Si, va bene, lo ammetto, il nome di questa ricetta è
fastidioso e pretenzioso, sintomo di una progressiva deriva patologica verso
l’apparire piuttosto che l’essere.
Che vi devo dire, mi è venuto così...
Comunque, disquisizioni semantiche a parte, visto che
siamo in periodo di vino novello, ho voluto usarlo per uno stracotto, di maiale
per il banale motivo che al supermercato ho trovato solo un’arista, profumato
con le spezie ed accompagnato da un piccolo gateau
di patate e parmigiano reggiano.
Il cestino di parmigiano, ovviamente, è più per
guarnizione, anche se lo potete usare come accompagnamento, spezzettandolo e
mangiandolo.
Ingredienti (per 4 persone)
Per l’arista
- Un arista di maiale di circa un chilo
- Una bottiglia di vino novello (buono)
- Un cucchiaio di bacche di ginepro
- Un cucchiaio ben colmo di grandi pepe nero
- Un cucchiaio di semi di cardamomo (se non li avete, poco male)
- Cinque foglie di salvia
- Un paio di rametti di rosmarino
- Un paio di foglie di alloro
- Olio extra-vergine di oliva
- Sale
- Una noce di burro
- Un cucchiaio raso di farina
Per i gateau
(della misura di quello in foto)
- Quattro patate a pasta gialla piuttosto grandi
- Un uovo
- Quattro cucchiai di parmigiano reggiano
- Quattro cucchiai di panna fresca
- Sale e pepe
- Olio extra-vergine di oliva
- Burro (per ungere gli stampi)
- Pangrattato (per foderare gli stampi)
Per ogni cestino
- Cinquanta grammi di parmigiano reggiano grattugiato
Direi di partire senza dubbio con la cottura dell’arista,
che richiederà circa tre ore.
Vi dico subito che, per usare al meglio le spezie, vi
servirà un cuoci spezie, che altro non è che una sorta di cestino in metallo,
molto simile a quelli che si usano per fare il the, ma più grande, che vi
consente di cuocere le spezie senza che queste si disperdano nel liquido di
cottura.
Se mettete le spezie direttamente nella casseruola,
queste ovviamente si cuoceranno, ma poi dovrete toglierle una per una, dato che
nessuno vuole trovarsi tra i denti una bacca di ginepro, un grano di pepe o un
pezzo di foglia di alloro.
Se non avete il cuoci spezie - lo ammetto, non è proprio
un accessorio che tutti hanno in cucina - potete usare un filtro per il the e,
se non avete nemmeno quello, avvolgete tutte le spezie in un paio di garze,
facendo una sorta di sacchettino, che chiuderete con un po’ di spago da cucina.
Se non avete nemmeno la garza...
Bene, dopo il noioso pistolotto, mettete allora tutte le
spezie nell’involucro che avete deciso di usare, schiacciando leggermente sia
le bacche di ginepro che i semi di cardamomo, poi prendete una casseruola, di
dimensioni tali da contenere l’arista a misura, in modo da non dover usare
troppo vino per ricoprirla, e metteteci quattro o cinque cucchiai di olio
extra-vergine.
Portate la casseruola sul fuoco e, quando l’olio è ben
caldo, unite l’arista e fatela rosolare da tutti i lati, per circa cinque
minuti complessivi.
Quando l’arista è rosolata e sigillata, salatela e versate
nella casseruola il vino novello - tutto - e poi immergete il cestino con le
spezie in modo che sia completamente immerso nel vino, coprite con il
coperchio, abbassate la fiamma al minimo possibile - meglio ancora se avete una
retina spargi fiamma - e fate cuocere per circa tre ore, girando ogni tanto
l’arista.
La cottura deve essere molto lenta, con il vino che
sobolle appena, per cui scegliete il fuoco più piccolo del vostro piano
cottura.
Tanto che lo stracotto si cuoce, dedicatevi alle altre
preparazioni, mettendo per prima cosa a lessare le patate, in acqua fredda e
leggermente salata, in una pentola ampia, portandole a bollore e facendole
cuocere fino a quando non saranno morbide.
Quando le patate sono cotte, scolatele e fatele
intiepidire, quel tanto che basta per poterle sbucciare senza ustionarsi le
dita, poi, usando il passa patate, passatele raccogliendole in una terrina.
Aggiungete la panna fresca, l’uovo sbattuto per bene, il
parmigiano grattugiato, un filo d’olio extra-vergine, regolate di sale e date
una macinata di pepe nero e, infine, mescolate per amalgamare il tutto.
