Con questa ricetta credo di aver battuto il record
mondiale di lunghezza del nome, considerando anche che non ci ho messo i crostini di pane.
Ne sono fiero, veramente un bel risultato.
Ne sono fiero, veramente un bel risultato.
Minchiate a parte, comunque, qui c’è un po’ di
tutto, dal pesce, ai tuberi (che poi sarebbero le patate), alle verdure,
all’agro e al dolce, nella veste dei friggitelli che, oramai, sembra stiano diventando
un leitmotiv.
Che volete di più ?
Ingredienti
(per circa 8 persone)
- Due lucci di mare (normalmente sono piccolini, circa 30 cm di lunghezza)
- Quattro patate
- Panna fresca
- Qualche rametto di timo fresco
- Bottarga (se in polvere, circa mezzo barattolo, altrimenti una “sacca”)
- Un paio di friggitelli
- Quattro zucchine romanesche
- Zucchero di canna
- Aceto di vino bianco
- Sale e pepe
- Olio extra-vergine di oliva
- Pane casareccio (se volete fare anche i crostini)
Direi di partire con il purè, che è quello che
richiede il tempo maggiore.
Mettete le patate, senza sbucciarle, in acqua
fredda, leggermente salate, e portate sul fuoco. Portate a bollore e fate
cuocere fin oa quando le patate non saranno morbide, si da poterle facilmente
infilzare con una forchetta. Considerate che, dovento farci il purè, è meglio
che siano un po’ troppo cotte, piuttosto che troppo poco.
Quando sono pronte, scolatela e fatele intiepidire,
se non altro per evitare ustioni profonde quando le sbuccerete, e poi passatele
nel passa patate (se non lo avete, prima cinque minuti di vergogna, e poi di
corsa a comprarlo, avendo cura di prenderlo in acciaio e non in alluminio, che
diventa nero al primo lavaggio).
Se avete scelto la bottarga in polvere, quella nei
vasetti, passate oltre, altrimenti, usando una grattugia adatta, grattugiatela
in modo da ridurla in piccole scaglie. Non affettatela con il coltello, come
spesso si fa, dato che poi non si amalgherebbe bene con il purè.
Prendete una casseruola, meglio se anti-aderente,
versateci qualche cucchiaio di olio extravergine (per questa preparazione
niente burro) ed unite la bottarga.
Portate sul fuoco e, quando la bottarga comincia a
sfrigolare, unite le patate e la panna fresca, ma non tutta insieme, in modo da
poter controllare meglio la consitenza finale. Mescolate e fate cuocere per qualche minuto,
eventualmente aggiungendo altra panna (se la finite, potete tranquillamente
usare il latte) se il tutto vi dovesse sembrare troppo denso.
Non esiste una regola universale per la giusta
densità, per cui regolatevi secondo il vostro gusto, cercando comunque di
evitare di ritrovarvi con una sorta di cemento, difficile da impiattare e poco
gradevole al palato.
Spegnete, date una macinate di pepe nero, se vi ci
piace, coprite con il coperchio, e fate riposare.
Rivolgete la vostra attenzione alle zucchine, che
taglierete a metà nel verso della lunghezza , poi ogni metà ancora in due e,
infine, ogni quarto ottenuto in piccoli dadini.
Prendete una padella anti-aderente e versateci
quattro o cinque cucchiai di olio extra-vergine ed i rametti di timo. Portatela
sul fuoco e, quando l'olio è caldo ed il timo comincia a disperdere il suo
magnifico odore, unite le zucchine, che salerete e farete cuocere a fuoco
vivace, giradole spesso, fino a quando non saranno dorate, non sfatte, ma
ancora croccanti.
Spegnete, togliete le zucchine dalla padella,
usando un mestolo bucato, in modo che il loro olio di cottura rimanga sul
fondo.
Altro giro, altro regalo. Ora ci dedichiamo ai
friggitelli, che laverete, gli toglierete la parte superiore, i semi e le coste
interne bianche.
Poi tagliate ciascun friggitello a metà e, quindi,
alla julienne, ricavandone delle
striscioline sottili.
Prendete una piccola casseruola o un padellino, in
entrambi i casi meglio se anti-aderenti, metteteci giusto un cucchiaio d'olio,
due cucchiai di acqua, due di aceto di vino bianco, uno di zucchero di canna ed
un pizzico di sale.
Portate sul fuoco, a fiamma media, e fate cuocere
fin oa quando il liquido non si sarà ristretto quasi del tutto, lasciando uno
sciroppo denso sul fondo.
Spegnete e fate freddare.
Passiamo al pesce, dicendo subito, visto che il
luccio di mare non è facile a trovarsi (è un pesce povero), che lo potete
sostituire con lo sgombro, altrettanto povero ed altrettanto adatto alla
preparazione e, sopratutto, facile da sfilettare.
Scelto che avete il pesce, sfilettatelo, cosa che
non è complicata quanto potrebbe sembrare.
Quello che dovrete fare, quindi, è incidere il
luccio nella sua parte superiore, seguendo la linea della lisca centrale, poi,
partendo da una delle due estremità, infilare il coltello nell'incisione,
avendo cura di mantenere la lama a contatto con la lisca, e tagliare
delicatamente fino all'estremita opposta.
A questo punto non resta che fare due tagli in
corrispondenza della testa e della coda, in modo da separare il filetto. Tutto
qui, più facile a farsi che a dirsi.
Per questa ricetta, poi, non dovrete nemmeno
togliere la pelle.
Sfilettato il luccio, tagliate ogni filetto lungo la linea centrale e poi, ciascuna metà, in pezzi di lunghezza di circa quattro
centimetri.
Riprendete la padella dove avete cotto le
zucchine, nel caso aggiungete ancora un po' d'olio, anche se non dovrebbe
servire, e riportatela sul fuoco.
Quando l'olio è caldo, mettete a cuocere i pezzi
di luccio, con la parte con la pelle a contatto con la padella, e regolate la
fiamma su livello medio.
Fate cuocere, senza girare il pesce, fino a quando
la parte superiore non avrà perso il suo colore rosato. Non prolungate la
cottura, mi raccomando, spegnendo il fuoco non appena l'ultima parte rosata
avrà cambiato il suo colore.
L'ultima fatica, se volete anche i crostini di
guarnizione, è quella di far dorare le fette di pane sempre nella solita
padella, in modo che l'olio residuo possa trasferire alle fette tutti gli aromi
dei quali si è impreziosito.
Bene, ce l'abbiamo fatta. Confesso che mi si
stavano indolenzendo le dita.
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