Dopo la prima ricetta, ecco la seconda, preparata nella veste di testimonial del Pecorino Sardo DOP, che peraltro proporrò in due piccole variazioni, tanto per
condividere con voi il percorso di sperimentazione
che sta dietro ad ogni preparazione.
Avendo in precedenza preparato un antipasto, non potevo
non proseguire con un primo e, nello specifico, dei ravioli preparati con un impasto
a base di semola di grano duro e farina di tipo "0" - come sempre ho
usato le magnifiche farine del Mulino Marino - e albume, in modo da avere un impasto che profumasse d'uovo, ma fosse al contempo più leggero, con un sapore
meno deciso, in modo da esaltare quello del ripieno.
Il ripieno, allora, fatto con pere e pecorino sardo dolce DOP - mi raccomando, se avete amici contadini, non diteglielo - e profumato con noce moscata, anice stellato e semi di coriandolo.
Ho poi accompagnato i ravioli con un pesto di nocciole e
menta romana - prosegue quindi il connubio tra Lazio e Sardegna, inaugurato
nella prima ricetta - e con una eterea schiuma
di pomodoro, preparata solo con pomodoro fresco e un pizzico di sale, più il
classico uso della lecitina di soia per realizzare, appunto, la schiuma.
Condimento minimale, con un velo di burro aromatizzato
con ginepro e timo, usato solamente per spennellare
i ravioli, e poco parmigiano reggiano.
Concludo dicendovi che, come per tutti ravioli con
ripieno molto morbido, saranno indispensabili degli stampi in silicone a cupola, che vi consentiranno di dar forma al ripieno e raffreddarlo in modo da portarlo allo stato
solido, necessario per poterci poi comporre i ravioli.
Altrettanto fondamentale, poi, un discreto assortimento
di stampi circolari, utili per dare la forma ai ravioli e un mortaio per la
preparazione del pesto di nocciole e menta romana.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta
- Due etti di semola di grano duro rimacinata
- Cinquanta grammi di farina "0"
- Un etto di albume
- Quattro cucchiai di olio extravergine d'oliva
- Due cucchiai di acqua
Per il ripieno
- Due etti e mezzo di polpa di pere
- Un etto e venticinque di pecorino sardo dolce DOP
- Un fiore di anice stellato
- Un pizzico di noce moscata
- Semi di coriandolo
- Gelatina alimentare (vedi dopo)
Per il pesto di nocciole e menta romana
- Un etto di nocciole pelate
- Venti foglie di menta romana
- Quattro cucchiaini di parmigiano reggiano
- Otto cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale
Per la schiuma
di pomodoro
- Due etti di pomodori rossi e maturi
- Due cucchiaini di lecitina di soia in polvere
- Sale
Per il condimento
- Cinquanta grammi di burro
- Dieci bacche di ginepro
- Due rametti di timo fresco
- Due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
Direi di partire con il pesto, che potrete preparare
anche con un certo anticipo, volendo anche il giorno prima.
Mettete quindi le nocciole e le foglioline di menta
romana nel mortaio e cominciate a pestarle
fino a quando le nocciole non si saranno ridotte in piccoli pezzi, quasi a
formale una sorta di granella. Al tempo stesso, anche le foglioline di menta
dovranno essersi completamente sfatte,
in modo che se ne percepisca il sapore ma senza ritrovarsi con pezzi di foglie
tra i denti.
Aggiungete l'olio extravergine, un pizzico di sale e
continuate a lavorare con il mortaio, in modo da amalgamare il tutto e poi,
quando valutate che il pesto è oramai pronto, aggiungete il parmigiano
grattugiato, lavorando ancora per un minuto.
Al di là della quantità indicata, valutate anche ad
occhio se sia o meno il caso di aggiungere altro olio, ricordando che la
consistenza del pesto dovrà essere piuttosto densa, con l'olio che ha il solo
scopo di fungere da legante.
