Un calzone l’avevo già fatto, con formaggio e fiori di zucca, ma visto che l’altro giorno, dopo aver fatto il
pane, mi era avanzata un po’ di pasta, che non potevo certo buttare, ho
ripetuto la cosa, questa volta, naturalmente, cambiando il ripieno.
La strategia è sempre la stessa, aprire il frigo e vedere
cosa c’è dentro, con particolare attenzione a ciò che giace da molto, troppo,
tempo.
Questa volta, quindi, l’ultimo pezzo del formaggio
caprino portatomi dall’Olanda, il Polder Gold di Henri Willig, un po’ di
coppa, avanzo di questa ricetta, e per finire qualche pomdoro datterino.
Naturalmente, se volete, potete sostituire il caprino con
altro tipo di formaggio.
Ingredienti (per ogni calzone)
- Pasta lievita (qui la mia ricetta)
- Quattro pomodori datterino
- Una fetta di coppa di testa
- Quattro cucchiai di formaggio grattugiato
- Olio per friggere (oliva o arachide)
- Sale e pepe
Per la pasta lievita, naturalmente, potete seguire la mia ricetta, la vostra oppure - beata pigrizia - comprarla in qualche forno.
Bene, quale che sia il modo in cui siete venuti in
possesso della pasta, partite lavando i pomodorini e tagliandoli a dadini.
Prendete poi il formaggio e, usando una grattugia a lama
larga, riducetelo in scaglie. Se non avete la grattugia, lavorate di coltello
ma, mi raccomando, fate pezzetti piccoli, in modo che il formaggio possa
sciogliersi a dovere durante la cottura.
Finite con la coppa, che dovrete solamente tagliare a
pezzi, senza curarvi troppo di forma e dimensione.
Bene, per il ripieno siamo a posto, per cui ritornate
alla pasta lievita e ricavatene delle palle del diametro di circa otto
centimetri.
Prendete ogni palla, mettetela sul piano di lavoro e
schiacciatela in modo da ottenere un disco di circa quindici centimetri di
diametro e poi, sulla metà di ogni disco, disponente il formaggio, i pezzi di
coppa e i pomdorini.
Date una macinata di pepe nero sul tutto, poi bagnate,
usando le dita, tutto il bordo del disco di pasta, in modo che possa aderire
meglio in fase di chiusura, prendete la metà dove non c’è l’impasto,
sollevatela e rivoltatela in modo che copra quella con l’impasto.
Fate aderire per bene i bordi, premendo con le dita, poi
fate un ulteriore orlo, ripegando il bordo su se stesso, in modo da sigillare
definitivamente il calzone, premendo nuovamente, sempre con le dita umide.
Ci siamo, non resta che friggere, seguendo le solite regole, per cui metete abbondante olio per friggere in una
padella adatta, portate sul fuoco e, quando l’olio è a circa 160° (sul termometro
non dirò più nulla), friggete i calzoni uno alla volta, massimo due se la
padella è bella ampia e l’olio è tanto.
Fate friggere da entrambi i lati - il calzone galleggia,
per cui anche se mettete tanto olio, il calzone non sarà mai immerso
completamente – poi scolate e mettete i calzoni su di un piatto sul quale
avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per fritture.
Fate riposare i calzoni giusto cinque minuti, più che
altro per non ustionarvi quando li addenterete, poi impiattate e portate in tavola.
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