Ancora una ricetta di stretta derivazione da ciò che ho
imparato durante la partecipazione ad un corso di cucina, organizzato da Coquis e tenuto dal fantastico Chef Angelo
Troiani, del ristorante "Il Convivio" di Roma.
Un carpaccio di gallinella, accompagnato dalla castagna e
dalla patate, entrambe grattugiate, appunto, come fossero parmigiano, condito
poi con del sale nero di Cipro, qualche punta di finocchietto fresco e, per
finire, da un'emulsione di olio e polpa di tamarillo, la cui
pianta è detta anche albero del pomodoro.
Ingredienti (per 4 persone)
- Una gallinella di medie dimensioni
- Una patata rossa di medie dimensioni
- Due castagne (o sei, se le volete usare anche per guarnire)
- Un tamarillo
- Un rametto di finocchietto fresco
- Olio extravergine di oliva
- Aceto balsamico (vero)
- Sale nero di Cipro (o altro sale)
- Pepe bianco
Per prima cosa dovete lessare la patata e le castagne.
La prima la metterete, con tutta la buccia, in una
casseruola, ben coperta da abbondante acqua fredda leggermente salata, che poi
porterete sul fuoco, a fiamma media, facendo cuocere la patata fino a quando
sarà morbida, ma ancora un po' duretta - fate la prova infilzandola con una
forchetta - in modo che sia poi facile grattugiarla.
Quando la patata è cotta, scolatela e lasciatela freddare
con tutta la sua buccia.
Parallelamente dedicatevi alle castagne, alle quali
farete una leggera incisione sul guscio - mi raccomando, non profonda, solo per
inciderne la buccia - e poi metterete in una pentola, coperte da abbondante
acqua fredda.
Portate la pentola sul fuoco, con il coperchio, e da
quando l'acqua prenderà il bollore, calcolate circa quarantacinque minuti di
cottura, quindi spegnete la fiamma e lasciate le castagne ad intiepidirsi nella
loro acqua, dalla quale le prenderete una ad una per sbucciarle, eliminando
anche la pellicina che si trova al loro interno.
Nel caso decideste di fare la zuppa fuori stagione, o se
siete semplicemente pigri, allora potrete usare le castagne già lessate,
considerando che oramai si trovano abbastanza facilmente, confezionate in
atmosfera protettiva e, devo dire, veramente molto buone.
Tanto che patata e castagna si cuociono, procedete con lo
sfilettare la gallinella - se siete bravi e convincenti, potete sperare nella
misericordia del pescivendolo e farvela sfilettare da lui - operazione per la
quale ci vuole un po' di pratica e di pazienza.
Usate un coltello piuttosto piccolo, con la lama
flessibile e ben affilata, poi prendete la gallinella e tagliategli via la
testa, in modo che il corpo poggi meglio sul tagliere.
Partendo dalla coda, incidete trasversalmente il pesce,
fino ad arrivare alla lisca centrale, poi ruotate il coltello, in modo che la
parte piatta della lama rimanga ben a contatto con la lisca, tagliate per tutta
la lunghezza, fino ad uscire dalla parte della testa.
Girate il pesce e ripetete per l'altro lato. Tutto
sommato più facile a farsi che a dirsi.
Usando poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche
per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte centrale
dei filetti e poi, sempre usando un coltello affilato, rifilateli, rimuovendo
la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole,
sia alla vista che al gusto.
Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella
vicino alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete ora i filetti su un tagliere, con la pelle
rivolta verso il basso e usando sempre il coltello affilato, cominciate a
ricavare le singole fettine per il carpaccio, partendo vicino alla coda e
muovendovi gradualmente verso la testa, man mano che procedete con le fettine.
Dovete far lavorare la lama del coltello, senza forzare
troppo, cosa che causerebbe la rottura delle sottili fettine di pesce.
Forza che il più è fatto.
Prendete i piatti che avete scelto e disponete le fettine
di gallinella nella configurazione che più vi piace, comunque cercando di fare
un solo strato, senza sovrapposizioni.
Prendete un foglio di carta da forno tagliato a misura e
poggiatelo sul carpaccio, poi esercitate un minimo di pressione in modo da
livellare il pesce, ripetendo ovviamente per tutti i piatti.
Salate ogni porzione con il sale nero, con una leggera
macinata di pepe bianco.
Tagliate a metà il tamarillo e, con un cucchiaino,
estraetene la polpa, che metterete in un colino a maglie molto fitte, poggiato
su una ciotolina o su una tazza.
Usando il dorso di un cucchiaio, schiacciata le polpa in
modo che questa possa filtrare tra le maglie e finire nella ciotolina.
Aggiungete nella ciotola una eguale quantità di olio
extravergine, mezzo cucchiaino di aceto balsamico - il suo retrogusto dolce
aiuterà a contrastare il sapore leggermente amaro del tamarillo - poi
emulsionate con decisione, in modo da combinare gli ingredienti.
Aiutandovi con un cucchiaino, distribuite l'emulsione su
ciascun carpaccio, considerando orientativamente due cucchiaini scarsi per ogni
porzione.
Prendete poi una grattugia, possibilmente di quelle che
vi consentono di ottenere delle piccole scaglie - perfette è quella classica
della Microplane
- e grattugiate un poco di patata e di castagna sopra ogni porzione, in modo
simile, appunto, a come grattugereste il parmigiano.
Per finire, distribuite il finocchietto selvatico, con
moderazione e prendendo ovviamente solo le punte, più morbide.
Guarnite come desiderate e portate velocemente in tavola.
Nessun commento:
Posta un commento