La ricetta non è nulla di che, con la sola eccezione,
spero, della presenza della cicerchia, che ridotta in passata aggiunge un
retrogusto particolare e, al tempo stesso, aggiunge cremosità al piatto.
La cicerchia, ad essere sincero, l'ho usata perché mi era
avanzata da questa ricetta, ma devo dire che il risultato finale non è stato affatto male, con
il legume che quasi si nasconde e si svela solo per il suo sapore.
Anche gli altri ingredienti - i pomodori datterino,
dolcissimi in questa stagione, e le olive taggiasche - sono conseguenza di una
attività di svuotamento del frigorifero, per un primo, quindi, decisamente
ecosostenibile e ispirato al riciclo.
Ovviamente, se non avete anche voi l'avanzo di cicerchie
già lessate, allora dovrete partire con un buon anticipo, considerando il tempo
di ammollo dell'amato legume.
Come pasta, infine, quella del pastificio Setaro.
Ingredienti (per 4/6 persone)
- Mezzo chilo di paccheri
- Due etti di cicerchie
- Mezzo chilo di pomodori datterino
- Un etto e mezzo di olive taggiasche
- Quattro cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
- Una ventina di foglie di basilico
- Due spicchi d’aglio
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Come già detto nella premessa, se è il caso, mettete le
cicerchie in ammollo in abbondante acqua fredda e, considerando l'attesa,
dedicatevi ai vostri passatempi preferiti.
Trascorso il tempo dell'ammollo, scolate le cicerchie e
mettetele in una pentola, aggiungete acqua fredda, in quantità abbondante, in
modo che le cicerchie siano completamente coperte, considerando anche
l'evaporazione dell'acqua durante la cottura.
Salate l'acqua usando del sale grosso, poi portate sul
fuoco, con il coperchio, e da quanto l'acqua comincia a bollire, contate più o
meno un'ora e mezza, tenendo comunque conto che il tempo di cottura dipenderà
anche da quanto le cicerchie sono effettivamente rimaste in ammollo.
Quindi, controllate con una certa frequenza e, quando le
cicerchie saranno ben morbide, spegnete e lasciate intiepidire nella loro
acqua.
Travasate le cicerchie, prendendole con un mestolo
bucato, nel frullatore (meglio) o nel mixer, aggiungete un paio di mestoli
della loro acqua di cottura e fate andare alla massima velocità, facendo in
modo che la crema risulti abbastanza fluida, diciamo più o meno come un passato
di verdura.
A voler essere rigorosi, potreste anche usare un passa
verdure al posto di frullatore o mixer, in modo da separare la buccia delle
cicerchie, ricavando solo la polpa e, peraltro, giustificando il termine di
"passata".
Dedicatevi poi ai pomodorini, che taglierete a metà, lasciando
interi quelli più piccoli.
Prendete una ampia padella, dove poi mantecherete anche
la pasta, metteteci cinque o sei cucchiai di olio extravergine e gli spicchi
d’aglio, ancora in camicia e leggermente schiacciati.
Portate sul fuoco, a fiamma media, e fate rosolare fino a
quando l’aglio non si sarà dorato, poi toglietelo ed unite i pomodorini,
salandoli e alzando la fiamma, in modo di farli cuocere piuttosto allegramente.
Dopo qualche minuto unite anche le olive - se le avete
trovate già denocciolate, tanto meglio - e proseguite fino a quando i
pomodorini non cominceranno ad ammorbidirsi, ma senza che si sfaldino troppo,
in modo che rimangano visibili all'interno della salsa.
Spegnete il fuoco e unite le foglioline di basilico, che
avrete prima tagliato a striscioline con il coltello, e la passata di
cicerchia, mescolando per bene in modo da armonizzare il tutto, dando anche una
generosa macinata di pepe.
Vedrete che la cicerchia quasi non si noterà più,
principalmente per effetto del pomodoro, che con il suo colore tenderà a
nasconderla. Va bene così, non vi preoccupate, dato che quello che si dovrà
sentire sarà il suo sapore.
Bene, il condimento è pronto e potete procedere con la
cottura della pasta, prendendo un'ampia pentola, mettendoci l'acqua, nel caso
dando un ripasso alla teoria, salandola e portandola sul fuoco.
Raggiunto il bollore, buttate i paccheri e fateli
cuocere, mescolando spesso, visto che i paccheri hanno la tendenza ad
attaccarsi al fondo della pentola.
A pochi minuti dalla fine della cottura, prendete una
tazza dell'acqua di cottura, ricca di amido, che vi potrà servire per la
mantecatura finale, anche se in questo caso la presenza della passata di
cicerchia già offre un elemento di cremosità.
Quando la pasta è cotta, scolatela, lasciandola umida, e
travasatela nella padella dove l’aspetta il condimento.
Riportate la padella sul fuoco, alzate la fiamma al
massimo, e mescolate in modo da procedere con la mantecatura, aggiungendo, se
il tutto vi sembrasse troppo asciutto, l'acqua di cottura messa da parte.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa evaporazione
dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Spegnete, unite il parmigiano reggiano grattugiato date
un'ultima mescolata.
Impiattate, distribuendo ancora un po' di parmigiano su
ogni porzione, se volete anche una leggera macinata di pepe, poi finalmente
portate in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: da abbinare ad un vino giovane e di media gradazione come un Dolcetto d'Alba Mosesco di Prunotto, un bel piemontese da bere intorno ai 16 gradi.
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