Direi un piatto perfettamente coerente con la
stagionalità di nostra Madre Terra, visto che ci sono castagne, zucca e cavolo
nero.
Il cavolo nero l’ho usato per farci un brodo, con il
quale ho poi cotto il risotto nel modo tradizionale. La zucca, invece, l’ho
prima passata in forno, per asciugarla e accentuare il suo sapore, e poi
aggiunta al risotto verso metà cottura. Le castagne, infine, lessate e unite al
risotto quasi alla fine.
Come tutti i risotti, poi, mantecatura finale con
parmigiano e burro, quest’ultimo utilizzato anche per la classica tostatura
iniziale.
Segnalo anche che non ho utilizzato la cipolla, che
normalmente si fa sudare nel burro
prima della tostatura del riso, data la presenza dei sapori intensi di zucca e
castagne, per i quali la presenza della cipolla ho ritenuto non aggiungesse
nulla di particolare.
Come riso, infine, il Vialone Nano del risificio Principato di Lucedio,
una varietà forse meno nota del Carnaroli, ma che io preferisco per la ridotta
dimensione dei chicchi e la loro eccellente in cottura.
Ingredienti (per 6 persone)
- Tre etti e mezzo di riso
- Mezza zucca mantovana
- Due cespi di cavolo nero
- Ventiquattro castagne
- Quattro cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
- Sessanta grammi di burro
- Mezzo bicchiere di vino bianco
- Una decina di fili di erba cipollina
- Olio extravergine d'oliva
- Burro (per ungere gli stampi)
- Sale e pepe
Vista la cottura preventiva di molti degli ingredienti -
zucca, cavolo nero e castagne - vi suggerisco, al di là dell’ordine che seguirò
nella spiegazione, di procedere in parallelo, in modo da ridurre il tempo
complessivo necessario.
Chiusa la premessa, per prima cosa dedicatevi al brodo di
cavolo nero, che farete usando parte delle foglie, ma anche le parti più dure
del cavolo, quelle che normalmente si scartano.
Se volete, potete tenere da parte alcune foglie, che poi
scotterete in padella e userete come contenitore
del risotto - la foto dovrebbe aiutare a capire - calcolando all’incirca
quattro foglie per ogni porzione di risotto.
Mettete il cavolo in una ampia pentola e copritelo con
abbondante acqua fredda, leggermente salata con del sale grosso - è difficile
dire quanto brodo assorbirà il risotto, ma cercate di non correre il rischio di
rimanerne senza durante la cottura - quindi portate la pentola sul fuoco, con
il coperchio e a fiamma bassa, e fate bollire per circa un’ora e mezza, in modo
che il cavolo abbia il tempo per trasferire i suoi sapori all’acqua.
Tanto che il brodo si cuoce, dedicatevi alla zucca,
eliminandone la buccia, i semi e i filamenti interni, e tagliando la polpa in
pezzi irregolari, giusto per ridurre il suo tempo di permanenza in forno.
Anche in questo caso, sempre se volete, ricavate delle
fettine dalla zucca, di forma regolare, che poi userete come guarnizione finale
dei piatti.
Prendete una teglia, metteteci un foglio di carta da
forno e disponeteci i pezzi di zucca, facendo in modo che siano su di un solo
strato e non ammassati tra loro.
Infornate la zucca a 120° per circa un paio d'ore, in
modo che possa ammorbidirsi e perdere la sua umidità interna, cosa che, come
già detto, accentuerà il suo sapore e la sua dolcezza. Tenete presente che a
fine cottura la zucca dovrà aver perso almeno la metà del suo peso originario.
Se avete deciso di usare parte della zucca per la
decorazione del piatto, ricordatevi di togliere le relative fettine con un
certo anticipo, visto che la loro ridotta dimensione farà si che il tempo di
cottura sia decisamente minore, intorno ai quaranta minuti.
In attesa della zucca - ricordatevi però del parallelismo
nella preparazione - passate alle castagne, alle quali farete una leggera
incisione sul guscio - mi raccomando, non profonda, solo per inciderne la
buccia - e poi metterete in una pentola, coperte da abbondante acqua fredda.
Portate la pentola sul fuoco, con il coperchio, e da
quando l'acqua prenderà il bollore, calcolate circa quarantacinque minuti di cottura,
quindi spegnete la fiamma e lasciate le castagne ad intiepidirsi nella loro
acqua, dalla quale le prenderete una ad una per sbucciarle e romperle
grossolanamente in pezzi, eliminando anche la pellicina che si trova al loro
interno.
