Roma, domenica 23 dicembre 2012. Frenesia da regalo
natalizio; per fortuna ne mancano pochi ma, come al solito, sono quelli
importanti.
Carico Lavinia in scooter e via, più veloci della luce,
da Feltrinelli e Beauty Point, dove accattiamo ciò che doveva essere accattato.
In zona Cesarini, ma ce l'abbiamo fatta (per la cronaca, se qualcuno si sta
chiedendo se la zona Cesarini non sia il realtà il 24 dicembre, faccio
simpaticamente notare che io, il 24, sono recluso in casa, dovendo spignattare
per sfamare la quasi trentina di ospiti con cui passo la vigilia...).
Rientriamo a casa alle 13.20, dove trovo la mia cara
moglie che, seduta bellamente sul divano, chiacchiera con una cara amica, che
scopro fermarsi a pranzo.
- "Anto, hai preparato qualcosa ?"
- "Si amore, c'è l'acqua della pasta già sul fuoco..."
- "E poi ?"
- "E poi cosa, c'è l'acqua della pasta già sul fuoco..."
Capisco.
Dubbioso tra il servire una scodella d'acqua - per la
cronaca, nemmeno salata - oppure tentare di entrare nel Guinness dei primati, opto per quest'ultima possibilità, da cui il
nome della ricetta.
La strategia è la solita, apro il frigo e vedo che c'è
dentro. Nulla di nuovo, quindi, se non, questa volta, il cronometro che batte
il tempo.
Tiro fuori, nell'ordine, due cespi di radicchio tardivo,
un po' di pomodori ciliegino, un pezzo di Asiago DOP, una bustina di pinoli,
già aperta e un po' di basilico.
Pochi secondi di riflessione e si parte...
Ingredienti (per 6 persone)
- Mezzo chilo di spaghetti
- Due cespi di radicchio tardivo
- Una ventina di pomodorini ciliegino
- Cinquanta grammi di Asiago DOP
- Una decina di foglioline di basilico
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Prendete il radicchio, lavatelo e asciugatelo, e poi
tagliatelo, a partire dalla punta, a striscioline della larghezza di un
centimetro, fermandovi quando arrivate alla parte bianca, più dura.
Tagliate a metà i pomodorini.
Prendete una padella molto ampia, che userete anche per
mantecare la pasta, metteteci abbondante olio extravergine, direi otto cucchiai,
e portatela sul fuoco.
Quando l'olio è ben caldo, unite pomodorini e radicchio,
alzate la fiamma al massimo, salate e pepate e fate andare per circa cinque
minuti, senza coperchio, poi spegnete e tenete in caldo.
Tanto che il condimento va, e visto che l'acqua l'ha
messa su vostra moglie - o marito, a seconda del contesto familiare - non vi
rimando allo studio della teoria, e vi lascio il solo compito di buttare la pasta.
Tanto che la pasta cuoce, grattugiate l'Asiago, usando
una grattugia a lame larghe, e spezzettate le foglioline di basilico.
Quando mancano pochi minuti alla fine della cottura,
prendete una tazza e prelevate un po' dell'acqua, ricca di amido, che vi servirà
per la mantecatura finale.
Quando la pasta è cotta, scolatela, lasciandola umida, e
travasatela nella padella dove l’aspetta il condimento.
Riportate la padella sul fuoco, unite l'Asiago e il
basilico, alzate la fiamma al massimo, e mescolate rapidamente, in modo da sciogliere
per bene il formaggio e procedere con la mantecatura, aggiungendo l'acqua di
cottura messa da parte.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa evaporazione
dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Spegnete, aggiungete i pinoli e date un'ultima mescolata,
poi impiattate rapidamente e portate in tavola, ringraziando il vostro partner
per il grande contributo dato alla preparazione e guardando l'orologio, per
verificare che siano le 13:40.
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