Imburrate gli stampi e poi, sul fondo di ciascuno,
mettete un disco di carta da forno tagliato a misura, in modo che sarà più
facile estrarre i gateau. Vedrete che
il disco di carta rimarrà ben saldo al suo posto per effetto del burro che
fungerà da collante.
Fate cadere un po’ di pangrattato negli stampi,
ruotandoli in modo che questo aderisca in modo uniforme su tutte le pareti, poi
rovesciate gli stampi per eliminare il pangrattato in eccesso. Il modo migliore
di procedere, e che vi consente di non sprecare pangrattato, è di procedere con
il primo stampo, raccogliendo il pangrattato in eccesso nel secondo, e così via
fino all’ultimo stampo.
Riempite gli stampi con l’impasto di patate, pressando
l’impasto ed arrivando fino al bordo, dato che la crescita durante la cottura
sarà minima.
Sciogliete un po‘ di burro in un pentolino e poi, usando
un pennellino o le dita, spennelate la parte superiore dei gateau.
Distribuite sopra ai gateau
un po’ di pangrattato, avendo cura che questo di distribuisca uniformemente
sulla loro superficie, aderendo al burro con il quale avete bagnato la
superficie dei gateau.
Mettete tutti gli stampi su una teglia da forno, poi
accendete il forno a 200° e, quando la temperatura è raggiunta, infornate per
una mezz’ora.
Spegnete, aprite leggermente lo sportello del forno e
lasciate i gateau dentro per ancora
dieci minuti, poi tirateli fuori e fateli intiepidire prima di rimuoverli dai
loro stampi, cosa che farete passando prima la lama di un coltellino fra il
bordo di ciascuno stampo ed i gateau.
Per la preparazione dei cestini, grattugiate per prima
cosa il parmigiano, dividendolo in parti uguali, una per ogni cestino.
Prendete poi un padellino anti-aderente, possibilmente
con i bordi bassi, tipo quelli usati per fare le crepes - ovviamente procederete singolarmente per ogni cestino - in
modo da creare un disco di una quindicina di centimetri di diametro e di
spessore costante.
Portate il padellino sul fuoco a fiamma media, ed
aspettate che il parmigiano cominci a sciogliersi e a compattarsi.
Usando una spatola, aiutate il parmigiano a mantenere la
sua forma, premendo un po' sulla sua superficie, in modo da agevolare il
compattamento. Non preoccupatevi troppo se nel disco di formaggio rimangono
piccoli fori, dovuti alla non perfetta saldatura del parmigiano.
Dopo circa quattro minuti, togliete momentaneamente il
padellino dal fuoco, aspettate tre o quattro minuti, in modo che il formaggio
si rapprenda un pochino, poi usando la spatola, giratelo come girereste una crepes o una frittata. Non giratelo
quando è ancora bollente, dato che il formaggio colerebbe via.
Riportate sul fuoco e fate dorare anche l'altro lato del
cestino. Questa volta saranno sufficienti un paio di minuti.
Spegnete definitivamente, aspettate i soliti tre o
quattro minuti, poi, aiutandovi sempre con la spatola, mettete il foglio di
formaggio su una piccola ciotola rovesciata, premendo leggermente con le mani
in modo che il formaggio, freddandosi, prenda la forma della ciotola.
Ovviamente il foglio di formaggio non aderirà alla perfezione alla ciotola,
cosa che però consentirà al cestino di avere una forma irregolare, che
accentuerà il suo carattere "rustico".
Fate freddare il padellino e ripetete il procedimento
fino a formare tutti i cestini.
Tornate allo stracotto e, trascorse le tre ore, prendete
la carne - con delicatezza, dato che dopo tre ore sarà decisamente tenera - e
mettetela momentaneamente in un piatto, lasciando il fondo di cottura nella
casseruola.
Alzate la fiamma, unite una noce di burro e la farina,
facendola passare attraverso un colino a rete fitta, in modo da setacciarla,
poi, meglio se usando una piccola frusta, mescolate rapidamente, in modo da
sciogliere la farina e far addensare il fondo di cottura.
Spegnete e rimettete la carne nella casseruola, in modo
che rimanga calda e possa bearsi del suo fondo di cottura.
Ci siamo, non resta che impiattare, tagliando la carne -
in realtà, dopo tre ore di cottura, più che tagliarla, la sfalderete - e
mettendola nei rispettivi cestini, poi affiancate al cestino un gateau e, se volete, guarnite come
meglio credete.
I can tell you have put a lot of work into it. Keep it up!
RispondiEliminaRenovations