...ma, parafrasando un pensiero di Aristotele
Onassis sui soldi e la felicità, è meglio stare insieme davanti ad un bel
piatto e un bicchiere di vino buono, che di fronte ad un bicchiere di
Tevernello ed una busta di 4 Salti in Padella.
E’ una dualità non da poco: Mangiamo per vivere o Viviamo per mangiare ?
Per voi il cibo è qualcosa che serve solo
per non morire di fame, e proprio ci tenete a stare insieme a me ? Allora
passate fra le 17 e le 19, almeno così mi risparmio la fatica davanti ai
fornelli e me la cavo con un caffè o con un Crodino.
Se siete dalla parte di quelli che dicono: “Conosco un ristorantino dove si mangiano
cose semplici, come a casa”, allora io vi rispondo: “Lo conosco anch’io. Si chiama cucina di casa vostra”.
Se vado in un museo è perché voglio ammirare
qualcosa di diverso dai quadri che ho in salotto; se vado al cinema e perché
voglio vedere qualcosa di diverso da quello che vedo in TV, stravaccato sul
divano; se vado al ristorante è perché voglio assaggiare cose che a casa mia
non mangio.
Tutto si riduce ad una questione di giuste premesse e relative conseguenze: “Vi invito a
cena, così mentre mangiamo, ci raccontiamo un po’ di cose” rispetto a “Venite da me, così ci raccontiamo un po’ di
cose e, magari, ci mangiamo qualcosa”.
Sta tutto qui, in questa piccola variazione, che sembra sintattica, ma che invece è molto di più.
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