Gli amici campani mi perdoneranno se ho preso in prestito
la parola “fujuti”, cioè scappati,
andati via, che identifica quel classico della cucina napoletana che sono gli “spaghettialle vongole fujute”, che appunto non contengono le vongole.
Nel mio caso ad essere fuggito è l’uovo, dato che la
pasta l’ho fatta solamente con acqua e farina, mentre il colore giallo, tipico
appunto dell’uovo, è dato dalla presenza dello zafferano.
Come condimento, assai abbondante per questa
preparazione, complice anche una gita fuori stagione ad Anzio, che inevitabilmente
mi ha portato alla meravigliosa Pescheria di Anzio,
l’arzilla - nome romano della razza - che ho accompagnato con gli asparagi e i
pomodorini, entrambi saltati velocemente in padella.
A completamento, come quasi sempre faccio con le ricette
a base di pesce, la mollica di pane tostata in padella, insieme al prezzemolo e
al pepe nero, a creare un contrasto nella consistenza del piatto.
Per quanto riguarda la pasta, infine, sarebbe meglio
usare la farina di grano duro, anche se quella di grano tenero, la classica
“00” per capirci, va altrettanto bene.
Ingredienti (per 6/8 persone)
Per la pasta
- Mezzo chilo di farina di grano duro
- Tre bustine di zafferano
- 240 ml di acqua
Per il condimento
- Un'arzilla
- Due mazzi di asparagi
- Una ventina di pomodorini (io ho usato i datterino)
- Un bel ciuffo di prezzemolo
- Due spicchi d’aglio
- Quattro cucchiai di mollica di pane
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Piccola premessa sull’arzilla, che vi farete pulire dal
pescivendolo chiedendogli di separare le ali, che userete direttamente nel
condimento, dal corpo, che invece utilizzerete per un brodo.
Bene, esaurita la premessa, partite con la preparazione
della pasta, unendo per prima cosa lo zafferano all’acqua, in modo che,
sciogliendosi, gli donerà un bel colore giallo ocra.
Se avete l’impastatrice, metteteci la farina e l’acqua
con lo zafferano, poi fate andare per circa sei minuti, fino a quando si sarà
formata la classica palla, che toglierete e impasterete a mano ancora per un
minuto.
Se non avete l’impastatrice o se, per qualche motivo, vi
piace sentire la fatica sugli avambracci, fate la classica fontana sul tavolo,
versateci al centro l’acqua e poi impastate.
In ogni caso, tenete presente che l’impasto avrà una
consistenza notevole, che renderà faticoso il suo impasto, sia che lo facciate
a mano che con l’impastatrice e così deve essere, per cui resistete alla
tentazione di aggiungere altra acqua.
Avvolgete la palla nella pellicola trasparente, poi
mettetela in luogo fresco e dedicatevi al condimento, partendo con l’arzilla.
Prendete per prima cosa una pentola, metteteci un litro
d’acqua, il corpo dell’arzilla, un poco di sale grosso e portatela sul fuoco,
con il coperchio e a fiamma media, facendo andare, dal momento del bollore,
almeno per una mezz’ora, in modo che l’arzilla possa trasferire all’acqua i
propri sapori.
Tanto che il brodo va, prendete un’ampia padella, tale da
poter contenere la pasta per la sua mantecatura finale, metteteci otto cucchiai
di olio extravergine, gli spicchi d’aglio sbucciati e leggermente schiacciati e
i gambi del prezzemolo.
Portate la padella sul fuoco, sempre a fiamma media, e
fate scaldare, poi, quando l’aglio si sarà dorato, toglietelo, togliendo anche
il prezzemolo e aggiungete le ali dell’arzilla, salandole, pepandole e
facendole cuocere per una decina di minuti, rigirandole un paio di volte
durante la cottura.
Quando le ali sono pronte, spegnete la fiamma, mettete le
ali sul tagliere e separate la carne dalle cartilagini, riducendola in piccoli
pezzi e rimettendola poi nella padella, che terrete da parte.
Dedicatevi ora agli asparagi, tagliandoli, prima le punte
e poi la parte verde del gambo, in pezzi di circa un paio di centimetri
lunghezza, fermandovi quando cominciate ad arrivare alla parte bianca del
gambo.
Prendete un’altra padella, meglio se anti-aderente, metteteci tre cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco, poi, quando l’olio comincia a scaldarsi, unite gli asparagi e mezzo bicchiere abbondante d’acqua.
