Piccoli esperimenti crescono....
Devo dire che l’uso che sto facendo del giocattolo portatomi da Babbo Natale è di gran lunga superiore a quello fatto di tutti
i regali precedenti messi insieme.
Questa volta è toccato ad un paio di quaglie, riprendendo
un’idea di Gennaro
Esposito, condivisa da lui durante il celeberrimo (per
me) evento di Napoli, relativo al concorso Grandi Formaggi DOP.
Ho cotto le quaglie per 24 ore a 56°, al solito in
sottovuoto, insieme al rosmarino e alla scorza d’arancia, ottenendo una carne,
profumatissima, che si è realmente sciolta in bocca.
Come accompagnamento, infine, un semplice purè di patate,
arricchito con un po’ di formaggio Brie ed erba cipollina.
Sulle quantità, tenete presente che le quaglie sono
piccole, per cui direi che una a testa è proprio il minimo e, se volete servire
il tutto come piatto unico, consideratene almeno un paio per ogni ospite.
Ventiquattro ore non sono poche, per cui preparatevi,
spiritualmente e praticamente, con un certo anticipo.
Ingredienti (per il piatto in foto)
Per le quaglie
- Due quaglie, già eviscerate
- Due rametti di rosmarino
- Due pezzi di scorza di arancia
- Due cucchiaini di burro
- Sale e pepe
Per il purè
- Due patate a pasta gialla
- Trenta grammi di formaggio Brie
- Panna fresca (vedi dopo)
- Un cucchiaino di burro
- Tre o quattro fili di erba cipollina
- Sale
Ovviamente si parte con le quaglie, che salerete e
peperete in superficie.
Poi preparate il sottovuoto, mettendo le quaglie nel
sacchetto per il sottovuoto e aggiungendo il rosmarino, la scorza d’arancia -
mi raccomando, solo la parte arancione - e infine un cucchiaino burro (l’altro
lo userete dopo), che taglierete in pezzetti e distribuirete in modo uniforme
nel sacchetto.
Fate infine il sottovuoto, seguendo le istruzioni della
vostra macchina. Mi raccomando, verificate che i sacchetti che usate siano
resistenti al calore e, quindi, adatti alla cottura.
Immergete il sacchetto e procedete con la cottura, che
come ho detto più sopra, io ho fatto a 56° per ventiquattro ore e andate a
dormire, senza preoccuparvi di mettere la sveglia.
Quando manca più o meno un'ora alla fine della cottura, dedicatevi
al purè, mettendo le patate in una pentola, coprendole con abbondante acqua
fredda, leggermente salata e portando il tutto a bollore.
Fate cuocere le patate fino a quando saranno morbide -
fate la prova con la forchetta - poi scolatele, fatele intiepidire quel tanto
che basta a non ustionarvi le dita, sbucciatele e passatele al passa patate,
raccogliendole direttamente in un pentolino, meglio se anti-aderente.
Aggiungete il burro, il formaggio Brie spezzettato
grossolanamente e la panna, per la cui quantità dovrete sapervi regolare ad
occhio, in base alla densità che desiderate dare al purè.
Portate sul fuoco, a fiamma bassa, e fate sciogliere
burro e formaggio, sempre mescolando con una piccola frusta o con un cucchiaio
di legno.
Fate andare per non più di qualche minuto, giusto il
tempo di armonizzare il tutto, poi verificate la densità e, nel caso, regolate
con la panna e poi spegnete e aggiungete l’erba cipollina, che avrete prima
tagliato - tagliato, non tritato - in piccoli pezzetti.
Altra mescolata e tenete da parte, in caldo.
Tornate alle quaglie, che dovrebbero essere pronte,
togliete il sacchetto dall'acqua, mettetelo in una bacinella e tagliate uno dei
suoi angoli, in modo da far uscire e raccogliere il liquido di cottura in un
pentolino.
Eliminate la pelle, poi separate la carne delle quaglie
dalle ossa - se volete potete tenere due cosce intere, da usare come
guarnizione - e raccoglietela in un piatto.
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma bassa, aggiungete
l’altro cucchiaino di burro e fatelo sciogliere, girando in modo da
incorporarlo per bene. Vedrete che, dopo ventiquattro ore di cottura, il
liquido sarà già sufficientemente denso, per cui non servirà aggiungere
addensanti, come ad esempio la classica farina.
Spegnete la fiamma, unite la carne delle quaglie nel
pentolino e mescolate per benino, in modo che questa possa bagnarsi in modo uniforme
nel fondo di cottura.
Se volete, e se avete tenuto da parte le cosce per la
guarnizione, potete rosolarle in superficie, come se doveste fare la classica
sigillatura, in modo da dargli un aspetto più tradizionale, considerando che la
cottura a bassa temperatura lascia l'esterno della carne di un colore un po'
spento.
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