Nel caso decideste di fare la zuppa fuori stagione,
allora potrete usare le castagne secche o, cosa ancora migliore, prenderle già
lessate, considerando che oramai si trovano abbastanza facilmente, confezionate
in atmosfera protettiva e, devo dire, veramente molto buone. Costano un po’ di
più, ma vi fanno risparmiare tempo e fatica.
Quale che sia la scelta fatta, raccogliete i pezzi di
castagna in una ciotolina e metteteli da parte.
Se avete deciso di usare parte delle foglie del cavolo
nero come contenitore per il risotto, allora scottatele, prendendo un’ampia
padella, meglio se anti-aderente, e ungendola leggermente con un paio di
cucchiai di olio extravergine.
Portate la padella sul fuoco e, quando l’olio è caldo,
unite le foglie di cavolo nero, possibilmente ben distese e disposte su di un
solo strato - nel caso cuocete le foglie a più riprese - salatele leggermente,
bagnatele con tre o quattro cucchiai d’acqua e fatele cuocere fino a quando
l’acqua non sarà evaporata, cosa che richiederà giusto qualche minuto.
Trasferite poi le foglie di cavolo, che dovranno
risultare ammorbidite ma non sfatte, in un piatto, sul quale avrete messo
qualche foglio di carta da cucina, in modo da assorbire l’olio e l’umidità
residui.
Tornate alla zucca e, quando sarà cotta, toglietela dal
forno e fatela freddare, poi mettete i singoli pezzi sul tagliere e, usando i
rebbi di una forchetta, schiacciateli fino ad ottenere un composto molto
morbido, quasi una sorta di crema, senza più alcun residuo solido.
Bene, a questo punto potete partire con la preparazione
vera e propria del risotto, riportando per prima cosa il brodo sul fuoco, in
modo che sia a bollore leggero quando comincerete ad unirlo al riso.
Mettete poi i due terzi del burro in una casseruola o,
cosa che preferisco, in un’ampia padella, ricordando che, quale che sia la
vostra scelta, è importante che il diametro del contenitore dove cuocerete il
risotto sia piuttosto ampio, in modo che il riso possa distribuirsi in ampiezza
piuttosto che in altezza.
Portate su fuoco, a fiamma bassa, e fate sciogliere il
burro, poi unite il riso, alzate la fiamma e procedete con la classica
tostatura dei chicchi, cosa che richiederà circa un paio di minuti, durante i
quali dovrete girare il riso con un certa frequenza, in modo che tutti i chicchi
abbiano modo di entrare bene in contatto con il burro.
Completata la tostatura, unite il vino bianco e fatelo in
parte evaporare, poi cominciate ad aggiungere il brodo, sempre in quantità tale
da mantenere il riso bagnato al punto giusto affinché possa cuocersi.
Verso metà cottura, unite la crema di zucca e proseguite,
mescolando spesso e facendo in modo che ci sia sempre la giusta quantità di
brodo.
Per quanto riguarda la densità finale del risotto, vale
la solita regola e cioè il vostro gusto, potendo scegliere se mantenerlo
"all'onda" oppure più fermo.
Quando mancano pochi minuti alla fine della cottura,
unite le castagne, continuando sempre a mescolare.
Terminata la cottura, spegnete il fuoco e unite il burro
rimanente, facendolo sciogliere all’interno del riso, il parmigiano reggiano e,
per ultimo, l’erba cipollina, che avrete prima tagliato in piccoli pezzetti
utilizzando il coltello - ricordatevi che l’erba cipollina va tagliata e non
tritata - dando poi un’ultima e accurata mescolata.
Fate riposare il risotto un paio di minuti, a recipiente
coperto, e nel frattempo, se avete deciso di usarle, disponete le foglie di
cavolo scottate nei rispettivi piatti, in modo da creare gli opportuni
contenitori.
Impiattate il risotto, poi distribuite ancora un poco di
parmigiano reggiano, date una leggerissima macinata di pepe e, se vi piace - a
me si, lo adoro - un leggerissimo giro di olio extravergine.
Guarnite a vostro gusto, poi
portate in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: da provare insieme a un bicchiere di vino bianco fermo di medio corpo, un blend di uve Ribolla Gialla, Tocai Friulano e Riesling Renano, come il Vinnae di Jermann.
Nessun commento:
Posta un commento