Vedetela come una sorta di contaminazione di una classica
zuppa di orzo e verdure, quest'ultime rigorosamente di stagione, con un piatto
tipico della tradizione romana, la gricia,
appunto, una pasta condita con guanciale - non pancetta, mi raccomando - e
pecorino.
In questo caso, quindi, una zuppa fatta con verdure di
stagione - confesso, quelle che ho trovato nel frigorifero - come cipollotti,
zucchine e pomodori, nel quale viene poi cotto l'orzo e dove, alla fine,
vengono aggiunti gli ingredienti tipici della gricia.
Completa il piatto il finocchietto selvatico, che quando
lo trovo non me lo lascio mai scappare, con il suo incredibile profumo. Se voi
non lo trovate, potete sostituirlo con la parte verde e filamentosa dei
finocchi.
Come guarnizione, infine, ho fatto delle cialde di
pecorino e pepe, che voi potete o meno fare, considerando che sono appunto un
elemento di guarnizione.
Prima di procedere, infine, aggiungo solo che voi potete
tranquillamente variare il mix di verdure, aggiungendo e togliendo a vostro
piacimento, cercando naturalmente di mantenere comunque un equilibrio tra i
diversi sapori.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la zuppa
- Quattro cucchiai di orzo perlato
- Quattro pomodori rossi e maturi
- Quattro cipollotti freschi, non troppo grandi
- Due zucchine romanesche
- Due cucchiai di pecorino romano grattugiato
- Quattro fette di guanciale
- Qualche rametto di finocchietto selvatico
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per la guarnizione (opzionale)
- Due fette di guanciale
- Quattro cucchiai di pecorino romano grattugiato
- Pepe nero
Se avete deciso di fare anche le cialde, allora partite
con queste, dato che possono riposarsi ed aspettare senza alcun problema.
Prendete quindi un padellino anti-aderente, possibilmente
con i bordi bassi, tipo quelli usati per fare le crepes, e metteteci il pecorino grattugiato, che avrete arricchito
con una generosa macinata di pepe nero, in modo da creare un disco di circa
venti centimetri di diametro e di spessore costante.
Portate il padellino sul fuoco a fiamma media, ed
aspettate che il formaggio cominci a sciogliersi e a compattarsi e, usando una
spatola, aiutate il formaggio a mantenere la sua forma, premendo un po' sulla
sua superficie.
Dopo circa quattro minuti, togliete momentaneamente il
padellino dal fuoco, aspettate tre o quattro minuti, in modo che il formaggio
si rapprenda un pochino, poi usando la spatola, giratelo come girereste una crepes o una frittata. Non giratelo
quando è ancora bollente, dato che il formaggio colerebbe via.
Riportate sul fuoco e fate dorare anche l'altro lato del
disco. Questa volta saranno sufficienti un paio di minuti.
Spegnete definitivamente, aspettate un paio di minuti,
poi, aiutandovi sempre con la spatola, mettete il foglio di formaggio sul
tagliere e, agendo rapidamente, prima che il formaggio si freddi, tagliatelo
nelle forme che preferite e fatelo poi freddare.
Bene, risolto il problema delle cialde, dedicatevi alle
verdure, tagliandole in pezzi - non siate troppo precisi, tanto poi frullerete
il tutto - e mettendole in una casseruola, insieme a quattro cucchiai di olio
extravergine.
Portate sul fuoco, fate scaldare l'olio e lasciate un
paio di minuti le verdure a rosolarsi, poi aggiungete qualche mestolo di acqua,
salate - non troppo, mi raccomando, dato che poi guanciale e pecorino
aggiungeranno sapidità - coprite con il coperchio, abbassate la fiamma al
minimo e fate cuocere fino a quando le verdure saranno morbide.
Il tempo necessario, naturalmente, dipenderà anche da
quale verdure avete deciso di usare.
Quando le verdure saranno morbide, ma non spappolate,
togliete dal fuoco e, usando il Minipimer o il frullatore tradizionale,
riducete le verdure in crema, senza indugiare troppo, in modo che qualche
piccolo pezzo possa essere ancora visibile, accentuando il carattere rustico
del piatto.
Riportate sul fuoco, aggiungete ancora un bicchiere
d'acqua e, tanto che il bollore riprende, prendete l'orzo e lavatelo sotto
l'acqua corrente, poi unitelo nella casseruola con le verdure passate.
Coprite e fate cuocere, sempre a fiamma bassa, per il
tempo necessario all'orzo - in genere circa una quarantina di minuti -
controllando con una certa frequenza la densità del tutto e aggiungendo altra
acqua calda laddove serva. Tenete comunque presente che la densità finale della
zuppa dovrà essere simile a quella di un risotto tenuto all'onda.
Tanto che l'orzo si cuoce, dedicatevi al guanciale,
dividendo ogni fetta, nel verso della lunghezza, in striscioline larghe circa mezzo
centimetro, che poi ridurrete in piccoli dadini.
Se volete, tenete poi da parte qualche ulteriore
strisciolina, da usare poi come guarnizione finale dei piatti.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente e portatela
sul fuoco e, quando è calda, unite i dadini di guanciale, in modo che siano ben
separati tra di loro.
Fate cuocere il guanciale, a fiamma vivace, più o meno
per un paio di minuti, girandoli spesso, fino a quando non avranno preso una
delicata doratura e, di conseguenza, saranno diventati croccanti.
Scolateli e fateli asciugare per bene su un piatto dove
avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per frittura.
Se avete deciso di usare anche le fette di guanciale come
guarnizione, fatele cuocere esattamente come avete appena fatto per i dadini.
Tornate alla zuppa e, quando l'orzo è cotto e la densità
quella desiderata, spegnete e aggiungete il pecorino grattugiato, i dadini di
guanciale e il finocchietto selvatico, che avrete prima tritato finemente con
il coltello.
Mescolate per bene e lasciate riposare per una decina di
minuti, con il coperchio, in modo che sapori e profumi possano armonizzarsi.
Bene, ci siamo e potete procedere con l'impiattamento
finale, mettendo per prima cosa nelle scodelle un mestolo di zuppa, sulla quale
potete far cadere un leggerissimo filo di olio extravergine a crudo e una
leggera macinata di pepe nero.
Se vi siete dedicati anche alla guarnizione, guarnite
ogni piatto con qualche striscia di guanciale croccante e con le cialde di
pecorino e pepe.
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