Premio (vabbè, non era proprio un premio, diciamo più una menzione) "Tecnica, eleganza e semplicità" al Contest "Un mondo di benessere", organizzato da "La Cuocherellona"
Ne prendo serenamente atto: chi guardasse alla mia stazza
e alla mia forma fisica (ricordo comunque a tutti che la "sfera" è in
natura la forma perfetta) tutto potrebbe concludere tranne che io abbia un'idea
di benessere e che di tale idea ne sia un praticante o addirittura un
discepolo.
Diciamo che non è proprio così e che ne ho invece un'idea
molto personale, che passa prevalentemente per una concezione della cucina che
rispetti gli alimenti e la loro stagionalità, che non li mortifichi con cotture
dissennate né con condimenti soffocanti.
In fondo sapete come si dice: "noi siamo ciò che mangiamo" (vabbè, lo dico io, ma che importa) e non "noi siamo ciò che inutilmente
fatichiamo per ottenere qualche muscoletto qua e là", per cui tutto
parte dal cibo. Punto.
Quindi, tonando a bomba (ndr - da "cicciabomba", altro termine che adoro), una cucina per
certi versi minimalista, certo non nelle porzioni, quanto piuttosto nella
semplicità dei piatti, secondo il principio che la bellezza di un quadro non si
giudica da quanti colori il pittore ha utilizzato.
Per il concorso, allora, ho pensato ad un connubio
mare-terra, peraltro ricorrente nella mia cucina, preparando una sorta di pasta fujuta, per dirla alla napoletana,
visto che l'impiattamento ricorda appunto quello di una piatto di spaghetti,
dove questi però non sono tali se non nella forma alla quale sono tagliati i
calamari.
Calamari e zucchine romanesche, quindi, entrambi cotti sottovuoto
a bassa temperatura (68°), rispettivamente per venti e trenta minuti ed
entrambi tagliati alla julienne prima
di metterli nei rispettivi sacchetti.
Delle zucchine ho usato solo la buccia, in modo da avere un colore vivo nel piatto, mentre parte
del calamaro, tentacoli e parte delle interiora, l'ho usata per profumare
l'olio di condimento, aggiungendo anche qualche foglia di erba cedrina, usata
anche nel sottovuoto con il quale ho cotto l'amico cefalopode.
Completa il tutto un poco di pane carasau, con il doppio
ruolo di elemento croccante e di guarnizione, per un piatto direi essenziale, con pochissimi ingredienti e
con ovvia attenzione alla qualità delle materie prime.
Concludo dicendovi che sarebbe meglio prendere calamari
piccoli piuttosto che uno più grosso, che vi darebbe una julienne troppo spessa e sbilanciata
rispetto a quella fatta con le zucchine.
Ingredienti (per 4 persone)
- Due calamari da circa due etti e mezzo ciascuno
- Quattro zucchine romanesche
- Dieci foglie di erba cedrina (scorza di un limone se non la trovate)
- Uno spicchio d'aglio
- Olio extravergine d'oliva
- Sale marino e pepe bianco
- Pane carasau
Partite con la preparazione dei sacchetti per la cottura
sottovuoto, che naturalmente saranno separati per i calamari e per le zucchine,
dato che i loro tempi di cottura saranno differenti.
Tanto per scegliere, partite con i calamari, pulendoli,
eliminandone la pelle, aprendone il corpo e staccandone le alette. Tenete
presente, come detto nell'introduzione, che per questa preparazione i
tentacoli, le alette e parte delle interiora le userete per aromatizzare l'olio.
Dividete in due il corpo nel verso della lunghezza,
asciugatelo con qualche foglio di carta da cucina e poi, usando un coltello ben affilato, tagliatelo alla julienne,
che dovrà essere regolare e piuttosto sottile, appunto a ricordare i classici
formati della pasta lunga (in particolare i tonnarelli).
Mettete la julienne
di calamari nel sacchetto per il sottovuoto, aggiungendo anche la metà delle
foglie di erba cedrina (o della scorza di limone), che cercherete di
distribuire in modo omogeneo all'interno del sacchetto.
Fate il sottovuoto, seguendo le istruzioni della vostra macchina,
verificando naturalmente che i sacchetti che usate siano resistenti al calore
e, quindi, adatti alla cottura.
