Ritorno sul calamaro ripieno, uno di quei piatti
periodici che preparo quasi ad intervalli regolari, cercando ogni volta di
riempirlo con qualcosa di nuovo.
Questa volta un ripieno a base di pomodori secchi - non
me ne vogliate, ma ho usato quelli già pronti - pangrattato, pistacchi di
Bronte e parte dei tentacoli degli stessi calamari.
Completano il ripieno il finocchietto selvatico, il sale
e il pepe.
Questa volta non ho usato l'uovo, in genere aggiunto per
dare maggiore stabilità al ripieno e per evitare la sua dispersione durante il
taglio del calamaro. Voi naturalmente, se la cosa vi fa sentire più sicuri,
potete usarlo.
Poi, visto che avevo preparato un altro piatto a base di
gamberi, ho fatto una bisque con
teste e gusci, che ho poi usata per dare maggior gusto al calamaro, facendola
colare sulle fette solo al momento di servirle.
Nel caso non vi andasse di prepararla - comprare i
gamberi solo per farci una bisque non
è certo un modo oculato di spendere i soldi - potete sostituirla con il fondo
di cottura prodotto dai calamari stessi.
Ingredienti (per 6 persone)
Per i calamari
- Un paio di calamari di circa quattro etti ciascuno
- Sei cucchiai di pangrattato
- Tre cucchiai di pistacchi sgusciati, non salati
- Otto pomodori secchi sott'olio
- Qualche rametto di finocchietto selvatico (prezzemolo, in alternativa)
- Un uovo (opzionale, vedi dopo)
- Olio extravergine d’oliva
- Sale e pepe
Per la bisque
- I gusci di una decina di gamberi
- Un quarto carota
- Un quarto di costa di sedano
- Un quarto di cipolla
- Olio extravergine d'oliva
- Sale grosso
Piccola premessa sui calamari, che vi dovete far pulire
dal pescivendolo, specificando che li dovete fare ripieni, in modo che il loro
mantello venga mantenuto integro. Poi, quando tornate a casa, verificate che la
pulizia sia stata fatta per bene, cosa non scontata, soprattutto quando i
calamari sono piuttosto grandi e c’è molta folla al banco del pesce.
Bene, esaurita la premessa, partite con la preparazione
della bisque, pulendo e tagliando
grossolanamente carota, sedano e cipolla e poi mettendoli in una padella
insieme a quattro cucchiai d'olio extravergine.
Portate la padella sul fuoco e fate soffriggere
leggermente le verdure, quindi unite i gusci e le teste dei gamberi, salate
leggermente con del sale grosso, quindi coprite a filo con acqua fredda.
Fate cuocere, a fiamma media e senza coperchio, fino a
quando il fondo di cottura non si sarà quasi del tutto ridotto, cosa per la
quale ci dovrebbero volere circa trenta o quaranta minuti.
Quando il fondo è pronto, spegnete e, usando una chinoise o un colino capiente e a maglie
fitte, filtrate il tutto, premendo con un cucchiaio di legno sui gusci dei
gamberi - questa operazione è importante soprattutto per le teste - in modo da
estrarne i liquidi che fossero rimasti al loro interno.
La bisque dovrà
risultare piuttosto densa, per cui se vi dovesse sembrare troppo liquida,
potete riportarla sul fuoco, a fiamma minima, e farla restringere quanto basta.
Mettete la bisque
da parte e dedicatevi ai calamari, prendendo per prima cosa i loro tentacoli e,
usando un coltello a lama grande e ben affilata, tagliateli e batteteli come
se, appunto, doveste fare un classico battuto, cercando di ridurli in pezzi
molto piccoli, che poi raccoglierete in una ciotola.
Prendete i pomodori secchi, scolateli per benino dal loro
olio, poi metteteli sul tagliere e tritateli grossolanamente usando un coltello
a lama grande. Mi raccomando, fate in modo di non lasciare pezzi di dimensione
significativa, che poi potrebbero compromettere la stabilità del ripieno nel
momento in cui tagliarete i calamari.
Unite i pomodori nella ciotola, poi unite anche il
pangrattato.