Quando il pesto è pronto, raccoglietelo in una ciotolina
o in un barattolo e tenetelo da parte, in luogo fresco o in frigorifero nel
caso l'abbiate preparato per il giorno dopo.
Ora dedicatevi alla preparazione del ripieno, che come vi
dicevo andrà raffreddato in modo da
poterlo poi gestire per farne il ripieno dei ravioli.
Sbucciate le pere ed eliminate semi e torsolo, poi
tagliate la polpa in pezzi, pesatela alla quantità indicata e mettetela in un
pentolino, insieme a mezzo bicchiere d'acqua e al fiore di anice stellata.
Portate sul fuoco, a fiamma bassa e con il coperchio,
facendo cuocere fino a quando la polpa non sarà diventata molto morbida e il
fondo non sarà quasi del tutto evaporato. Ci dovrebbe volere circa una
mezz'ora.
Nell'attesa della cottura della pera, prendete il
pecorino sardo dolce e, usando un coltello a lama grande e ben affilata, riducetelo in pezzi molto piccoli - data la
consistenza del formaggio, non potrete ovviamente grattugiarlo - quasi doveste
farne un battuto.
Quando la pera è pronta, eliminate l'anice stellata e,
usando il frullatore, tradizionale o quello a immersione,
frullatela alla massima velocità, fino ad ottenere un composto fluido, quasi
cremoso, senza più traccia di residui solidi.
Prendete la gelatina alimentare nella quantità corretta
per la quantità di ripieno che state preparando, - tra pera e formaggio,
dovreste avere circa 375 grammi - e fatela ammorbidire in acqua fredda.
Unite il formaggio nel pentolino con la pera appena
frullata e riportatelo sul fuoco, a fiamma bassissima, aggiungendo un pizzico
di noce moscata, uno di sale e una leggera macinata di semi di coriandolo e
facendo andare fino a quando il formaggio non si sarà del tutto sciolto,
dandovi un composto molto cremoso e filante.
Ricordatevi che il formaggio non deve mai sciogliersi a
temperature elevate, cosa che causerebbe la separazione tra la sua parte grassa
e quella proteica, causando la formazione di grumi. Come regola generale, la temperatura
dovrebbe rimanere nell’intervallo compreso tra 55° e 60°.
Non appena il formaggio si è sciolto, strizzate la
gelatina messa in acqua fredda e unitela nel pentolino, girando con continuità
fino a quando questa non si sarà perfettamente unita agli altri ingredienti.
Togliete il pentolino dal fuoco e cominciate a versare
delicatamente il composto negli stampi in silicone - il composto tenderà a filare
per la presenza del formaggio, rendendo un po' complicata l'operazione, ma se
usate un cucchiaino e un poco di pazienza, vedrete che alla fine procederete
spediti - facendo poi freddare a temperatura ambiente..
Quando il composto si sarà freddato e in parte rappreso,
mettete gli stampi nel frigorifero e lasciateceli fin tanto che preparerete i
ravioli.
Una alternativa all'uso della gelatina alimentare è
quella di non aggiungere nulla e usare il freezer invece del frigorifero per
far indurire il ripieno. In questo
caso la presenza del pecorino mi ha fatto preferire la gelatina, visto che
congelare il formaggio non è che sia il massimo.
Preparate ora la pasta e, se avete l’impastatrice,
metteteci la semola, la farina, gli albumi, che sbatterete leggermente, l’acqua
e l'olio extravergine, poi fate andare per circa sei minuti, fino a quando si
sarà formata la classica palla, che toglierete e impasterete a mano ancora per
un minuto.
Se non avete l’impastatrice o se, per qualche motivo, vi
piace sentire la fatica sugli avambracci, fate la classica fontana sul tavolo,
versateci al centro albume, olio e acqua e poi impastate.
