Ovvero, la mia prima volta con il tuorlo d’uovo marinato,
reso celebre da Carlo Cracco, che mai prima avevo avuto occasione di provare…
La marinatura del tuorlo, per chi non lo sapesse, avviene
in sale e zucchero - lo zucchero serve essenzialmente per compensare la
salinità, che sarebbe eccessiva se si usasse solo il sale - e il risultato
finale, in termini di consistenza, dipende dal tempo in cui questa avviene,
potendosi ottenere un uovo cremoso all’interno, fino a una sorta di uovo candito,
totalmente sodo e che può, ad esempio, essere grattugiato.
Nel mio caso ho marinato il tuorlo per circa dodici ore,
in modo che l’esterno risultasse ben candito, mentre l’interno - il cuore, potremmo dire - mantenesse
comunque una certa cremosità.
La marinatura dell’uovo l’ho fatta usando, nella classica
proporzione 50/50, il Salfiore delle Saline di Cervia, che ha una sapidità molto delicata, e lo zucchero di canna.
Il tuorlo l’ho poi usato come arricchimento di una tartare
di girello - ho usato questo taglio di carne per il solo motivo che lo avevo
comprato per preparare un Roast Beef
- profumata con la polvere di liquerizia e condita solamente con olio
extravergine di oliva, sale marino e semi di coriandolo macinati.
Al momento dell’impiattamento, ho poi aggiunto qualche
goccia di aceto balsamico, la cui dolcezza
aiuta a contrastare il sapore deciso dell’uovo, e qualche seme di melagrana,
che porta un minimo di acidità, utile ad alleggerire
i sapori decisi degli altri ingredienti.
Per quanto riguarda l’impiattamento, ho deciso di
lasciare il tuorlo intero essenzialmente per farvi vedere come questo si
trasformi attraverso la marinatura. Una valida alternativa, direi anche
preferibile, è quella di allungare la marinatura fino a ottenere un tuorlo
completamente candito, che poi potete
grattugiare sopra alla carne.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Tre etti di polpa di girello
- Mezzo cucchiaino raso di liquerizia grattugiata (vedi dopo)
- Tre cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Semi di coriandolo
Per il tuorlo marinato
- Quattro tuorli d’uovo (che siano freschissimi, mi raccomando)
- Due etti di sale marino (vedi sopra)
- Due etti di zucchero di canna
Per tutto il resto
- Una ventina di semi di melagrana
- Due cucchiai di aceto balsamico
Piccola premessa sulla carne, che oltre ad essere di
qualità e tagliata poco prima di usarla, vi dovete far lasciare intera dal
vostro macellaio, resistendo alla tentazione di farvela macinare, cosa che lui,
quando avrà saputo che ci volete fare una tartare,
probabilmente vi chiederà. Vi assicuro, invece, che una tartare fatta al coltello
è tutta un'altra cosa.
Bene, dopo la premessa, partite naturalmente con la
preparazione del tuorlo marinato, combinando insieme sale e zucchero e poi
disponendone un terzo sul fondo di un recipiente, ampio abbasta da poter
contenere i quattro tuorli, senza che questi siano a contatto tra di loro
(ovviamente nulla vi vieta di usare contenitori distinti).
Rompete le uova e separate accuratamente i tuorli dagli
albumi - qui è importante che non rimangano tracce di albume - quindi deponete
delicatamente i tuorli nel recipiente, facendo in modo che tra l’uno e l’altro
ci sia almeno un centimetro di spazio.
Coprite i tuorli con il rimanente composto di sale e
zucchero, facendo in modo che ne siano completamente ricoperti con uno strato
di almeno mezzo centimetro di spessore. Se sale e zucchero non fossero
sufficienti, incrementatene la quantità, sempre rispettando le proporzioni.
Mettete il contenitore in un luogo asciutto, non troppo
fresco, in modo che la marinatura possa fare il suo effetto, disidratando
lentamente il tuorlo - come ho già detto, io ho marinato per quattordici ore -
dedicandovi nel frattempo ad altro.
Trascorso il tempo della marinatura, eliminate
delicatamente il sale e recuperate i tuorli - vedrete che saranno diventati particolarmente
sodi, per cui potrete maneggiarli
senza troppa difficoltà - dai quali dovrete rimuovere accuratamente ogni
traccia del composto di sale e zucchero, cosa purtroppo non facilissima, dato
che questo tende a rimanere attaccato a essi.
Mettete i tuorli in un piatto e procedete con la
preparazione della tartare,
eliminando per prima cosa dalla carne tutti i residui di grasso, tagliandola poi
in piccoli pezzi, che ridurrete ulteriormente usando un coltello a lama grande e ben affilata, con il quale batterete la carne.
La consistenza finale sceglietela voi, secondo il vostro
gusto, potendo andare da una sorta di battuto,
con pezzi quindi molto piccoli, quasi una sorta di macinato - come ho fatto io
- fino a una consistenza maggiore, con la carne ridotta in piccoli dadini.
Riunite la carne in una ciotola e conditela con tre
cucchiai di olio extravergine, una macinata di semi di coriandolo e un pizzico
di sale marino, mescolando per armonizzare il tutto.
Ricavate la polvere di liquerizia, grattugiando il legnetto con una grattugia adatta, come
quella della Microplane,
raccogliendola in una piccola ciotola, in modo che poi sia più facile dosarla.
Unite gradualmente la polvere di liquerizia alla tartare, mescolando ogni volta in modo
che, al di là della quantità indicata, possiate valutare di volta in volta il
corretto equilibrio di sapori, considerando che la liquerizia deve potersi
percepire come una sorta di retrogusto, senza che sovrasti gli altri sapori.
Quando l’equilibrio complessivo è quello che cercate,
date un’ultima mescolata e procedete con l’impiattamento.
Usando uno stampo
della forma che preferite, formate le tartare
direttamente nei piatti dove le servirete, esercitando una leggera pressione in
modo che la carne si compatti per bene.
Create un piccolo avvallamento su ciascuna tartare, dove posizionerete il tuorlo
marinato, completando poi con qualche goccia di aceto balsamico, fatta cadere
direttamente sulla carne, e con i semi di melagrana, che disporrete secondo la
vostra ispirazione artistica.
Very nice blog.
RispondiEliminaAir Condition