I più attenti avranno notato che in questo periodo vivo
un innamoramento per il baccalà, che cerco di preparare in millemila modi
diversi, come ho fatto, ad esempio, un questa ricetta e in quest'altra.
Questa volta, invece, un porridge - il nome mi è venuto in mente guardando alla consistenza
del baccalà dopo la sua lavorazione, molto simile appunto a quella delle
celebre ricetta dei paesi anglosassoni - dove al baccalà ho abbinato le cipolle
borettane in agrodolce e i pomodori del Piennolo del Vesuvio, casualmente trovati nel mio banco di frutta e verdura
preferito: la "Vera frutta"
del mercato di Piazza Crati, a Roma.
Il baccalà l'ho lessato a vapore e poi frullato con olio
extravergine e parte della sua acqua di cottura - o meglio, dell'acqua usata
per il vapore che si è arricchita con gli aromi rilasciati dal baccalà - in
modo da avere una consistenza simile, appunto, a quella del porridge.
Per le cipolle, invece, una tripla cottura: la prima solo
per dorare la loro parte superiore e inferiore - questa prima cottura, che
serve solo per donare alle cipolle un contrasto cromatico, mi è stata insegnata
dallo Chef Giulio Terrinoni, del ristorante Acquolina di Roma - la seconda a
vapore; la terza nell'agrodolce, giusto
per dare il tempo alle cipolle di assorbirne i sapori.
Concludo dicendovi che, se non trovate i pomodori del
Piennolo del Vesuvio, potete usare i più classici datterino o ciliegino.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il porridge
- Quattro etti di baccalà bagnato
- Un rametto di finocchietto (in alternativa, prezzemolo)
- Due fette di pane casareccio
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per i pomodorini disidratati
- Otto pomodorini del Piennolo (vedi sopra)
- Sale
- Zucchero
Per le cipolle
- Quattro cipolle borettane
- Due cucchiai rasi di zucchero di canna
- Quattro cucchiai di aceto di mele (o di vino bianco)
- Quattro cucchiai d'acqua
- Una foglia di alloro
- Un cucchiaio di grani di pepe nero
- Sale
Partite con il baccalà, che nel caso fosse ancora salato
- si, lo dovete assaggiare crudo - metterete a bagno in acqua corrente,
cambiandola spesso, fino a quando il residuo salino non sarà sparito.
Eliminate poi la pelle, cosa che potete fare con uno
strappo deciso - la pelle del baccalà è piuttosto elastica e viene via con una
certa facilità - nel caso aiutandovi con un coltellino a lama sottile e
affilata, per separare la pelle dalla polpa nei punti più ostici.
Tagliate in pezzi la pelle, scegliendo voi forma e
dimensione, poi prendete una teglia, metteteci un foglio di carta da forno,
disponeteci i pezzi di pelle, ben distesi e separati tra loro, coprite con un
altro foglio di carta da forno, sul quale metterete qualche legume secco, in
modo da esercitare un minimo di pressione.
Infornate la pelle del baccalà a 90° per circa quaranta
minuti, comunque fino a quando non si sarà seccata, riducendosi di dimensione e
diventando ben croccante, quindi tiratela fuori dal forno e fatela freddare.
Visto che il forno è già acceso, passate alla
disidratazione dei pomodorini, tagliando questi ultimi a metà e disponendoli in
una teglia, sulla quale avrete messo un foglio di carta da forno.
Salate leggermente i pomodorini e poi aggiungete anche un
po' di zucchero, fatto cadere a pioggia, che aiuterà ad esaltare la loro
dolcezza, riducendo al contempo la loro componente acida.
Infornate sempre a 90° per un paio d'ore, e comunque fino
a quando i pomodorini si saranno raggrinziti,
segno che l'acqua contenuta al loro interno è in buona parte evaporata, quindi
tirate fuori dal forno e fate freddare.
Tanto che i pomodorini si disidratano, dedicatevi alle
cipolle, pulendole ed eliminando il loro strato di buccia superficiale.
Prendete una padella anti-aderente e portatela sul fuoco,
senza aggiunta di grassi e a fiamma media, e quando è ben calda, poggiateci le cipolle, facendole dorare,
quasi bruciare, da entrambi i loro lati schiacciati, operazione che vi
richiederà circa una decina di minuti in totale.
