Ritorna - in realtà non se ne era mai andato -
l'abbinamento pesce-verdure come condimento della pasta, un abbinamento che amo
particolarmente e che propongo tutte le volte che posso.
Come pesce di nuovo il salmone fresco, da poco usato per
questa ricetta, al quale fa compagnia il radicchio tardivo di Treviso,
leggermente ingentilito con un filo di aceto balsamico, e le mandorle
sfogliate, tostate in modo da accentuarne sia il sapore, che il contrasto sulla
consistenza complessiva del piatto, un contrasto che personalmente ritengo
fondamentale.
Come sempre, cotture veloci, in padella, per non
mortificare gli ingredienti e preparazione ancora una volta in purezza, senza aggiunta di aglio,
peperoncino e erbette varie, scelta che ho fatto anche in virtù dei sapori
decisi e particolari dei due ingredienti principali.
Concludo dicendovi che, se non trovate il radicchio
tardivo, potete usare quello lungo.
Ingredienti (per 6 persone)
- Mezzo chilo di spaghetti
- Tre etti di filetto di salmone (pesato già pulito)
- Tre cespi di radicchio tardivo di Treviso
- Tre cucchiai di mandorle sfogliate
- Tre cucchiai di aceto balsamico (vero)
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Dire di partire con il radicchio, che taglierete a
striscioline, di circa un centimetro di larghezza e partendo dalla punta dei
cespi, fermandovi quando arriverete alla parte bianca, più dura (per il
radicchio tardivo, in genere, ciò equivale a usare circa la metà di ciascun
cespo).
Mettete le striscioline di radicchio in un colino e
sciacquatele sotto l'acqua corrente, poi mettetele da parte dandogli il tempo
di asciugarsi, almeno parzialmente.
Tanto che il radicchio si asciuga, dedicatevi al salmone
e, se lo avete trovato in filetti, eliminatene la pelle, sollevandola da una
delle estremità e poi, usando un coltello molto affilato, staccandola dalla
polpa, lavorando senza fretta. Se invece avete preso i più classici tranci,
eliminate la pelle e la cartilagine centrale.
Tagliate la polpa del salmone in pezzi regolari, senza
curarvi troppo della loro forma, tanto poi, in cottura, per le caratteristiche
strutturali del salmone, vedrete che i pezzi tenderanno a rompersi.
Prendete una padella molto ampia, tale da poter contenere
anche la pasta per la mantecatura finale, e metteteci sei cucchiai di olio
extravergine, quindi portatela sul fuoco, a fiamma media e, quando l'olio sarà
caldo, ma non bollente, unite il radicchio, facendolo andare , alzando un po'
la fiamma, per circa cinque minuti, girandolo spesso in modo che senta il
calore in modo uniforme.
Trascorsi i cinque minuti, unite l'aceto balsamico,
proseguendo la cottura fino a quando questa non sarà sfumato, quindi unite i
pezzi di salmone, salate e pepate leggermente e fate rosolare fino a quando il
salmone avrà cambiato il suo colore in modo uniforme - dovrebbero volerci non
più di cinque minuti - momento nel quale spegnerete la fiamma, per non
trasformare il pesce in qualcosa di duro e, al contempo, gommoso.
Coprite con il coperchio e tenete da parte, in attesa di
cuocere la pasta.
Dedicatevi ora alle mandorle, mettendole in un padellino
anti-aderente e portandolo sul fuoco, a fiamma media.
Fate scaldare e proseguite, girando spesso, fino a quando
le mandorle non cominceranno ad assumere un bel color bruno tenue, segno che la
tostatura procede come si deve.
Girate spesso, come dicevo, per far si che la tostatura
sia uniforme, quindi spegnete e fate freddare le mandorle su un piatto e non
nella padella, dato che il suo calore residuo potrebbe continuare il processo
di tostatura oltre il giusto.
In alternativa - metodo altrettanto valido - potete
tostare le mandorle in forno, anche se la cosa richiederà qualche minuto in
più.
Mettete l’acqua per la pasta sul fuoco, se volete dando
prima una ripassata alla teoria, e quando è a bollore buttate la pasta, cuocendola al dente.
A pochi minuti alla fine della cottura, prendete una
tazza e prelevate un po' dell'acqua di cottura, ricca di amido, che vi servirà
per la mantecatura finale, poi, quando la pasta è cotta, scolatela, lasciandola
umida, e travasatela nella padella dove l’aspetta il condimento.
Riportate la padella sul fuoco, alzate la fiamma al
massimo, e mescolate in modo da procedere con la mantecatura, aggiungendo
gradualmente l'acqua di cottura messa da parte.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa
evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Quando la cremosità è quella giusta, spegnete e
aggiungete le mandorle tostate - tenetene un cucchiaio di parte - mescolando
con cura per armonizzare il tutto.
Impiattate rapidamente, distribuendo ancora un poco di
mandorle tostate su ciascuna porzione, dando una leggera macinata di pepe nero
e poi guarnendo come meglio credete.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: per l'abbinamento di oggi ci spostiamo sulla riva lombarda del Lago di Garda, per assaggiare un vino bianco da vitigno autoctono (la Turbiana), che bene si accompagna ai piatti leggeri a base di pesce: “I Frati Lugana Doc” di Ca’ dei Frati.
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