Mettete i pistacchi sul tagliere e, sempre usando un
coltello a lama grossa, riduceteli in pezzi più piccoli, in modo che si possano
armonizzare con il ripieno, ma sempre mantenendo una minimo di consistenza,
così da poterli sentire al morso quando vi mangerete il tutto.
Per ultimo il finocchietto, prendendo solo le punte più
morbide, che potrete aggiungere così come sono, senza tritarle.
Se invece preferite usare il prezzemolo, ricordatevi di
usarne solo i gambi, tagliandoli in piccoli pezzetti, un po' come si fa per
l'erba cipollina, ricordando che il profumo del prezzemolo proprio lì che sta,
mentre le foglie sono un concentrato di clorofilla.
Date una prima mescolata, aggiungendo anche il sale e il
pepe, poi bagnate con almeno otto cucchiai di olio extravergine, in modo da
avere un ripieno umido, che non si secchi durante la cottura.
Infine, se avete deciso di usarlo, unite l'uovo sbattuto,
dando un'ultima mescolata in modo da incorporarlo al resto degli ingredienti.
Ricordo sempre che, al di là delle quantità indicate, è
importante che il ripieno sia equilibrato, per cui regolatevi anche in base
alla vostra sensibilità, assaggiando il ripieno per verificare l'equilibrio di
sapore e, nel caso, agendo di conseguenza.
Riempite con l'impasto i calamari, aiutandovi con un
cucchiaino, facendo in modo che questi siano ben pieni, ma senza eccedere, dato
che l'impasto si gonfierà leggermente durante la cottura, cosa che, se i
calamari fossero troppo pieni, potrebbe comportare la sua rottura.
Chiudete l'estremità dei calamari con un paio stuzzicadenti,
ricordando che è fondamentale che la chiusura non sia ermetica, in modo che l'impasto in eccesso possa uscire durante la
cottura, senza rompere il calamaro.
Ungete una teglia da forno, adagiatevi i calamari, ungeteli con un altro po’ d’olio, poi salateli e pepateli in superficie.
Ungete una teglia da forno, adagiatevi i calamari, ungeteli con un altro po’ d’olio, poi salateli e pepateli in superficie.
Coprite la teglia con una foglio di carta d'alluminio, al
quale farete qualche foro con una forchetta, ed infornate a 170°. Dopo 20
minuti togliete la carta d'alluminio e fate cuocere per altri 15 minuti
(ricordate, in ogni caso, che il tempo di cottura dipende dalla dimensione dei
calamari, per cui regolatevi di conseguenza in base a ciò che avete scelto).
Spegnete, tirate fuori la teglia e fate freddare del
tutto i calamari, prima a temperatura ambiente e poi almeno un paio d'ore in
frigorifero, su un piatto, in modo da compattare il suo ripieno e rendere più
agevole il tagliarli a fette.
Se avete deciso di non fare la bisque e tanto che il calamaro si fredda, prendete il fondo rimasto
nella teglia, incluso l'eventuale parte di ripieno fuoriuscita durante la
cottura, e riportatelo sul fuoco, girando con una piccola frusta o un cucchiaio
di legno, facendolo andare fino a che il fondo non si sarà addensato.
Quando i calamari saranno freddi, e con un minimo di
anticipo rispetto a quando lo servirete, in modo da lasciargli il tempo di
riprendere calore, trasferiteli sul tagliere e, usando un coltello molto
affilato, tagliateli a fette, spesse più o meno un centimetro, operando con
delicatezza, in modo da far si che il ripieno rimanga al suo posto.
Se volete scaldare il calamaro, che andrebbe comunque
servito al più appena tiepido, fatelo nel microonde, a bassa potenza, a
bagnomaria oppure nel forno, a circa 90° di temperatura.
Bene, siamo arrivati in fondo e non resta che impiattare,
disponendo le fette di calamaro e facendoci colare sopra la bisque o il fondo di cottura dei
calamari stessi.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: un elegante Chardonnay siciliano, come il “La Fuga” di Donnafugata, mi sembra il miglior modo per valorizzare questa bella ricetta. Buon appetito!
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