Questa ricetta, fatta per la verità un po' di corsa, in
una serata di beata solitudine, mentre il resto della famiglia prendeva il
fresco in luogo di mare, è idealmente vicina alla splendida Sicilia,
utilizzando ingredienti tipici, come appunto i fichi d'India, le mandorle e, ma
qui c'è meno specificità, il pesce.
Il tombarello, per
chi non lo conoscesse, è un pesce molto economico e simile al tonno e con esso
può essere sostituto nel caso non lo trovaste, cosa peraltro decisamente
probabile, visto che come tutti i pesci economici, viene regolarmente snobbato
da tutte le pescherie.
Premetto, per finire, che le tre cotture, se da un lato
introducono varietà, dall'altro richiedono una preparazione non proprio
velocissima.
Ingredienti (per 4 persone)
- Un tombarello di circa un chilo
- Quattro fichi d'India
- Una bustina di mandorle pelate (quelle bianche, per capirci)
- Due patate
- Pangrattato
- Un uovo
- Un cucchiaino di miele
- Un paio di rametti di rosmarino
- Un paio di rametti di timo
- Un paio di foglie di alloro
- Qualche fogliolina di origano fresco
- Un bicchiere di vino bianco (buono)
- Carota, sedano e cipolla
- Un limone
- Olio extra-vergine d’oliva
- Olio per friggere (oliva o arachide)
- Sale e pepe
- Farina (opzionale)
Le tre cotture saranno, rispettivamente, in court bouillon (in
brodo, per dirla a parole mie), in padella e in frittura e, per la migliore
riuscita del piatto, dovranno seguire un ordine specifico.
Prima di partire con la preparazione, sfilettate il pesce
(se preferite fatevelo sfilettare dal pescivendolo, cosa che normalmente fa
senza farvi troppi problemi), usando un coltello molto affilato, facendo un
taglio all'altezza della testa e poi, tagliando per tutta la lunghezza,
mantenendo il coltello ben a contatto con la lisca centrale, fino ad uscire dalla
coda. Ripetete per l'altro lato del pesce, et
voilà, più facile a farsi che a dirsi.
Rimuovete le lische residue dai filetti e, sempre usando
un coltello affilato, rifilate i filetti, rimuovendo la parte di pelle sui
bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole, sia alla vista che al
gusto.
Infine, tagliate i due filetti lungo la loro linea
centrale e poi, ogni metà filetto, in pezzi più piccoli, considerando che, per
ogni commensale, dovrete considerare tre filetti, uno per ogni cottura (vi
risparmi lo sforzo neuronale: fanno in tutto dodici filetti).
Mette i filetti da qualche parte e procedete, direi con
la salsa ai fichi d'India, che va servita fredda.
Prendete allora i fichi d'India e sbucciateli. Se non
l'avete mai fatto prima, tenete presente che i fichi hanno una serie di piccole
spine, praticamente invisibili ad occhio nudo, che hanno la simpatica
caratteristica di attaccarsi alle mani e rimanere lì anche per giorni.
Il modo migliore per pulirli, quindi, è rimuovere la
buccia esterna senza toccarla con le mani, aiutandosi con forchetta e coltello,
facendo prima un taglio profondo un paio di millimetri sulla buccia, per tutta
la lunghezza del fico e poi, usando sempre gli utensili, separare la buccia
dalla polpa e, facendo girare il fico sul tagliere, rimuoverla del tutto. Se la
cosa non vi torna, potete sempre pulirli a mano ma, almeno, usate un paio di
guanti da cucina, quelli sottili che usano anche nei ristoranti.
Con i fichi puliti, e le vostre mani in non so quali
condizioni, procedete, mettendo i fichi nel passa verdure, usando un disco con
fori medi, e passandoli in modo da ricavarne solo il succo e la polpa,
lasciando fuori semi e parti dure.
Visto che l'operazione è un po' faticosa, a meno di non
avere un passaverdure elettrico, potete, in alternativa, passare i fichi dopo
la loro cottura, quando saranno più morbidi. A voi la scelta.
Mettete la polpa dei fichi in un pentolino (se avete
deciso di passarli dopo, ovviamente tagliateli in pezzi), aggiungete il
cucchiaino di miele e portate il tutto sul fuoco, a fiamma bassa, e fate
andare, senza coperchio, per almeno trenta minuti, girando ogni tanto, in modo
che la salsa possa addensarsi.
A questo punto, se avete scelto di passare i fichi dopo
la cottura, metteteli nel passa verdure e passateli, in modo da separare polpa
e succo dai semi e dalle parti dure e riportate sul fuoco.
Valutate la densità della salsa - tenete presente che,
freddandosi, questa aumenterà un pochino - e decidete, secondo il vostro gusto,
se renderla ancora più densa, usando giusto mezzo cucchiaino di farina,
setacciata, e prolungando la cottura, sempre girando, fino a livello di densità
desiderato (io non ho aggiunto la farina, ma semplicemente perché mi piacciono
le salse piuttosto liquide).
