Ogni tanto, soprattutto quando preparo la pizza, lascio
da parte un po' di pasta lievita e ci faccio qualche calzone, cercando ogni
volta di riempirlo con qualcosa di nuovo, tipicamente svuotando il frigo dagli
avanzi che lì giacciono.
Questa volta, quindi, un calzone decisamente tosto, visto che la 'nduja non è certo
per palati fini e, a completare il ripieno, una bella dose di Asiago DOP e
qualche pomodoro datterino, che con la loro sapore dolcezza smorzano
leggermente il tutto.
Aggiungo che a me piace fare calzoni di una certa
dimensione, che abbiano un bell'impatto visivo, da mettere poi a tavola e
tagliare in porzioni per ogni commensale, motivo per cui le dosi che riporterò
sono decisamente abbondanti, da ridurre se a voi, invece, piacciono i calzoni finger food.
Ingredienti (per ogni calzone)
- Pasta lievita (qui la mia ricetta)
- Sei pomodori datterino
- Un pezzo di 'nduja (la quantità dipende da quanto volete soffrire)
- Trenta grammi di Asiago DOP
- Olio per friggere (oliva o arachide)
- Sale e pepe
Per la pasta lievita, naturalmente, potete seguire la mia ricetta, la vostra oppure - beata pigrizia - comprarla in qualche forno.
Lasciate stare la pasta pronta che trovate al supermercato, quella in
confezioni simili a quelle della pasta sfoglia.
Bene, quale che sia il modo in cui siete venuti in
possesso della pasta, partite lavando i pomodorini e tagliandoli a dadini.
Prendete poi il formaggio e, usando una grattugia a lama
larga, riducetelo in scaglie. Se non avete la grattugia, o se l'Asiago è
particolarmente fresco, lavorate di coltello ma, mi raccomando, fate pezzetti
piccoli, in modo che il formaggio possa sciogliersi a dovere durante la
cottura.
Finite con la 'nduja, che dovrete solamente tagliare a
pezzi, senza curarvi troppo di forma e dimensione, anche perché la 'nduja è
morbida e pretendere di tagliarla in modo regolare è sforzo inutile.
Bene, per il ripieno siamo a posto, per cui ritornate
alla pasta lievita e ricavatene delle palle del diametro di circa otto
centimetri.
Prendete ogni palla, mettetela sul piano di lavoro e
schiacciatela in modo da ottenere un disco di circa venti centimetri di
diametro e poi, sulla metà di ogni disco, disponete la 'nduja, il formaggio e i
pomodorini.
Operate in modo che il ripieno lasci un bordo di un paio
di centimetri intorno a se, in modo che sia poi possibile chiudere e saldare il
calzone.
Non lesinate il formaggio, soprattutto se lo avete
grattugiato a scaglie sottili, dato che squagliandosi durante la cottura
ridurrà di molto il suo volume, quindi se ne mettete poco rischiate di
ritrovarvi con un calzone sgonfio.
Date una macinata di pepe nero sul tutto, poi bagnate con
un po' d'acqua, usando le dita, tutto il bordo del disco di pasta, in modo che
possa aderire meglio in fase di chiusura, prendete la metà dove non c’è
l’impasto, sollevatela e rivoltatela in modo che copra quella con l’impasto.
Fate aderire per bene i bordi, premendo con le dita, poi
fate un ulteriore orlo, ripiegando il bordo su se stesso, in modo da sigillare
definitivamente il calzone, premendo nuovamente, sempre con le dita umide.
Ci siamo, non resta che friggere, seguendo le solite regole, per cui mettete abbondante olio per friggere in una
padella adatta, portate sul fuoco e, quando l’olio è a circa 160° (sull'utilità
del termometro non dirò più nulla), friggete i calzoni uno alla volta, massimo
due se la padella è bella ampia e l’olio è tanto.
Fate friggere da entrambi i lati - il calzone galleggia,
per cui anche se mettete tanto olio, il calzone non sarà mai immerso
completamente – poi scolate e mettete i calzoni su di un piatto sul quale
avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per fritture.
Fate riposare i calzoni giusto cinque minuti, più che
altro per non ustionarvi quando li addenterete, poi impiattate e portate in
tavola.
Nessun commento:
Posta un commento