foglioline di menta romana
- Trenta grammi di parmigiano reggiano
- Trenta grammi di burro (per la cottura)
- Venti grammi di burro (per la mantecatura)
- Mezzo bicchiere di Franciacorta
- Una piccola cipolla
- sale e pepe
Per
prima cosa preparate il brodo vegetale, che per un risotto consiglio di fare
piuttosto leggero, per cui mettete le verdure, pulite e lavate, in una pentola,
riempite poi con acqua fredda - tenete conto della parziale evaporazione
dell'acqua, per cui usatene due litri abbondanti - salate e portate sul fuoco,
facendo cuocere per circa un'ora da quando l'acqua prende il bollore.
Valutate
con cura la sapidità del bordo, ricordando che idealmente questo dovrebbe avere
un livello di salinità tale da consentirvi di non aggiungere altro sale durante
la cottura del riso.
Quando
il brodo è pronto, filtratelo e tenetelo a bollore leggerissimo, in modo che
sia alla giusta temperatura quando lo userete per la cottura del riso.
Prendete
poi i carciofi, che pulirete secondo la liturgia, ne eliminerete completamente il gambo, con il
quale potete farci qualche altra cosa, e poi taglierete, prima a metà,
eliminando la barba interna, e poi a
fettine sottili, avendo cura di usare solamente le foglie ed eliminando invece
la parte dura alla loro base, che potrete usare, di nuovo, secondo la vostra
fantasia per altre ricette.
Se
volete, tenete qualche foglia esterna da parte e anche un po’ di lamelle, che potrete friggere in olio
bollente, giusto per un paio di minuti, e usarle come decorazione del piatto.
Prendete
rapidamente una padella - più passa il tempo, più i carciofi tenderanno ad
annerirsi - metteteci sei cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco
e, quando l’olio è caldo, unite i carciofi tagliati, fateli saltare per qualche
minuto, poi bagnate con un bicchiere d’acqua, abbassate la fiamma, coprite con
il coperchio e fate cuocere per circa quindici minuti, fino a quando i carciofi
si saranno ammorbiditi, tenendo comunque conto che poi questi continueranno a
cuocere quando li unirete al riso.
Negli
ultimi minuti, togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate evaporare
l’eventuale acqua rimasta, in modo che il fondo rimanente sia piuttosto asciutto, quindi spegnete e tenete da
parte.
Tritate
finemente le foglioline di menta romana e unitele al parmigiano, dando una
veloce mescolata.
Procedete
ora con la preparazione vera e propria del risotto, pulendo e tritando molto
finemente la cipolla e mettendola poi in una casseruola, meglio se bassa e
larga, insieme al burro.
Regolate
la fiamma al minimo possibile - se avete una retina spargi fiamma, usatela - e
fate appassire la cipolla, anzi sudare,
in modo che possa ammorbidirsi ma senza prendere colore e, cosa più importante,
senza che il burro si scurisca. Tenete presente che ci vorranno circa una decina
di minuti.
Quando
la cipolla è quasi sfatta, unite il riso, alzate la fiamma e fatelo tostare per qualche minuto, girando
continuamente, in modo che possa assorbire la componente grassa, quindi unite
il vino - mi raccomando che questo sia quantomeno a temperatura ambiente, se
non caldo - e fatelo sfumare, ma non del tutto (il suo sapore si deve poter
percepire).
Cominciate
ad aggiungere il brodo, inizialmente in quantità maggiore e poi sempre più
misurata, in modo da evitare di ritrovarvi con un risotto cotto al punto giusto
ma ahimè troppo brodoso.
Continuate
la cottura del risotto, girando con una certa regolarità e aggiungendo il brodo
solo quando necessario e, quando valutate manchino circa cinque minuti alla
fine della cottura, unite i carciofi e lo squacquerone, mescolando fino a che questo non si
sia completamente sciolto.
Continuate
la cottura, sempre mescolando, tenendo presente che per la densità finale del
risotto vale la solita regola e cioè il vostro gusto, potendo scegliere se
mantenerlo all'onda oppure più denso.
Verso
fine cottura assaggiate il riso per valutarne la sapidità e nel caso regolatela.
Quando
il riso è cotto, spegnete la fiamma e unite il burro, che deve essere a
temperatura da frigorifero, e il parmigiano reggiano con la menta romana, mantecando
il tutto usando un cucchiaio di legno.
Coprite
con il coperchio e fate riposare un paio di minuti, quindi impiattate,
distribuendo ancora un poco di parmigiano su ciascuna porzione e, se avete
deciso di farlo, guarnendo con le foglie e le lamelle carciofo che avete fritto.
Nessun commento:
Posta un commento