Bene, spegnete e fate freddare, sempre senza coperchio,
ovviamente.
Mentre la salsa si riposa, preparate il court bouillon, mettendo in una
casseruola sei bicchieri d'acqua, uno di vino bianco, mezza cipolla, una
carota, una costa di sedano, le foglie di alloro, i rametti di timo, qualche
grano di pepe e, infine, salate usando sale grosso.
Mettete sul fuoco, portate a bollore e fate cuocere per
circa venti minuti.
Tanto che aspettate, preparate un'emulsione con due parti
di olio extra-vergine ed una di succo di limone, aggiungendo anche le
foglioline di origano tritate finemente con il coltello ed un po' di pepe
macinato.
Prendete le patate, sbucciatele e tagliatele a fette, nel
verso della lunghezza, di un paio di millimetri di spessore, poi mettetele, ben
separate tra loro, in una teglia da forno anti-aderente unta con un po' di olio
extra-vergine.
Usando un pennellino o le dita, ungete le patate anche
sulla faccia superiore, poi salatele e pepatele e infornatela nel forno
caldissimo - circa 230° - in modo che possano fare una bella crosticina, cosa
che dovrebbe richiedere circa venti minuti. Quando saranno cotte, lasciatele
nel forno, spento e con lo sportello leggermente aperto, fino a quando non le utilizzerete.
Con le patate in cottura, tornate finalmente al pesce,
procedendo con le cotture.
Ora, visto che il pesce andrà servito tutto insieme e che
è buona regola evitare di riscaldare le cose già cotte, fate in modo di procedere
in modo tale che, appunto, tale eventualità sia remota.
Quindi, al di la dell'ovvio consiglio di lavorare in
parallelo, cosa che però non è proprio facilissima, visto il numero di pentole
e padelle da usare, partite per primo con il court bouillon, dato che basterà lasciare il pesce al suo interno,
a fuoco spento, per mantenerlo caldo, senza necessità di riscaldamenti
successivi.
Inoltre, visto il sincronismo richiesto ed i tempi
rigorosamente scanditi, preparate per prima cosa tutti gli ingredienti che vi
serviranno per la cottura, sbattendo l'uovo, leggermente salato, in una
terrina; tritando molto finemente, quasi in polvere, le mandorle nel mixer ad
alta velocità; tagliando alla julienne
la scorza del limone.
Prima cottura: visto
che il court bouillon è già in
cottura, altro non dovrete fare che immergervi i filetti di tombarello - uno
per ogni commensale - e farli cuocere per circa cinque minuti, poi spegnete e
lasciate in caldo, ma senza coperchio.
Seconda cottura:
prendete una padella, meglio se anti-aderente, metteteci tre o quattro cucchiai
di olio extra-vergine, la scorza del limone ed i rametti di rosmarino. Portate
sul fuoco, a fiamma media, e quando limone e rosmarino cominciano a sfrigolare,
unite i filetti di tombarello, con il lato con la pelle a contatto della
padella e fateli rosolare, senza girarli, fino a quando saranno cotti, cosa che
determinerete quando la parte più superiore dei filetti avrà perso il colore
del crudo, virando ad un rosa più tenue, indice di cottura. Vedrete che,
cuocendoli in questo modo, la pelle diventerà molto croccante e gustosa.
Spegnete e lasciate in padella, senza coperchio. Ricordatevi, valutate voi quando, di togliere la scorza di limone ed il rosmarino prima che si brucino.
Terza cottura: mette
a scaldare l'olio per la frittura, seguendo le
regole che oramai conoscerete a memoria e, tanto che l'olio arriva in temperatura
- circa 160° - passate i filetti null'uovo, poi velocemente nelle mandorle
tritate, avendo cura di farle aderire in modo uniforme sui filetti. Non appena
l'olio è caldo, immergeteci i filetti e fateli cuocere, da entrambi i lati, per
un totale di circa cinque minuti, avendo comunque cura a non far colorire
troppo la panatura di mandorle, che dovrà rimanere di un bel colore dorato
chiaro. Scolate i filetti, metteteli su di un piatto dove avrete messo qualche
foglio di carta da cucina o per fritture, e salateli leggermente.
Ce l'abbiamo fatta, quattro pagine di ricetta, ma ce
l'abbiamo fatta !
Non resta che impiattare, disponendo le patate,
leggermente sovrapposte tra loro, e sopra di esse i tre filetti di tombarello,
ricordando di bagnare quello cotto al court
bouillon con qualche cucchiaino dell'emulsione di olio e limone. Mettete un
po' della salsa di fichi d'India su ogni piatto, usando una ciotolina oppure,
se la salsa l'avete ben addensata, anche direttamente sul piatto.
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