2 agosto 2012

Le mie ricette - Polpette di trippa, pecorino e mentuccia, con crema di peperoni al basilico



Questa ricetta mi ha dato una grande soddisfazione: far mangiare la trippa a mia figlia di undici, ai miei nipoti, anch’essi in tenera età, e a mia cognata.

La soddisfazione è tale per il semplice fatto che, se avessi proposto trippa per cena, sarei stato privato, senza possibilità di appello, della mia qualifica di genitore/zio/cognato.

Già qualche tempo fa avevo preparato la trippa in un modo un po’ diverso, ma la sua forma e consistenza erano ancora  facilmente desumibili, per cui il sudbolo inganno ebbe vita breve e fui vergognosamente smascherato.

Questa volta, invece, successo pieno, manifestato con ghigno satanico quando ho rivelato l’ingrediente principale, e del quale mi sono beato e bullato per tutta la serata (si, lo so, vita meschina, direte voi, se ti bulli di queste minchiate, ma tant’è, si, io mi bullo).

Ingredienti  (per una decina di polpette)
  1. Una confezione di trippa già cotta (quella che si trova nei supermercati)
  2. Un paio di cucchiai di pecorino romano grattugiato
  3. Una trentina di foglie di menta romana (o mentuccia)
  4. Un paio di peperoni (scegliete voi il colore)
  5. Due uova (per l’impasto e per la frittura)
  6. Pangrattato
  7. Olio extra-vergine di oliva
  8. Olio per friggere (oliva o arachide)
  9. Sale e pepe 

La ricetta è semplice e veloce, principalmente perché la trippa è già cotta.

Certo, se siete integralisti, e volete partire dalla trippa come-mamma-natura-l’ha-fatta e cuocerla in casa per ore e ore, fate pure, anche se poi non vi sorprendete nel caso i vostri figli chiamassero telefono azzurro perché, in casa, si “accòra dalla puzza”.

Comunque, digressione a parte, mettete la trippa del robot da cucina e fate andare alla massima velocità, fino a quando il tutto sarà diventato quasi una crema.

Aggiungete il pecorino grattugiato, la mentuccia, preventivamente tritata, un paio di cucchiai d’olio extra-vergine, sale e pepe e fate andare il mixer ancora qualche secondo, in modo che il tutto si possa amalgamare.

Travasate in una terrina, regolate di sale (cosa che implica che dovrete assaggiare l’impasto...), aggiungete un uovo sbattuto e valutate la consistenza del tutto, per capire se e quanto pangrattato aggiungere.

Il modo migliore per farlo è quello di provare a formare una polpetta e vedere se ciò sia possibile o se, invece, l’impasto tenda ad attaccarsi alle mani e a perdere la forma.

Aggiungete, nel caso, il pangrattato poco alla volta, mescolate e riprovate a formare la polpetta. Fermatevi quando ci riuscite, tenendo conto che l’impasto deve comunque rimanere morbido, cosa che implica che le polpette andranno maneggiate molto delicatamente.

Un’alternativa per ridurre l’uso del pangrattato è quella di non aggiungere l’uovo sbattuto all’impasto, cosa che, se da un lato facilità la coesione durante la cottura, dall’altro, inevitabilmente, diluisce l’impasto. Non lo so, a voi la scelta.

Bene, mettete da parte l’impasto, così che possa riposarsi un po’, è passate alla crema di peperoni, che preparerete, molto semplicmeente, pulendo i peperoni, tagliandoli in pezzi e mettendoli in una casseruola, con qualche cucchiaio di olio extra-vergine e mezzo bicchiere d’acqua.

Salate, date una generosa macinata di pepe e portate sul fuoco, con il coperchio e a fiamma bassa.

Fate cuocere fino a quando i peperoni non saranno morbidi, controllando di tanto in tanto per verificare se sia necessario aggiungere un altro po’ d’acqua (mi raccomando, fatelo solo se sia realmente necessario).

Quando i peperoni sono cotti, togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate cuocere ancora un po’, in modo che il fondo di cottura possa restringersi, facendo evaporare l’eventuale acqua residua.

Spegnete, fate giusto intiepidire, aggiungete una decine di foglie di basilico e poi, usando il Minipimer o travasando il tutto nel frullatore tradizionale, riducete i peperoni in crema.

Travasate nuovamente la crema nella casseruola dove avete cotto i peperoni e portatela nuovamente sul fuoco, a fiamma bassa, facendo cuocere un altro po’, in modo da restringere la crema sino alla sua consistenza definitiva.

Bene, ritornate all’impasto e preparate le polpette, passatele una ad una nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato, sempre agendo delicatamente.

Prendete una padella o una casseruola, scegliendone possibilmente una che, per le sue dimensioni, accolga le polpette senza lasciare inutili spazi vuoti, metteteci abbondante olio per friggere (idealmente l’olio dovrebbe essere in quantità tale da ricoprire completamente le polpette, una volta che queste siano state immerse) e portatela sul fuoco.

Scaldate a 160°e quindi, ripassando un po’ di teoria, immergete le polpette e fatele cuocere sino a quando non saranno dorate e croccanti. Direi che vi ci vorranno, a patto che l’olio non superi al tempratura indicata, dai cinque ai sette minuti.

Scolate le polpette e fate riposare un paio di minuti su un piatto, dove avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per frittura.

Bene, non resta che impiattare e servire, tacendo ovviamente l’ingrediente principale, lasciando ai vostri ospiti l’onere della sua scoperta e, nel caso, rivelarlo solo a fine pasto, godendo della loro reazione e bullandovi per la vosta machiavellica crudeltà.

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