11 novembre 2013

Le mie ricette - Spaghetti con crema di carote, Asiago mezzano DOP e coppa di testa



Sul nome sono stato particolarmente incerto, fino alla fine e, soprattutto, dopo aver visto il piatto completo, che nell'aspetto mi aveva suggerito nomi quali "carbonara falsificata" o "simulacro di carbonara" (per la cronaca, considero la "carbonara" una sorta di divinità).

Alla fine, se non altro per non dare adito a commenti ingenerosi, ho comunque scelto un nome più neutro.

Comunque, divagazioni semantiche a parte, si tratta di una pasta condita con una crema di carote gialle, con della coppa di testa saltata velocemente in padella e, per finire, con dell'Asiago mezzano DOP, ricevuto in dono e che sto tentando di consumare prima che giunga a fine vita, abbandonato nel frigorifero.

Completano il tutto le foglioline di timo, aggiunte durante la mantecatura, in modo che possano sprigionare al meglio tutti i loro profumi.

Ingredienti (per 6 persone)
  1. Mezzo chilo di spaghetti
  2. Tre carote gialle
  3. Due fette di coppa di testa, tagliate allo spessore di circa un centimetro
  4. Quattro cucchiai di Asiago mezzano DOP grattugiato
  5. Qualche rametto di timo fresco
  6. Olio extravergine di oliva
  7. Sale e pepe

Partite con le carote, che pulirete eliminandone lo strato superficiale e poi taglierete in pezzi, al solo scopo di abbreviare al loro cottura.

Prendete una casseruola, metteteci le carote, un paio di cucchiai di olio extravergine, un bicchiere d'acqua, sale e pepe e portatela sul fuoco, a fiamma bassa e con il coperchio.

Fate cuocere fino a quando le carote non saranno ben morbide, quindi togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate andare ancora per cinque minuti, in modo da far leggermente evaporare il fondo di cottura.

Quando le carote sono pronte, spegnete e, usando il Minipimer o il frullatore tradizionale, riducetele in crema, lavorando fino ad eliminare ogni residuo solido.

Fate in modo che la densità finale sia piuttosto liquida, più o meno come un passato di verdura da mangiare al cucchiaio.

Mettete in una ampia pentola l'acqua per la pasta , salatela e portatela sul fuoco e, tanto che aspettate il bollore, prendete la coppa di testa e tagliatela a dadini di circa un centimetro di lato.

Prendete una padella, ampia abbastanza da poter poi contenere anche la pasta, ungetela con sei cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco, poi, quando l'olio è caldo, unite i dadini di coppa, alzate la fiamma e fateli saltare per circa un paio di minuti, fino a quando cominceranno a sfaldarsi per effetto del calore.

Spegnete, unite la crema di carota, date una bella mescolata e tenete al calduccio.

Quando l'acqua è a bollore, buttate le pasta, facendola cuocere, ma mantenendola al dente e, a pochi minuti alla fine della cottura, prendete una tazza e prelevate un po' dell'acqua, ricca di amido, che vi servirà per la mantecatura finale.

In attesa della cottura della pasta, grattugiate l'Asiago mezzano, meglio se usando una grattugia che vi consenta di ridurlo in piccole scaglie e, visto che ci siete, separate anche le foglioline di timo dai rispettivi rametti e unitele al formaggio appena grattugiato, insieme ad una generosa macinata di pepe nero.

Quando la pasta è cotta, scolatela e travasatela nella padella dove l’aspetta il suo condimento, poi riportate la padella sul fuoco, alzate la fiamma al massimo, e mescolate in modo da procedere con la mantecatura, aggiungendo l'acqua di cottura messa da parte.

Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.

Spegnete, aggiungete l'Asiago grattugiato, con il timo e il pepe, e date una accurata mescolata, in modo da armonizzare il tutto.

Impiattate rapidamente, guarnendo come meglio credete, poi portate velocemente in tavola, per evitare che la pasta si asciughi, perdendo la sua cremosità.

Buon appetito. 

Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: bellissimo l'abbinamento tra il dolce della carota gialla e il salato della coppa di testa, a mo' di guanciale, e dell'Asiago. Ci vuole un vino rosso, appena mosso come la Barbera vivace "La Monella" di Braida. 

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