L'ispirazione per questa ricetta mi è venuta durante la
partecipazione ad un corso di cucina, organizzato da Coquis e tenuto dal fantastico Chef Angelo
Troiani, del ristorante "Il Convivio" di Roma.
Un carpaccio di triglia di scoglio - per la cronaca, la
triglia di scoglio si riconosce da quella di sappia per la presenza di strisce
gialle che ne percorrono il corpo in tutta la sua lunghezza - accompagnato dai
fichi secchi, anch'essi tagliati sottilmente, e condito con del sale nero delle
Hawaii, del finocchietto selvatico e, per finire, da un'emulsione di olio e
succo di melograno.
Preparazione veloce, tutta a crudo, con solo la pazienza
per sfilettare la triglia, che essendo piuttosto piccola rende l'operazione non
troppo agevole.
Ingredienti (per 4 persone)
- Quattro triglie di scoglio
- Mezzo melograno
- Due fichi secchi
- Un rametto di finocchietto selvatico
- Olio extravergine di oliva
- Sale nero
- Pepe bianco
Partite con lo sfilettare le triglie - se siete bravi e
convincenti, potete sperare nella misericordia del pescivendolo e farvele
sfilettare da lui - operazione per la quale ci vuole un po' di pratica e di
pazienza, dato che sfilettare il pesce, se non l'avete mai fatto, non è proprio
semplicissimo.
Usate un coltello piuttosto piccolo, con la lama
flessibile e ben affilata, poi prendete le triglie e tagliategli via le teste,
in modo che il corpo poggi meglio sul tagliere.
Partendo dalla coda, incidete la polpa e,tenendo la lama
del coltello a contatto con la lisca centrale, tagliate per tutta la lunghezza,
mantenendo sempre il coltello ben a contatto con la lisca, fino ad uscire dalla
parte della testa.
Girate il pesce e ripetete per l'altro lato. Tutto
sommato più facile a farsi che a dirsi.
Usando un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche per
il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte centrale dei
filetti e poi, sempre usando un coltello affilato, rifilate i filetti,
rimuovendo la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno
gradevole, sia alla vista che al gusto.
Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella
vicino alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete ora i filetti su un tagliere, con la pelle
rivolta verso il basso e usando sempre il coltello affilato, cominciate a
ricavare le singole fettine per il carpaccio, partendo vicino alla coda e muovendovi
gradualmente verso la testa, man mano che procedete con le fettine.
Dovete far lavorare la lama del coltello, senza forzare
troppo, cosa che causerebbe la rottura delle sottili fettine di pesce.
Forza che il più è fatto.
Prendete i piatti che avete scelto e disponete le fettine
di triglia nella configurazione che più vi piace, comunque cercando di fare un
solo strato, senza sovrapposizioni.
Prendete un foglio di carta da forno tagliato a misura e
poggiatelo sul carpaccio, poi esercitate un minimo di pressione in modo da
livellare il pesce, ripetendo ovviamente per tutti i piatti.
Salate ogni porzione con il sale nero, con una leggera
macinata di pepe bianco e, per finire, distribuite il finocchietto selvatico,
prendendo ovviamente solo le punte, più morbide.
Tagliate a metà il melograno e spremetelo usando un
classico spremi agrumi, raccogliendo il succo in una ciotolina e aggiungendo
poi una eguale quantità di olio extravergine, poi emulsionate con decisione, in
modo da combinare i due liquidi.
Aiutandovi con un cucchiaino, distribuite l'emulsione su
ciascun carpaccio, considerando orientativamente un paio di cucchiaini per ogni
porzione.
Tagliate infine i fichi secchi in fettine sottilissime e
distribuitele su ciascun carpaccio, poi guarnite come desiderate e portate
velocemente in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: propongo un Metodo Classico fresco e vivace, da uve Pinot bianco, Pinot nero e Chardonnay, un vino che, come questo piatto, mette allegria: l’Opera Metodo Classico Brut Le Marchesine.
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