In ogni caso, tenete presente che l’impasto dovrà essere
elastico e di una certa consistenza, cosa che renderà faticosa la sua
lavorazione, sia che la facciate a mano che con l’impastatrice
- e così deve essere - per cui resistete alla tentazione di aggiungere altra
acqua.
Avvolgete la palla nella pellicola trasparente, poi
mettetela in luogo fresco e fatela riposare per almeno una mezz'ora - la
presenza del solo albume rende possibile ridurre il periodo di riposo - procedendo poi alla fase
successiva.
Tanto che la pasta riposa, valutata la consistenza
raggiunta dal ripieno e, se questo vi dovesse sembrare ancora troppo morbido, con il rischio di potersi
rovinare quando lo tirerete fuori dagli stampi, mettetelo in freezer per una
mezz'ora, in modo che possa indurirsi
ulteriormente.
Stendete la pasta - a mano o con la macchina - fermandovi
ad uno spessore sottile ma non troppo, in modo da accentuare il carattere
rustico della preparazione, tenendo comunque presente che la pasta lavorata
solo con l'albume non può essere portata a spessori troppo ridotti, cosa invece
possibile con quella fatta anche con i tuorli.
Prendete ora due stampi circolari, uno dei quali con diametro maggiore dell’altro - indicativamente
direi, rispettivamente, cinque e sette centimetri - e cominciate a ricavare i
dischi che formeranno i ravioli: quello di minore diametro per la base e quello
maggiore per la copertura, che dovrà seguire il profilo del ripieno, motivo
della necessità di averlo di diametro maggiore.
Ordinate i dischi sul piano di lavoro, in modo da avere
su una fila le basi e sull’altra la copertura, poi tirate fuori dal frigorifero
o dal freezer gli stampi con il ripieno ed estraete quest’ultimo dagli alloggiamenti - lavorate pochi ravioli
alla volta, rimettendo ogni volta il ripieno in frigorifero - tenendo poi le
piccole cupole a portata di mano.
Usando un pennellino o le dita, inumidite leggermente le
basi dei ravioli - inumidite solo al momento di comporre i ravioli, altrimenti
l’acqua avrà tutto il tempo di essere assorbita dalla pasta o di evaporare - poi
deponete il ripieno al centro di ciascuna base e poggiateci sopra il disco di copertura.
Fate seguire al disco superiore il profilo del ripieno,
procedendo gradualmente in modo da consentire all’aria di uscire - l’aria si
espande con il calore, per cui se ne rimanesse intrappolata troppa, il raviolo
potrebbe rompersi durante la cottura - fino a chiudere completamente il
raviolo.
Prendete ora uno stampo circolare che abbia un diametro
di poco maggiore di quello della cupola del raviolo e, usandolo capovolto, cioè
con il bordo tagliente rivolto verso l’alto, calatelo sul raviolo, in modo che
la cupola ne sia racchiusa, premendo poi molto delicatamente in modo da creare
una zona di sigillatura tra la copertura del raviolo e la sua base. Non
esercitate troppa pressione, altrimenti tagliereste la pasta.
Prendete infine un altro stampo, di diametro maggiore di
quello appena usato e, calandolo esattamente come avete appena fatto, usatelo
per dare la forma finale al raviolo.
Fate un ultimo controllo sul raviolo, verificando che sia
ben chiuso, poi procedete con gli altri fino ad esaurire il ripieno.
Il procedimento sembra lungo e noioso, ma vedrete che
dopo averci preso la mano, procederete molto più speditamente rispetto a fare i
ravioli nel modo tradizionale, con due fogli di pasta grandi e con il ripieno
posto ad intervalli regolari.
Prendete un piatto o una piccola teglia, metteteci un
foglio di carta da forno e distribuiteci un poco di farina, quindi metteteci i
ravioli, ben separati tra loro e certamente non sovrapposti, quindi metteteli
in frigorifero, in modo che possano rimanere ben sodi e stabili fino al momento
della cottura.