In modo molto simile procedete poi con le zucchine, dalle
quali dovrete ricavare solo la buccia, avendo cura che questa abbia uno
spessore simile a quello del corpo del calamaro (quindi, per capirci, la buccia
più uno o due millimetri della polpa sottostante).
Analogamente a quanto fatto per il calamaro, tagliate la
buccia delle zucchine alla julienne e
poi mettete anch'esse in un altro sacchetto per il sottovuoto, questa volta
senza aggiungere nulla, tantomeno il sale che farebbe rilasciare i liquidi
durante la cottura, e procedete con la sua sigillatura.
Portate l'acqua alla temperatura di 68° e poi immergete per
primo il sacchetto con le zucchine e, dopo dieci minuti, quello con i calamari,
proseguendo poi per altri venti minuti, in modo da rispettare i tempi di
cottura che vi ho anticipato nell'introduzione.
In attesa della cottura di calamaro e zucchine preparate
l'olio aromatizzato, prendendo un piccolo pentolino, mettendoci sei cucchiai di
olio extravergine di oliva, lo spicchio d'aglio sbucciato e diviso a metà, le
rimanenti foglie di erba cedrina (o, ancora una volta, la rimanente scorza di
limone) e le parti del calamaro che avete scartato, inclusa parte delle
interiora e, nel caso ci fossero, anche le uova.
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma minima e senza
coperchio, facendo andare fino a quando l'aglio non si sarà dorato, momento nel
quale spegnerete la fiamma facendo intiepidire l'olio con tutti i suoi aromi.
Tornate alla cottura sottovuoto e, trascorso il tempo,
tirate fuori i sacchetti, apriteli, e fate colar via i liquidi rilasciati
durante la cottura. Estraete calamari e zucchine dalle rispettive buste e
asciugate entrambi usando qualche foglio di carta da cucina, quindi
raccoglieteli in una ciotola.
Usando un colino a maglie fitte filtrate l'olio aromatizzato, facendolo colare direttamente
nella ciotola dove avete messo i calamari e le zucchine, aggiungendo poi la
giusta quantità di sale marino, meglio se macinato al momento, ed una leggere
macinata di pepe, mescolando infine con cura in modo da armonizzare il tutto.
Bene, non resta che impiattare, mettendo per prima cosa un
foglio di pane carasau sul fondo di
ciascun piatto e, sopra di esso, distribuendo la julienne di calamari e zucchine, che potrete disporre esattamente
come normalmente si fa con i formati lunghi di pasta, aiutandovi con un mestolo
in modo da ottenere la classica forma a
nido.
Date un giro di olio extravergine su ciascun piatto, poi
guarnite come più vi piace e portate in tavola
Fatico a trovare le parole, Andrea. Sai la stima che ho per te, non la nascondo mai, a costo di sembrare una stalker :D Con questo piatto non solo mi conquisti per la scelta di due tra i miei ingredienti preferiti, ma dai anche vita ad un piatto che era nel mio immaginario da tanto tempo (non ci crederai, ma è realmente così). Ovviamente la tua classe e la tua bravura hanno reso tutto decisamente perfetto.
RispondiEliminaSono commossa, lo sono davvero, perché spesso credo di non meritare tanto. Ma ti ringrazio di cuore per avermi dedicato del tempo, proprio in un periodo carico di impegni e stress da competizione ^_^
La mia stima continua a crescere e il merito è tutto, assolutamente, tuo.
Grazie di cuore, mi hai reso felice.
Erica, così mi fai commuovere, sul serio... :-)
EliminaCredimi, io lo sono e non ti dirò mai grazie a sufficienza.
Eliminanella sua semplicità è un capolavoro. Complimenti Andrea.
RispondiEliminaGrazie Peppe :-)
EliminaChe bella questa ricetta Andrea :) Il mio babbo natale mi ha regalato la macchina per la cottura sous vid, che in questi giorni sto testando in vari modi. Penso che proverò questa unione spettacolare tra calamari e zucchine romanesche e...ti farò sapere.
RispondiEliminaA presto ;)
Ciao Monica, poi fammi sapere :-)
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