Vabbè, per me la cucina è creatività, credo l’abbiate
capito. Punto.
E’ anche luogo di sperimentazione, momento
dove trova espressione concreta ciò che fino a qualche istante prima altro non
era che un insieme confuso di impulsi sinaptici. Per me una ricetta nasce come
una folgorazione e non attraverso una pianificazione a tavolino. Come tutte le
folgorazioni, naturalmente, c’è sempre il rischio che si risolva in un nulla
difatto o, peggio, in un totale insuccesso. Pazienza, l’insuccesso fa parte del
gioco.
Qualcuno dice anche che la cucina è cultura. Lasciamolo dire, mentre lui
ammanta di nobili parole ciò che per noi è divertimento, noi magnamo.
La cucina è arte ? Forse, anzi, vedendo alcune
opere di artisti contemporanei, direi che al loro confronto la cucina è arte
assoluta, come lo è un dipinto del Caravaggio se confrontato con un manifesto
elettorale.
Se la cucina è arte, allora quale è la sua espressione ?
Siete per la Cena in Emmaus di Caravaggio o per i monocromatismi di Yves Klein ?
Preferite Apollo e Dafne del Bernini
o le opere minimaliste di Carol Andre ? Siete per l’allegria di un maglione
multicolore di Missoni o per
l’essenzialità di un tubino di Yves Saint Laurent ?
Direi che c’è spazio per tutti, dalla cucina
minimalista a quella ricca di ingredienti, con l’invito a non seguire pedissequamente
quella che si ritiene sia la propria starda, ma cercarne di alternative, che ci
portino alla meta del buon piatto ma secondo rotte differenti.
Qualcuno dice che “l’importante non è la meta, ma il viaggio”. Vabbé, fino ad un
certo punto. Se mangio una schifezza, poco mi consola che a quella schifezza ci
sia arrivato con una preparazione estatica. Diciamo che il viaggio è importante
a patto che la meta alla quale arriviamo sia almeno commestibile.
Siete dei minimilasti gastronomici ? Provate
ad arricchire in modo graduale gli ingredienti. Pensate che la bontà del
piatto è proporzionale al numero di ingredienti che ci mettete dentro ?
Prendetevi una pausa di riflessione e cercate di capire se, forse, non state
mischiando troppi sapori.
Non esiste una regola aurea. Esistono alcuni principi generali, che servono come
traccia e che hanno l’obiettivo di massima di evitare di accostare sapori
troppo in contrasto tra di loro.
L’obiettivo non è stupire con ricette del tipo
“timballo di riso con capriolo, cozze e
tartufo, al profumo delle 32 erbe magiche, in abbraccio di besciamella al
curry, zafferano e sintesi di vino” né, per effetto rimbalzo, con un “pesce cotto” ma, al contrario, di
creare accostamenti innovativi, che siano un piacere per il palato e non la sua
dannazione.
Ispiratevi alle ricette, ma poi fate di testa
vostra. Preferireste essere un pittore capace di copie perfette di capolavori
noti o un buon pittore che ritrae soggetti originali ?
A voi la scelta. In fondo c’è chi ha fatto
milioni con copie non autentiche di capolavori famosi e chi, da un giorno a
l’altro, si è ritrovato ricco proponendo opere innovative.
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