Allora, come forse saprete, sulle piante, e sui vegetali in genere, è tutto
un fiorire di simpatiche teorie, alcune delle quali lontanamente fondate
su qualche principio di ragionevolezza scientifica, altre più vicine, nei
contenuti, a pensieri ispirati da un uso smodato di sostanze oppiacee, peraltro
di scarsa qualità.
Nello specifico, mi piace ricordare che c'è gente che sostiene che queste crescano rigogliose se gli si fa ascoltare
un brano di musica (anche se vanno registrati esiti contrastanti derivanti dall'ascolto
di "Gelato al cioccolato"
di Pupo) e che se gli accarezzate le foglie, loro crescano più velocemente, si
allungano ed abbiano un maggior turgore ("venghino
signori, venghino, ecco a voi la fiera del doppio senso !").
C'è anche gente che parla costantemente alle piante, ma considerando che
c'è anche gente che parla da sola, che si crede il Messa e che sostiene
l'identità geografica della Padania, mi prendo l'ardire di annoverare tali
fenomeni all'interno delle devianze comportamentali e delle patologie
neurologiche.
Bene, confesso però che, sulla scia di tali considerazioni, e spinto da una
benevolenza verso un rapporto più stretto tra il mondo animale e quello
vegetale, ho deciso di fare un deciso passo in avanti, che definisca nuovi
standard nel coccolamento delle piante, che abbatta in un sol colpo tutte le
barriere della diversità, che sia prova lampante dell'eguaglianza tra l'homo sapiens e il pomodoro ignarus.
Io ho deciso di far fare la sauna al pomodoro. Punto.
Quale nobile esempio di adeguato riconoscimento ai maltrattamenti che il
pomodoro subisce, direte voi (ah, non lo dite ? Strano...); quale miglior prova
di una finalmente raggiunta empatia tra l'uomo e il più degno rappresentante
delle Solanaceae (tranquilli, ho
copiato da Wikipedia), affermerete stupefatti, accompagnando però lo stupore
con un picchiettare del vostro dito indice sulla vostra tempia, si a mostrare a
tutti che la semiotica è il vostro forte, ma anche ad esprimere un poco
lusinghiero giudizio nei miei confronti.
Bene, fa nulla e, sperando di aver condiviso con voi questo mio rigurgito
di benevolenza verso il pomodoro, permettetemi però di confessare, casomai ce
ne fosse bisogno, che questo coccolare il pomodoro non è un modo per espiare le
mie colpe per ciò che giornalmente gli faccio, gastronomicamente parlando, intendo,
ma semplicemente un modo subdolo per conquistare le sue grazie, per renderlo di
buonumore, allegro, tonico ed in forma, prima che, ahi lui, a conferma di una
storia che si ripete e mai cambierà, non faccia la solita fine.
Il pomodoro. Qui giace. Una
prece.
Eh si, perché facendo la sauna, il pomodoro perde quell'eccesso di acqua
che lo compone, perché così facendo il suo gusto si esalta, si distilla, si
concentra. Facendo la sauna, il pomodoro, ha la possibilità di far vedere a
tutti di quale sapore sia capace.
Ma, badate bene, stiamo parlando di una sauna luuunga e non di quelle mordi
e fuggi, tipiche di noi umani, che entriamo nella sauna, ci sediamo per una
ventina di minuti sulle panchette di legno, diciamo le solite fesserie da sauna
("caldo, però", "si, ma è un caldo secco; si
sopporta", "è vero, e poi
non sai quanto fa bene"), poi usciamo felici e, se abbiamo le palle,
ci gettiamo nella vasca di reazione, rischiamo l'infarto e poi ce ne andiamo
baldanzosi a casa.
No, qui stiamo parlando di una disidratazione lenta, che dura otto, dieci
ore e che lascia tutto il tempo al pomodoro di riflettere sul senso della sua
vita.
Quindi, bando alle ciance, e partiamo.
Innanzitutto tutta 'sta sudata si adatta al meglio ai pomodori rossi, a
grappolo, San Marzano o ciliegino che siano, mentre ha poco senso per i
classici pomodori verdi da insalata. I pomodori, una volta disidratati, possono
essere conservati per qualche giorno, per cui potete farne un po' alla volta e
tenerli da parte sino a quando li userete.
E' bene chiarire che l'obiettivo non è quello di ottenere i pomodori
secchi, che si trovano un po' ovunque e poi si mettono sott'olio, ma quello di
togliere l'eccesso di acqua dal pomodoro, che comunque manterrà la sua
freschezza, al fine di esaltarne il sapore.
Allora, per prima cosa tagliate i pomodori a metà e metteteli in una teglia
anti-aderente, con la parte tagliata rivolta verso l'alto e senza aggiungere nulla,
olio o sale che sia.
Poi accendete il forno, che deve essere elettrico, dato che quello a gas
non riesce a mantenere temperature così basse, e portatelo ad una temperatura
nell'intorno degli 85°, ricordando che un forno elettrico. Dico "nell'intorno" perché tutti i forni elettrici regolano la
temperatura, non in modo continuo, ma accendendo e spegnendo la resistenza
quando la temperatura, rispettivamente, scende al di sotto o al di sopra del
valore impostato. Quindi, se impostate una certa temperatura, non pensate che
il forno la manterrà sempre costante, ma questa, al contrario, oscillerà nel
suo intorno.
Se vi fidate ciecamente del termostato, potete infornare e rilassarvi,
altrimenti vi suggerisco di comprarvi un termometro da forno, che vi consentirà
di regolare al meglio la temperatura e, soprattutto, di valutare l'accuratezza
del termostato (nel mio caso, ad esempio, la temperatura tende ad essere
inferiore a quella che imposto con la manopoletta del forno).
Infornate i pomodori e mettetevi l'anima in pace, dato che come ho detto il
tutto dovrà andare avanti per otto, dieci ore.
Vedrete che per le prima ore apparentemente non succederà nulla e, forse,
vi verrà voglia di alzare la temperatura. Non fatelo, visto che così cuocerete
i pomodori anziché farli sudare.
I primi effetti dovrebbero cominciare a vedersi dopo le prime quattro ore,
con i pomodori che cominceranno piano piano a raggrinzirsi, segno che l'acqua
sta cominciando a ridursi.
Se volete, potete aggiungere un po' di sale sui pomodori dopo le prima
quattro, sei ore, cosa che però serve solo se pensate di mangiarvi i pomodori
così, da soli, au naturel, altrimenti
il sale lo metterete quando userete i pomodori per la vostra ricetta.
Null'altro, tutto qui, quando i pomodori vi sembreranno ben disidratati
(non esiste una regola aurea; dovrete regolarvi ad occhio, considerando
comunque che la disidratazione è un processo graduale, per cui qui non c'è il
rischio di troppo crudo o troppo cotto ma, semplicemente, di più o meno
disidratato), spegnete il forno, tirateli fuori e fateli freddare, poi usateli
come meglio credete, usandoli ovviamente senza farli cuocere ulteriormente.
Bello, tutto molto bello, anche emozionante, forse...ma co' 'sti pomodori
che diavolo ci faccio, direte voi ?
Come sempre, in cucina e nella vita, è solo questione di fantasia.
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