Lo spunto è stato l’osservare il nascere di molte
carbonare di mare, dove al guanciale viene sostituito il pesce, in varie
incarnazioni.
In particolare, io mi sono ispirato con la meravigliosa carbonara di mare proposta dal grandissimo Chef
Giulio Terrinoni
del Ristorante Acquolina di Roma,
conosciuto durante l’Open Day organizzato da Coquis– Ateneo Italiano della Cucina.
Rispetto alla carbonara classica, oltre all’ovvia sostituzione
del guanciale con la bottarga, ho anche eliminato il parmigiano/pecorino, che
per i miei gusti ma si adatta al pesce, sostituendolo con la mollica di pane,
tostata ed aromatizzata con pepe nero e origano.
Per il formato di pasta, infine, avrei preferito le mezze
maniche, ma avevo disponibili solo dei rigatoni napoletani, per cui la scelta è
stata di fatto obbligata.
Ingredienti (per 4 persone)
- Tre etti e mezzo di rigatoni (o altro formato)
- Tre uova
- Una sacca di bottarga di muggine
- Una trentina di foglioline di origano fresco
- Tre cucchiai ben colmi di mollica di pane (vedi dopo)
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per prima cosa prendete la mollica di pane, possibilmente
usando del pane raffermo, in modo che la mollica sia piuttosto secca, e mettetela
nel mixer ad alta velocità (quello che si usa per macinare il caffè e la frutta
secca) o, se non l’avete, nel mixer tradizionale o nel frullatore.
Fate andare alla massima velocità, in modo da ridurre la
mollica in piccole briciole, poi travasate la mollica in un pentolino
anti-aderente, di dimensione tale che la mollica possa formare un strato
sottile, senza essere troppo ammassata, unite una generosissima macinata di
pepe nero e le foglioline di origano finemente tritate con il coltello.
Portate la padella sul fuoco, a fiamma media, e fate
andare, girando quasi in continuazione, fino a quando la mollica comincerà a
scurirsi leggermente, poi spegnete e travasate rapidamente la mollica in una
ciotolina.
Non lasciate la mollica nella padella, altrimenti, per
effetto del calore residuo, continuerà scurirsi, soprattutto quella a contatto
con il fondo.
A questo punto procedete direttamente con la cottura
della pasta, mettendo in un’ampia pentola l'acqua, ripassando prima la teoria, salandola e portandola sul fuoco, buttando poi la pasta
quando l’acqua raggiunge il bollore.
Mentre la pasta di cuoce, prendete una padella, meglio se
in acciaio, in grado di dissipare prima il calore, metteteci sei cucchiai di
olio extravergine, poi, usando una grattugia adatta, grattugiateci metà della
bottarga, mentre l’altra metà la taglierete a fettine sottilissime, che unirete
anch’esse nella padella.
Portate la padella sul fuoco, a fiamma vivace, e fate
rosolare la bottarga per un paio di minuti, in modo che l’olio possa
insaporirsene per benino.
Sbattete per bene le uova, aggiungendo un pizzico di
sale.
Quando manca non più di un minuto alla fine della cottura
della pasta, unite la mollica all’uovo sbattuto e mescolate per amalgamare il
tutto. Mi raccomando, non unite la mollica alle uova con troppo anticipo,
altrimenti la mollica, per la sua stessa natura, tenderà ad assorbire quasi
completamente le uova, gonfiandosi e rendendo il tutto troppo denso.
Scolate la pasta ben al dente e travasatela nella padella
con la bottarga, che nel frattempo avrete rimesso sul fuoco, e fate saltare la
pasta per circa un minuto, in modo da eliminare l’amido residuo.
Togliete la padella dal fuoco - qui i tempi e la vostra
sensibilità sono fondamentali - continuate a girare la pasta per circa trenta
secondi, in modo da ridurne anche la temperatura, poi unite le uova con la mollica
e, sempre girando, fatele addensare, come si fa con la carbonara classica.
Ricordatevi che i due nemici della carbonara sono la ben
nota frittatina, che si crea
aggiungendo l’uovo quando la temperatura della pasta e della padella sono
troppo alte, e l’altrettanto deleterio uovo
liquido, quando la temperatura è invece troppo bassa.
Impiattate rapidamente, date sopra ogni porzione una leggerissima
macinata di pepe nero, guarnite come meglio credete e, finalmente, portate in
tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: piatto meravigliosamente semplice a cui abbinerei un bianco del sud Italia, un vino siciliano a base di uva Fiano, come il Cometa 2011 di Planeta.
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