Era tanto che non mi dedicavo ai dolci, per cui
nell’ultima settimana, dopo aver preparato il millefoglie di strudel, sono ritornato alla mia amata pasta frolla, preparando una piccola torta a base di pere, cotte nella panna e
nel latte, e di semolino, con l’uvetta passa a completare il tutto.
Vedete l’uso del semolino come un’alternativa a quello
della crema, che vi consente di legare le pere, dando al contempo un sapore ed
una consistenza particolari alla torta.
Ingredienti (per una teglia da 24 cm di diametro)
- Una dose di pasta frolla (qui la mia ricetta)
- Quattro pere (io ho usato le Abate)
- Mezzo litro di panna fresca
- Mezzo litro di latte intero
- Sessanta grammi di semolino
- Tre cucchiai di uva passa
- Mezzo cucchiaino di cannella in polvere
- Sei cucchiai di miele non troppo forte (acacia, millefiori, arancia,...)
- Quattro cucchiai di zucchero di canna
- Burro e farina (per ungere le teglia)
Partite preparando la pasta frolla o, se siete svogliati, compratene un rotolo di quella pronta (no,
tranquilli, non mi offendo).
Mettete poi a mollo l'uvetta in una tazza con acqua
fredda, dove dovrà restare per circa mezz'ora.
Sbucciate le pere, tagliate ciascuna pera in quattro
spicchi, privateli del torsolo e dei semi, poi tagliate ogni spicchio ancora a
metà e, infine, tagliate ogni singolo spicchio in fettine sottili.
Prendete una casseruola, meglio se anti-aderente,
metteteci la panna, il latte, le pere, la cannella, il miele e due dei quattro
cucchiai di zucchero di canna, poi portatela sul fuoco, a fiamma bassa e con il
coperchio.
Portate il tutto ad ebollizione leggera, togliete il
coperchio e fate andare per circa dieci minuti, in modo che le pere possano
ammorbidirsi, pur mantenendo una certa consistenza.
Dopo i dieci minuti, cominciate ad aggiungere il
semolino, facendolo cadere a pioggia e, contemporaneamente, girando con una
piccola frusta, in modo da eliminare gli eventuali grumi.
Continuate la cottura del semolino per due o tre minuti,
sempre girando, questa volta con un cucchiaio di legno, poi spegnete,
aggiungete l’uvetta passa, che avrete strizzato ed asciugato, date un ultima
mescolata e fate intiepidire.
Se vi sembra che il tutto diventi troppo denso - il
semolino, raffreddandosi, aumenta la propria densità - aggiungete ancora un po’
di latte, ma fatelo solo quando il composto è tiepido e poco prima di usarlo
per riempire la torta.
Tanto per darvi un termine di paragone, la densità
dovrebbe essere simile a quella della polenta appena fatta, quindi in grado di
colare da un cucchiaio, ma con una certa lentezza.
Quando il ripieno è tiepido, prendete una teglia da dolci,
preferendo, se l’avete, una con il bordo rimovibile, imburratela per bene e
poi infarinatela, facendo aderire la farina su tutta la superficie e togliendo
poi quella in eccesso.
Tornate alla frolla, stendetela sul piano di lavoro,
lasciandola un po' spessa, direi almeno mezzo centimetro, e poi foderateci la
teglia, avendo cura di risalire su tutto il bordo, che poi rifilerete con un
coltello, in modo che questo sia a filo con quello della teglia.
Versate l’impasto, arrivando tranquillamente fino al
bordo, dato che il ripieno, durante la cottura, crescerà al massimo di mezzo
centimetro.
Prendete lo zucchero di canna messo da parte e
distribuitelo in modo uniforme sul ripieno, in modo da creare, per effetto
della cottura, una crosticina dolce.
Infornate a 180° per circa quaranta minuti (se avete
scelto una teglia con il bordo rimovibile, appoggiatela su una teglia più
ampia, dato che per quanto il bordo sia a tenuta, è possibile che un po' di
burro riesca comunque a filtrare).
Quando la torta è cotta, spegnete, tiratela fuori dal
forno e fatela freddare a temperatura ambiente.
Se avete usato una teglia con il bordo rimovibile,
toglietelo e trasferite la torta su un piatto e poi mettetelo in frigorifero,
altrimenti mettete in frigorifero la torta con tutta la sua teglia.
Fate riposare in frigorifero, per almeno un paio d'ore,
in modo che il ripieno possa compattarsi, poi tirate fuori e, se avete usato
una teglia tradizionale, rimuovete delicatamente la torta, passando prima la
lama di un coltellino lungo i bordi, in modo da agevolare il tutto.
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