29 marzo 2012

Scarpetta Über Alles !


Vade retro Monsignor Della Casa ! Scialla, Signora Lina Sotis !

Oggi si mette al bando la buona creanza e si lavora per il recupero delle tradizioni popolari, si volgari ma socialmente inestimabili.

La scarpetta, appunto.

E non parlo di quella fatta in punta di dita, sul piatto, quasi a piluccare il poco rimasto, com timidezza. No, io parlo di quella direttamente sulla padella, a recuperare ogni più piccolo aroma, portavoce del colesterolo, zenit, per i benpensanti, della maleducazione più bieca.

Se scarpetta deve essere, allora scarpetta sia ! Nel suo massimo splendore, espressione di una voracità ancestrale, che ci riporta a ciò che originarimaente siamo stati: animali.

E se la scarpetta è la manifestazione del contatto con il cibo, del legame che ancora oggi abbiamo con esso, che lo sia in modo diretto e carnale, per cui non vi venga in mente di usare la forchetta, per far tristemente scivolare il pezzeto di pane sul piatto, belli eretti nella posizione del perfetto commensale, letta e non capita in qualche tristissimo manuale della buona creanza.

No, la scarpetta si fa “co le mani”, impugnando un tocco di pane che basterebbe per un panino e lordandosi le dita nel suo trascinamento alla ricerca di sugo e aromi.

La scarpetta si porta alla bocca con voracità. Giusto un rapido sguardo prima che entri nelle fauci, come a rivolgerle un fugace e triste addio e poi, gnam, direttamente ai succhi gastrici. Ovviamente, dopo lo gnam, segue inevitabile leccatura di dita, a recuperare ogni più piccola molecola accidentalmente rimasta.

Ora, nel caso non foste ancora convinti, vi prego di seguirmi nel mio ragionamento, tanto chiaro, quanto inoppugnabile dal punto di vista logico-semantico.

Primo, la scarpetta è rispettosa dell’ambiente. Pulire a specchio una padella con il pane, non solo vi regala momenti di gaudio gastronomico, ma consente un buon risparmio di detergente per piatti.

Secondo, la scarpetta ha un ruolo di coesione sociale e di rispetto del prossimo. La padella messa al centro del tavolo, vi induce all’interazione con i vostri commensali e rappresenta un fulgido esempio del precetto “dividi il pane con l’affamato”.

Terzo, la scarpetta riduce gli sprechi. Alzi la mano chi non ha mai buttato il pane del giorno prima. Beh, non vi è mai saltato in mente che, per non buttarlo il giorno dopo, il modo migliore è mangiarlo il giorno prima ?

Quarto, la scarpetta tonifica i muscoli. E’ oramai risaputo, e confermato da studi internazionali, tra i quali cito “Building stronger forearms – The Scarpetta Training” pubblicato su “The Science”, che il movimento rotatorio della scarpetta è il miglior anabolizzante naturale per il vostro corpo.

Convinti ? Ancora qualche dubbio ? Non credo, per cui chiudo questa interessante discussione con alcuni cenni tecnici sulla fluidodinamica della scarpetta.

Come sono certo saprete, esistono fondamentalmente due tipi di scarpetta: quella umida e quella semi-umida.

Dicesi scarpetta umida quella che va a recuperare aromi e profumi liquidi, tipicamente a base d’olio (il colesterolo ringrazia), mentre quella semi-umida aggiunge ai liquidi anche copiosi residui di condimenti semi-solidi come, ad esempio, un bell’avanzo di sugo all’amatriciana.

Allora, nel primo caso si dovrà operare secondo la ben nota tecnica della spugnetta, che prevede di posare il pezzo di pane sopra al liquido residuo e, appunto come una spugnetta, di lasciargli il tempo di assorbirne una dose letale. Solo dopo che l’assorbimento sarà completo, si potrà dare avvio allo scivolamento lungo la padella o il piatto, per raggiungere l’obiettivo di una sua pulizia completa. Segnalo che i più spregiudicati possono anche seguire la tecnica della spugnetta double-face, girando il pezzo di pane in modo che l’assorbimento sia su entrambi i lati. Fate attenzione, però, perchè questa tecnica si può padroneggiare solo dopo lungo allenamento.

Per la scarpetta semi-umida, invece, si deve seguira la tecnica della paletta, più difficile e che richiede notevoli doti di armonia e sincronizzazione. In questo caso, infatti, dopo un inizio che solo gli imberbi possono confondere con la spugnetta, ma che invece rappresenta il necessario momento di concentrazione, il pezzo di pane viene fatto scivolare lungo la padella, dal centro verso il bordo, in modo che possa, tipo uno spazzaneve, accumulare condimento. Arrivato in prossimità del bordo, si deve effettuare un movimento rotatorio del polso, simile a quello che, in una scavatrice, solleva la benna, in modo che il condimento trascinato fino a quel momento, venga portato sul lato superiore del pane e, da li, alla bocca, che naturalmente sarà ampiamente spalancata, ad accogliere il pane e a mostrare ai commensali lo stato dei vostri denti e delle tonsille.

Che dire, a questo punto non resta che una sano allenamento, che vi porterà alla prima uscita ufficiale, che io consiglio avvenga durante una cena formale (perfetta quella con la suocera, meglio se Nobildonna), dove potrebbe stupire tutti con la vostra spregiudicatezza.

Nessun commento:

Posta un commento