Vedetela come una interpretazione in chiave moderna delle
classiche fave e pecorino che, almeno
i romani, mangiano durante le scampagnate primaverili.
Certo, siamo ben distanti dall'originale, ma tant'è: non
si vive di sola tradizione.
Le fave in vellutata, quindi, con una variegatura a base
di pecorino romano, che viene iniettato
dentro la vellutata e, per completare il piatto, i pomodori Marinda confit, che con il loro gusto dolce
stemperano il gusto assai deciso degli altri ingredienti.
Per quanto riguarda il pecorino, infine, cercate di
prenderlo di buona qualità e di gusto non troppo forte.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la vellutata
- Quattro etti di fave già sgusciate
- Brodo vegetale leggero (carota, sedano e cipolla)
- Olio extravergine
- Sale e pepe
Per i pomodori confit
- Quattro pomodori Marinda non troppo grandi
- Basilico fresco
- Zucchero semolato
- Sale
- Pepe bianco
Per la crema di pecorino
- Quattro cucchiaio di pecorino romano grattugiato
- Otto cucchiai di panna fresca
- Pepe nero
Per prima cosa preparate il brodo vegetale, che per
questa ricetta consiglio di fare voi, piuttosto che usare il dado, per cui
mettete le verdure, pulite e lavate, in un pentolone, riempite poi con acqua
fredda, salate e portate sul fuoco, facendo cuocere, da quando l'acqua prende
il bollore, un paio d'ore, togliendo poi le verdure e, se vi sembra il caso,
filtrando il tutto, in modo da eliminare ogni residuo solido.
Partite poi con i pomodori, la cui preparazione
richiederà almeno un paio d'ore, lavandoli e poi tagliandoli trasversalmente a
fette sottili, in modo da ottenere delle fettine circolari.
Mettete le fettine di pomodoro su una teglia, sulla quale
avrete messo un foglio di carta da forno, poi infilate sotto ad ogni fettina
una fogliolina di basilico, in modo che questo possa trasferire i suoi profumi
al pomodoro durante la cottura..
Distribuite sopra ai pomodori il sale, il pepe bianco e lo
zucchero, facendogli cadere a pioggia, in modo che si distribuiscano in modo
uniforme, poi accendete il forno, impostate la temperatura a 90° e infornate i
pomodorini, lasciandoli appassire per circa un paio d’ore.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, che mai deve superare i 100°, dato che i pomodori non devono
cuocersi, ma solo perdere la loro componente acquosa.
Tanto che i pomodori vanno, dedicatevi alla
fave, sgusciandole, pesandole e mettendole in una pentola con abbondante acqua
fredda, leggermente salata.
Portate sul fuoco,
fate prendere il bollore e fate andare fino a quando la pellicina esterna delle
fave non comincerà a staccarsi - una quindicina di minuti dovrebbero essere
sufficienti - quindi spegnete il fuoco, scolatele e rimuovete la loro pellicina
esterna, cosa che potrete fare prendendo ogni fava tra due dita e premendo
leggermente: vedrete che l'interno della fava sguscerà via dalla propria pelle.
Non è
un'operazione rapidissima, soprattutto perché le fave non sono poche, ma il
gusto finale ci guadagnerà.
Mettete le fave
in una casseruola, insieme a quattro cucchiai di olio extravergine e a un paio
di mestoli di brodo vegetale, poi portate sul fuoco, a fiamma bassa, e fate
cuocere per altri cinque minuti e, comunque, fino a quando le fave non saranno
ben morbide.
Spegnete e,
usando il Minipimer o il frullatore tradizionale, riducete le fave in crema,
aggiungendo altro brodo se il tutto vi sembrasse troppo denso, poi regolate di
sale, date una leggera macinata di pepe e tenete da parte, al calduccio.
Dedicatevi infine alla crema di pecorino, prendendo un
pentolino, meglio se anti-aderente, e mettendoci la panna e il pecorino, poi
portatelo sul fuoco, a fiamma bassa e, senza girare e senza raggiungere il
bollore, fate andare fino a quando il pecorino non si sarà completamente
sciolto nella panna.
Spegnete e fate intiepidire e, nel caso la crema di
pecorino dovesse addensarsi troppo, aggiungete ancora un po' di panna e
mescolate, ricordando che la sua consistenza finale dovrà essere
sufficientemente fluida, in modo da poterla iniettare
nella vellutata di fave.
Tornate ai pomodori e, quando sono pronti, toglieteli dal
forno e fateli intiepidire, poi valutate si la vellutata debba essere
riscaldata, ricordando comunque di non farla bollente.
Bene, ci siamo, non resta che impiattare, preparando per
prima cosa la variegatura, cosa che farete mettendo un mestolo di vellutata di
fave nel piatto e poi, usando preferibilmente una siringa da pasticcere, con il
becco piuttosto fine e riempita con la crema di pecorino, iniettate quest'ultimo
all'interno della vellutata, un po' come quando iniettate la crema all'interno
di un bignè, muovendo allo stesso tempo la siringa, in modo da comporre il
disegno che preferite.
Non è facilissimo, ma nemmeno difficile come potrebbe
sembrare.
Completate con le fettine di pomodoro, poi guarnite a
vostro piacimento e, finalmente, portate in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: profumo di primavera in questa bella proposta, alla quale abbinerei un bianco fresco e leggermente floreale come il Trebbiano d'Abruzzo DOC di Marina Cvetic (Masciarelli).
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