Vade retro Monsignor Della Casa ! Scialla, Signora
Lina Sotis !
Oggi si mette al bando la buona creanza e si
lavora per il recupero delle tradizioni popolari, si volgari ma socialmente
inestimabili.
La scarpetta, appunto.
E non parlo di quella fatta in punta di dita,
sul piatto, quasi a piluccare il poco rimasto, com timidezza. No, io parlo di
quella direttamente sulla padella, a recuperare ogni più piccolo aroma,
portavoce del colesterolo, zenit, per i benpensanti, della maleducazione più
bieca.
Se scarpetta deve essere, allora scarpetta sia
! Nel suo massimo splendore, espressione di una voracità ancestrale, che ci
riporta a ciò che originarimaente siamo stati: animali.
E se la scarpetta è la manifestazione del
contatto con il cibo, del legame che ancora oggi abbiamo con esso, che lo sia
in modo diretto e carnale, per cui non vi venga in mente di usare la forchetta,
per far tristemente scivolare il pezzeto di pane sul piatto, belli eretti nella
posizione del perfetto commensale, letta e non capita in qualche tristissimo
manuale della buona creanza.
No, la scarpetta si fa “co le mani”, impugnando un tocco di pane che basterebbe per un
panino e lordandosi le dita nel suo trascinamento alla ricerca di sugo e aromi.
La scarpetta si porta alla bocca con voracità.
Giusto un rapido sguardo prima che entri nelle fauci, come a rivolgerle un
fugace e triste addio e poi, gnam,
direttamente ai succhi gastrici. Ovviamente, dopo lo gnam, segue inevitabile leccatura di dita, a recuperare ogni più
piccola molecola accidentalmente rimasta.
Ora, nel caso non foste ancora convinti, vi
prego di seguirmi nel mio ragionamento, tanto chiaro, quanto inoppugnabile dal
punto di vista logico-semantico.
Primo, la
scarpetta è rispettosa dell’ambiente. Pulire a specchio una padella con il
pane, non solo vi regala momenti di gaudio gastronomico, ma consente un buon
risparmio di detergente per piatti.
Secondo, la
scarpetta ha un ruolo di coesione sociale e di rispetto del prossimo. La
padella messa al centro del tavolo, vi induce all’interazione con i vostri
commensali e rappresenta un fulgido esempio del precetto “dividi il pane con l’affamato”.
Terzo, la
scarpetta riduce gli sprechi. Alzi la mano chi non ha mai buttato il pane del
giorno prima. Beh, non vi è mai saltato in mente che, per non buttarlo il
giorno dopo, il modo migliore è mangiarlo il giorno prima ?
Quarto, la
scarpetta tonifica i muscoli. E’ oramai risaputo, e confermato da studi
internazionali, tra i quali cito “Building
stronger forearms – The Scarpetta Training” pubblicato su “The Science”, che il movimento
rotatorio della scarpetta è il miglior anabolizzante naturale per il vostro
corpo.
Convinti ? Ancora qualche dubbio ? Non credo,
per cui chiudo questa interessante discussione con alcuni cenni tecnici sulla
fluidodinamica della scarpetta.
Come sono certo saprete, esistono
fondamentalmente due tipi di scarpetta: quella umida e quella semi-umida.
Dicesi scarpetta umida quella che va a
recuperare aromi e profumi liquidi, tipicamente a base d’olio (il colesterolo
ringrazia), mentre quella semi-umida aggiunge ai liquidi anche copiosi residui
di condimenti semi-solidi come, ad esempio, un bell’avanzo di sugo all’amatriciana.
Allora, nel primo caso si dovrà operare
secondo la ben nota tecnica della spugnetta,
che prevede di posare il pezzo di pane sopra al liquido residuo e, appunto come
una spugnetta, di lasciargli il tempo di assorbirne una dose letale. Solo dopo che
l’assorbimento sarà completo, si potrà dare avvio allo scivolamento lungo la
padella o il piatto, per raggiungere l’obiettivo di una sua pulizia completa. Segnalo
che i più spregiudicati possono anche seguire la tecnica della spugnetta double-face, girando il pezzo
di pane in modo che l’assorbimento sia su entrambi i lati. Fate attenzione,
però, perchè questa tecnica si può padroneggiare solo dopo lungo allenamento.
Per la scarpetta semi-umida, invece, si deve
seguira la tecnica della paletta, più
difficile e che richiede notevoli doti di armonia e sincronizzazione. In questo
caso, infatti, dopo un inizio che solo gli imberbi possono confondere con la spugnetta, ma che invece rappresenta il
necessario momento di concentrazione, il pezzo di pane viene fatto scivolare
lungo la padella, dal centro verso il bordo, in modo che possa, tipo uno
spazzaneve, accumulare condimento. Arrivato in prossimità del bordo, si deve
effettuare un movimento rotatorio del polso, simile a quello che, in una
scavatrice, solleva la benna, in modo che il condimento trascinato fino a quel
momento, venga portato sul lato superiore del pane e, da li, alla bocca, che
naturalmente sarà ampiamente spalancata, ad accogliere il pane e a mostrare ai
commensali lo stato dei vostri denti e delle tonsille.
Che dire, a questo punto non resta che una
sano allenamento, che vi porterà alla prima uscita ufficiale, che io consiglio
avvenga durante una cena formale (perfetta quella con la suocera, meglio se Nobildonna), dove
potrebbe stupire tutti con la vostra spregiudicatezza.
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