Terminata la doratura delle cipolle, procedete alla loro
seconda cottura.
Se avete l'attrezzo per la cottura a vapore, usatelo e
cuocete le cipolle, salandole leggermente e poggiandole su un foglio di carta
da forno, in modo che il vapore non le colpisca direttamente dal basso. In
alternativa, lessate le cipolle in acqua già a bollore e leggermente salata.
Tanto che le cipolle si cuociono - ci vorranno circa
venti minuti - prendete una padella anti-aderente, di diametro tale da poter
contenere le cipolle su di un solo strato e senza troppo spreco di spazio,
metteteci zucchero, aceto, acqua, la foglia di alloro e i grani di pepe, quindi
portatela a fuoco basso.
Fate sciogliere lo zucchero e continuate, senza
coperchio, in modo che lo fondo di cottura si possa addensare, considerando che
le cipolle andranno aggiunte solo quando il fondo sarà diventato piuttosto
denso, come fosse uno sciroppo.
Tornate alle cipolle e, quando avranno concluso la loro seconda
fase della cottura, prendetele con delicatezza, scolatele per benino, e unitele
nella padella con l'agrodolce, dove dovranno proseguire la cottura per altri
cinque minuti, durante i quali le girerete spesso, in modo che lo sciroppo
possa bagnarle in modo uniforme.
Quando anche la terza fase di cottura sarà completa,
spegnete il fuoco e lasciate le cipolle nella padella, al calduccio.
Dedicatevi infine al baccalà, cuocendolo con le stesse
modalità delle cipolle, quindi o vapore, salandolo leggermente - mi raccomando,
solo se serve - e poggiandolo su un
foglio di carta da forno, in modo che il vapore non lo colpisca direttamente
dal basso e, soprattutto, per evitare che si attacchi alla griglia di cottura,
oppure in acqua già a bollore e leggermente salata.
In entrambi i casi, cuocete il baccalà il tempo
strettamente necessario per renderlo morbido - direi non più di una decina di
minuti - visto che, come peraltro il pesce in generale, anche il baccalà non
ama le cotture eccessive.
Quando il baccalà è cotto, scolatelo e travasatelo nel
frullatore o nel mixer, aggiungeteci sei cucchiai di olio extravergine e, per
cominciare, mezzo mestolo di acqua di cottura.
Fate andare alla massima velocità, aggiungendo nel caso
altra acqua di cottura, in modo da regolare la densità finale, che come dicevo
dovrà essere piuttosto fluida.
Quando siete soddisfatti del risultato, raccogliete il
baccalà in una ciotolina, coprendola con un foglio di alluminio, in modo da
mantenere il baccalà in temperatura.
Tagliate infine le fette di pane casareccio in piccoli
dadini, di circa un centimetro di lato, poi prendete una padella, meglio se
anti-aderente, ungetela con due o tre cucchiai d'olio extravergine e portatela
sul fuoco, a fiamma media.
Quando l'olio è ben caldo, unite i dadini di pane e
fateli saltare fino a quando cominceranno a dorarsi, cosa che dovrebbe
richiedere non più di tre o quattro minuti.
Spegnete e, tenendo la padella inclinata, in modo che il
pane sia da un lato e l'olio residuo dall'altro, travasate i dadini su un
piatto, sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina, in modo da
assorbire l'olio in eccesso.
Bene, ci siamo e potete finalmente procedere con
l'impiattamento.
Per prima cosa spostate le cipolle sul tagliere e
tagliatele in quattro spicchi, usando un coltello molto affilato, in modo da
ridurre il rischio di separare i loro anelli interni.
Mettete poi in ciascun piatto un mestolo di porridge di baccalà, distribuendolo per
benino, e sopra di esso disponete delicatamente i quattro spicchi di cipolla -
quindi una cipolla per ogni piatto - i pomodorini disidratati e i crostini di
pane.
Date una leggera macinata di pepe nero su ogni porzione,
distribuite un poco di finocchietto, che avrete prima tritato al coltello e,
infine, date un leggero giro di olio extravergine a crudo.
Guarnite come meglio credete, usando anche la pelle del
baccalà essiccata, poi portate in tavola
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