Alzino la mano, soprattutto fra quelli con figli ancora
giovani, coloro che non si pappano ogni tanto le fettine panate.
Parlo volutamente di "fettine panate" e non di
"cotoletta alla milanese", dato che spesso quello che cuciniamo nella
nostra cucina si prende qualche deroga dal disciplinare della ricetta
originale, limitandosi a panare, con uovo e pangrattato, delle spesso anonime
fettine di carne.
Comunque, rispetto o meno della ricetta originale, il
problema è che spesso 'ste benedette fettine panate avanzano, trasformandosi il
giorno dopo in possibili alternative per la risuolatura delle scarpe.
Tentativi di riscaldarle, li aborro; farci un panino, men
che mai, dato che poi, per mandarlo giù, ci vorrebbero litri di liquidi; ogni
tanto le ripasso nel pomodoro, ma giusto per disperazione...insomma, la fettina
panata avanzata è un problema serio, per l'umanità tutta.
Questa volta, quindi, memore anche di qualcosa che mi
aveva accennato mio cognato, ho deciso da farle in carpione, come normalmente
si fa con i lattarini o altro tipo di pesce fritto, con la sola aggiunta del
pomodoro Marinda disidratato, che aggiunge dolcezza e morbidezza al piatto.
La preparazione è semplice, con giusto il tempo, non
brevissimo, di disidratare i pomodori, per accentuarne ancor più la dolcezza e
per far riposare il piatto, che come tutte le preparazioni in carpione, vuole
tempo per poter armonizzare tutti i sapori.
Per le quantità sarò abbastanza approssimativo, dato che
mi sono dovuto adattare alle fettine panate che ho trovato in frigo, provando
comunque a darvi quelle che, indicativamente, dovrebbero andar bene per quattro
persone.
Non vi darò la ricetta per le fettine panate, dato che
ognuno ha la sua ed anche perché il piatto si fonda sul concetto di
"avanzo", quindi con le fettine già belle e pronte, magari cucinate
da qualcun altro.
Ingredienti (per 4 persone)
- Due fettine panate piuttosto grandi
- Quattro pomodori Marinda
- Due cipolle ramate
- Mezzo bicchiere di aceto di vino bianco
- Un cucchiaio di zucchero di canna
- Un cucchiaio di pinoli sgusciati
- Un cucchiaio di uvetta passa
- Qualche rametto di timo
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe bianco
- Pane carasau (opzionale)
Bene, per prima cosa dovete disidratare i pomodori,
tagliandoli a fette non troppo sottili, dato che la disidratazione ne ridurrà
ancora lo spessore, diciamo circa mezzo centimetro.
Prendete poi una teglia, metteteci sul fondo un foglio di
carta da forno e poi disponete le fette di pomodoro.
Salate le fette di pomodoro, date una leggerissima
macinata di pepe bianco, distribuite giusto qualche fogliolina di timo, che ha
un sapore molto deciso, poi infornate per un paio d’ore a 90°, e comunque fino
a quando le fette non si saranno asciugate cosa che dovrete valutare ad occhio
(un buon indicatore è la riduzione del loro spessore di circa la metà).
Quando i pomodori sono pronti, tirateli fuori dal forno e
fateli freddare.
Tanto che i pomodori vanno, dedicatevi alle cipolle, che
pulirete, eliminandone lo strato più esterno e le due estremità, poi taglierete
a metà nel verso della lunghezza e, infine, ogni metà in fettine piuttosto
sottili, che poi scomporrete nei pezzi che costituiscono i singoli strati della
cipolla.
Prima di proseguire, mettete l'uvetta passa ammollo in
acqua fredda, dove la lascerete per una quindicina di minuti e poi scolerete ed
asciugherete.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente, metteteci
quattro cucchiai di olio extravergine e le cipolle, poi portatela sul fuoco, a
fiamma media.
Quando l'olio è caldo e le cipolle cominciano a
sfrigolare, salatatele e fatele appassire - appassire e non rosolare - a fuoco
basso e a padella coperta e, quando le cipolle saranno diventate morbide,
diciamo dopo circa venti minuti, aggiungete anche l'aceto di vino, una eguale
quantità di acqua e lo zucchero di canna.
Fate cuocere, a fuoco un po' più vivace, fino a quando il
liquido si sarà quasi del tutto ristretto. A quel punto aggiungete uvetta e
pinoli, fate andare ancora per un paio di minuti, ricordandovi che le cipolle
non dovranno essere troppo asciutte e po' di fondo, denso, deve rimanere, poi
spegnete e fate intiepidire, non freddare.
Prendete le fettine panate, che dovranno essere a
temperatura ambiente, e tagliatele a striscioline, quasi a ricordare la forma
dei lattarini, pesce tipico per la preparazione in carpione.
Bene, non resta che impiattare, partendo, se volete, con
un pezzo di pane carasau messo sul fondo dei piatti.
Disponete per prima cosa una fettina di pomodoro, sopra
al quale qualche strisciolina di fettina panata e sopra di esse, un cucchiaio
di cipolle, facendo attenzione a prendere anche il fondo di cottura e una
quantità bilanciata di pinoli e uvetta.
Ripetete la sequenza ancora una volta, terminando con
pinoli e uvetta, che avranno quindi anche il ruolo di decorazione.
Fate riposare il tutto almeno per un'oretta, in modo che
il fondo delle cipolle possa penetrare per bene gli altri ingredienti,
armonizzando sapori e profumi.
Quando siete pronti per servire, guarnite se vi va e portate in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: gustoso e fantasioso questo piatto di "riciclo". La presenza di zucchero e aceto non facilita l'abbinamento col vino, motivo per cui mi rifugerei in un bel rosso di media corposità e di facile beva, come un Montepulciano di Abruzzo di Masciarelli che sta bene con tutto.
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