E dopo avere preparato una tartare per il cenone della Vigilia del Natale 2012, non potevo
esimermi dall'affiancargli anche un carpaccio, se non altro per dare degna
celebrazione al pesce crudo, che tanto amo.
La scelta dell'orata, o meglio di un suo filetto,
preparato davanti a me dalla mia pesciarola
(termine romano, chiedo venia) di fiducia, è stata dettata solamente dal suo
bell'aspetto, che rendeva gli altri pesci semplici comparse.
Poi la solita verdura di stagione e, nello specifico, i
carciofi, rigorosamente a crudo, ed una emulsione di olio extravergine e cedro.
Come tocco finale, più visivo che altro, una granella di
mandorle, il sale nero di Cipro e qualche fogliolina di timo fresco.
Ingredienti (per 6 carpacci come in foto)
- Un filetto di orata, di circa tre etti di peso
- Quattro carciofi
- Quattro cucchiaini di granella di mandorle
- Qualche rametto di timo fresco
- Olio extravergine di oliva
- Un cedro (in mancanza, un lime o un limone)
- Sale nero
- Pepe bianco
Per quanto riguarda l'orata, l'ideale, se volete faticare
poco, è chiedere a chi ve lo vende di sfilettarvela e tagliare poi il filetto a
fettine sottili, dicendogli chiaramente che ci dovete fare un carpaccio.
Se riuscite nell'intento, facendo impietosire il
pescivendolo e, quindi, siete tornati a casa con i vostro bel filetto tagliato
per il carpaccio, saltate a piè pari il prossimo paragrafo, altrimenti armatevi
di pazienza e proseguite.
Per sfilettare il pesce vi servirà, per prima cosa un
coltello molto affilato, con la lama lunga e flessibile, meglio ancora un
coltello specifico per sfilettare.
Prendete poi l'orata e fate un taglio alla base della
testa, trasversalmente alla lunghezza del pesce, poi ruotate la lama, in modo
che questa sia contatto con la lisca centrale, e tagliate per tutta la
lunghezza, mantenendo il coltello ben a contatto con la lisca centrale, fino ad
uscire dalla coda.
Ripetete per l'altro lato del pesce, et voilà, più facile a farsi che a dirsi.
Rimuovete le lische residue dai filetti e, sempre usando
un coltello affilato, rifilate i filetti, rimuovendo la parte di pelle sui
bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole, sia alla vista che al
gusto.
Mettete i filetti su un tagliere, con la pelle rivolta
verso il basso, e usando sempre il coltello affilato, cominciate a ricavare le
singole fettine per il carpaccio, tagliando a partire dal centro del filetto e,
seguendo la sua naturale inclinazione, arrivando fino al bordo.
Non vi preoccupate se le fettine vengono di forma
irregolare, tanto poi quando comporrete il piatto potrete sistemare il tutto.
Bene, superata la fatica della lavorazione del pesce, o
ringraziando la comprensione e bontà del venditore, che vi ha risparmiato la
fatica, dedicatevi ai carciofi.
Per prima cosa puliteli, in questo caso, visto che li
utilizzerete a crudo, andando oltre la normale pulizia dei carciofi, rimuovendo un numero maggiore di foglie esterne,
eliminando completamente il gambo e buona parte della punta.
Tagliate a metà un limone e strofinate leggermente i
carciofi con la sua parte interna, in modo che il succo li bagni, evitando che
si scuriscano per effetto della loro ossidazione.
Mettete poi i carciofi sul tagliere, con la base rivolta
verso l'alto, e tagliateli a fettine molto sottili, partendo dalla base e
arrivando fino alla punta. Dopo le prime fettine, rimuovete la barba centrale del carciofo e proseguite
con il taglio.
Forza che ci siamo.
Componente il carpaccio, scegliendo la configurazione che
più vi piace, poi salatelo usando il sale nero e date una leggera macinata di
pepe bianco.
Preparate l'emulsione, orientandovi su una proporzione di
tre parti di extravergine ed una di succo di cedro.
Emulsionate per bene e poi, agendo rapidamente per
evitare che l'emulsione si smonti, versatela
sul carpaccio, che completerete distribuendo un po' di granella di mandorle e
di foglioline di timo su ogni porzione.
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