Prendete un’altra padella, meglio se anti-aderente, metteteci tre cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco, poi, quando l’olio comincia a scaldarsi, unite gli asparagi e mezzo bicchiere abbondante d’acqua.
Fate cuocere gli asparagi a fiamma viva e senza
coperchio, salandoli verso metà cottura e senza prolungare troppo la cottura, in
modo da mantenere gli asparagi leggermente croccanti.
Tanto che gli asparagi vanno, prendete i pomodorini e
tagliateli a spicchi - quattro spicchi per ogni pomodorino - eliminando, se
volete, semi e parte acquosa interna e mettendoli in un colino in attesa di
usarli.
Quando gli asparagi sono pronti, travasateli direttamente nella padella con l’arzilla, poi pulite sommariamente la padella degli asparagi, metteteci un altro paio di cucchiai di olio extravergine e riportatela sul fuoco.
Fate scaldare l’olio, questa volta che sia ben caldo, poi
unite i pomodorini, salateli e fateli andare per circa cinque minuti a fiamma
molto vivace, in modo che si ammorbidiscano leggermente, senza spappolarsi e
rimanendo leggermente croccanti.
Spegnete e unite anche i pomodorini nella padella con
l’arzilla e gli asparagi, poi riportate la padella sul fuoco, fate nuovamente
scaldare, poi unite un paio di mestoli di brodo di arzilla e, sempre a fiamma
piuttosto alta, fatelo evaporare quasi del tutto, girando con una certa
frequenza.
Spegnete, coprite con il coperchio e tenete al calduccio.
Prendete ora la mollica di pane, possibilmente usando del
pane raffermo, in modo che la mollica sia piuttosto secca, e mettetela nel
mixer ad alta velocità (quello che si usa per macinare il caffè e la frutta
secca) o, se non l’avete, nel mixer tradizionale o nel frullatore.
Fate andare alla massima velocità, in modo da ridurre la
mollica in piccole briciole, poi travasate la mollica in un pentolino
anti-aderente, di dimensione tale che la mollica possa formare un strato
sottile, senza essere troppo ammassata.
Unite alla mollica il prezzemolo, che avrete prima
tritato finemente con il coltello, e una generosa macinata di pepe nero, quindi
portate la padella sul fuoco, a fiamma media, e fate andare, girando quasi in
continuazione, fino a quando la mollica comincerà a scurirsi leggermente, poi spegnete
e travasate rapidamente la mollica in una ciotolina.
Non lasciate la mollica nella padella, altrimenti, per
effetto del calore residuo, continuerà scurirsi, soprattutto quella a contatto
con il fondo.
Forza che non manca molto.
Riprendete la pasta dal frigorifero e stendetela, fermandovi ad uno spessore sottile ma non troppo, leggermente maggiore,
ad esempio, di quello tipico delle fettuccine. Potete ovviamente stendere sia a
mano che, se l’avete, con la macchina per la pasta.
Usando una rotellina con i bordi dentellati, ma anche un
coltello, tagliate la pasta nella forma che preferite; io, per la cronaca, ho
ricavato dei rettangoli, con il bordo dentellato e di dimensione all’incirca di
cinque centimetri per due.
Quando tutta la pasta è stata tagliata, mettete l’acqua
per la cottura sul fuoco, se volete dando prima una ripassataalla teoria, e quando è a bollore buttate la pasta, cuocendola al dente,
cosa che per una pasta fresca fatta solo con acqua e farina dovrebbe richiedere
non più di tre o quattro minuti. Come regola di massima, vale la stessa degli
gnocchi: quando la pasta comincia a venire a galla significa che è pronta.
Parallelamente rimettete sul fuoco la padella con il
condimento, in modo che questo sia ben caldo al momento di scolare la pasta.
Non appena la pasta è cotta, prendetela usando un mestolo
bucato, senza perdere tempo a scolarla troppo, e travasatela direttamente nella
padella con il condimento, mescolando per bene e aggiungendo anche un mestolo
dell’acqua di cottura, in modo da procedere con la mantecatura.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa
evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Quando la cremosità è quella giusta, spegnete e impiattate
rapidamente, distribuendo la mollica tostata su ciascuna porzione, dando una
leggera macinata di pepe nero, un leggero filo d’olio extravergine e poi
guarnendo come meglio credete.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: splendida rivisitazione di un piatto romano, con l'uso dell'asparago al posto del broccolo. Come abbinamento si può scegliere tra una bollicina (metodo classico) oppure un bianco che bene si accompagna a primi piatti a base di pesce e verdura, come il “Frati Lugana DOC” di Ca’ dei Frati.
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