Preparate ora il burro aromatizzato, rompendo le bacche di ginepro usando la lama di un coltello e
mettendole, insieme ai rametti di timo fresco, in un pentolino di acciaio - o
comunque che possa andare in forno - insieme al burro e poi mettendo il tutto
nel forno, a circa 50° di temperatura, per uno scioglimento gentile e non
traumatico, lasciandocelo fino a quando non lo userete per il condimento
finale.
Se non avete il forno elettrico, portate il pentolino sul
fuoco, ancora una volta a fiamma bassissima, e fate sciogliere il burro, avendo
cura che questo non bolla e tenendolo poi al caldo, ad esempio immergendolo
parzialmente il pentolino in acqua calda o tenendolo sopra ad un termosifone.
Ora dedicatevi ai pomodori, lavandoli e passandoli al
passa pomodoro in modo da raccogliere solamente la polpa, scartando buccia e
semi, pesandone poi la quantità ottenuta e aggiungendo una quantità di acqua
pari ad un terzo del peso ottenuto.
Salate il pomodoro, dategli una mescolata e tenetelo da
parte, a temperatura ambiente, fino al momento di preparare la schiuma, cosa
che farete all'ultimo momento.
Bene, ci siamo quasi, visto che non resta che cuocere i
ravioli e comporre i piatti.
Mettete l’acqua per la cottura sul fuoco e, quando è a
bollore, tuffateci delicatamente (scusate l’ossimoro) i ravioli, prendendoli
direttamente dal frigorifero e facendoli cuocere per il loro tempo, che nel mio
caso è stato all'incirca di quattro minuti, considerando che la pasta dovrà
rimanere abbastanza al dente, in modo che i ravioli mantengano la loro forma.
Una buona regola per valutare la cottura, piuttosto che
sacrificare i ravioli all’assaggio, è quella di aggiungere nella pentola un paio
di pezzi di pasta avanzati e assaggiarli per poter valutare lo stato di
cottura.
Tanto che i ravioli sono in cottura, preparate i piatti,
mettendo sul fondo di ciascuno il pesto di nocciole e menta romana, che
distribuirete in modo che questo possa fungere da base per i ravioli.
Sempre in attesa della cottura dei ravioli, preparate la schiuma di pomodoro - tutte le schiume tendono a smontarsi, per cui vanno
sempre preparate all’ultimo momento - riprendendo il pomodoro e aggiungendovi
due cucchiaini di lecitina di soia in polvere.
Usando il frullatore a immersione - qui quello tradizionale non va bene - frullate il tutto, tenendo il frullatore fermo e con le lame in
parte fuori dall'acqua, in modo da incorporare aria; vedrete che comincerà a
formarsi una schiuma, piuttosto densa e stabile, che avrà con se il sapore e il
colore , entrambi molto tenui, del pomodoro.
Quando i ravioli sono cotti, scolateli uno ad uno, usando
un mestolo bucato e facendo in modo che tutta l’acqua possa colar via, poi metteteli
delicatamente in un piatto che li possa contenere senza che siano troppo
ammassati, aggiungendo quattro cucchiai di burro aromatizzato e muovendo il piatto in modo che questo
possa bagnare in modo uniforme i ravioli.
Volendo potete aiutarvi con un pennellino di silicone,
che userete per spennellare i ravioli
con il burro, in modo da avere la certezza che questo li ricopra con un velo leggerissimo, che gli darà sai sapore che
lucentezza.
Procedete rapidamente con l’impiattamento, disponendo i
ravioli nei piatti, poggiandoli sopra al pesto di nocciole e menta, facendo poi
cadere a pioggia un poco di parmigiano reggiano e completando con la schiuma di pomodoro, che con un
cucchiaino verserete delicatamente sopra a ciascun raviolo.
Guarnite come meglio credete e portate rapidamente in tavola.
Buon appetito.
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