Eccomi nuovamente a voi con una torta rustica, bella alta
come piacciono a me, il cui ripieno celebra il carciofo romanesco - detto anche
cimarolo o mammola - che vede in questa stagione il suo periodo di gloria.
Insieme ai carciofi, il lardo di Arnad,
poco, giusto a creare uno strato sul fondo della rustica, in modo che il suo
sapore sia percepibile, senza coprire quello di Re carciofo, e il pecorino di
fossa, che con il suo particolare sapore arricchisce e crea contrasto.
Completano il piatto una panna al pecorino romano - io ho
usato quello di Brunelli
- e mentuccia, che andrà preparata con circa un giorno di anticipo, in modo da
dare tempo all’infusione di sviluppare i suoi profumi, e un’emulsione di
broccoletti, che rappresenta solo un elemento di guarnizione, ma che nulla
vieta di usare in quantità maggiori.
Per quanto riguarda le dosi, quelle che vi darò sono per
una rustica piccola, di circa 18 cm di diametro, ma con un deciso sviluppo in
altezza; con le stesse quantità potrete quindi tranquillamente farci una torta
della misura standard, circa 24 cm di diametro, ma più bassa.
Per la panna e l’emulsione, infine, tenete presente che,
non potendo usare quantità minime, quelle riportate vi daranno un discreto
avanzo, che starà alla vostra bravura usare per altre preparazioni.
Ingredienti (vedi sopra)
Per la rustica
- Due fogli di pasta sfoglia pronta
- Cinque carciofi romaneschi
- Ottanta grammi di pecorino di fossa (quello che preferite)
- Tre tuorli d’uovo (uno dei quali per spennellare la sfoglia)
- Lardo di Arnad (vedi dopo)
- Un poco di burro (per ungere la teglia)
- Uno spicchio d’aglio
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per la panna al pecorino e mentuccia
- 250 ml di panna fresca
- Mezz’etto di pecorino romano grattugiato
- Una decina di foglie di mentuccia
- Sale e pepe bianco
Per l’emulsione di broccoletti
- Un etto di broccoletti (pesati già puliti)
- Una piccola patata a pasta gialla (vedi dopo)
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per prima cosa, come già detto nell’introduzione,
preparate l’infusione per la panna in modo che abbia più o meno un giorno
intero per sviluppare profumi e sapori.
Versate quindi la panna fresca in una tazza o in una
ciotola, aggiungeteci il pecorino romano, grattugiato con una grattugia, come
ad esempio questa della Microplane,
che vi consenta di ricavarne delle scaglie sottilissime, che possano poi
sciogliersi nella panna, la mentuccia, lasciando le foglioline attaccate al
loro rametto in modo che poi sia facile eliminarle, un pizzico di sale e una
leggera macinata di pepe bianco.
Mescolate per benino, meglio se usando una piccola frusta,
poi coprite la tazza con la pellicola trasparente e mettetela nel frigorifero,
dove la lascerete per circa un giorno, girandola di tanto in tanto.
Dedicatevi ad altro, andate a dormire sereni e poi, il
giorno dopo, procedete con la preparazione, partendo con l’emulsione di
broccoletti, lessando per prima cosa una piccola patata, mettendola con tutta
la buccia in una casseruola, coprendola con acqua fredda, leggermente salata e
portando poi il tutto sul fuoco.
Tanto che la patata va, prendete i broccoletti,
eliminatene i gambi, tenendo quindi solo foglie e boccioli, lavateli
accuratamente e poi pesateli alla quantità indicata.
Prendete una piccola casseruola, metteteci circa mezzo
litro d’acqua, salandola leggermente, poi portatela sul fuoco e, quando raggiunge
il bollore, tuffateci i broccoletti, che farete cuocere a fiamma vivacissima e
senza coperchio per non più di cinque minuti.
Mentre i broccoletti vanno, prendete una ciotola bella
grande e riempitela con acqua freddissima, meglio ancora se aggiungerete anche
del ghiaccio.
Quando i broccoletti sono cotti, prelevateli con un
mestolo bucato e travasateli nell’acqua ghiacciata, in modo da, come si dice in
gergo, fissarne la clorofilla, cosa
che consentirà ai broccoletti di mantenere un colore verde brillante,
decisamente meglio del classico verde-quasi-marroncino
che si ottiene quando li lessate senza poi freddarli tempestivamente.
Non appena saranno freddi, togliete i broccoletti
dall’acqua ghiacciata e fateli scolare per benino, ricordandovi anche di non
buttate la loro acqua di cottura, dato che vi servirà per regolare la densità
dell’emulsione.
Quando la patata è cotta, scolatela, sbucciatela e
mettetene una metà scarsa nel frullatore - vi ricordo che il ruolo della patata
è solo quello di fornire quel poco di amido che aiuta a legare l’emulsione, per
cui non esagerate con la quantità - insieme ai broccoletti e a quattro cucchiai
d’olio extravergine, poi aggiungete mezzo mestolo scarso dell’acqua di cottura
dei broccoletti, avendo cura che questa sia al più tiepida, meglio ancora se
fredda.
Fate andare il frullatore alla massima velocità per una
prima sgrossatura, poi valutate se sia il caso di unire altra acqua di cottura,
in modo da giungere ad una densità tipica di una vellutata, cosa che potrete
valutare con la classica prova del cucchiaio, immergendolo nell'emulsione,
togliendolo e verificando che questa formi uno strato sottile e uniforme sul
dorso, senza colar via.
Regolate di sale, date una macinata di pepe bianco e poi
fate andare il frullatore per un’ultima volta, in modo da ottenere un’emulsione
fluida e senza più alcun residuo solido.
Bene, mettete l’emulsione da parte e dedicatevi ai
carciofi, che pulirete secondo la liturgia, eliminerete buona parte del loro gambo, con
il quale potete farci qualche altra cosa, e poi taglierete in quattro spicchi,
eliminando l’eventuale barba interna.
Mettete in carciofi in una casseruola, aggiungete cinque
cucchiai d’olio extravergine, un bicchiere d’acqua, lo spicchio d’aglio
sbucciato, sale e pepe, poi portate il tutto sul fuoco, a fiamma bassa e con il
coperchio.
Fate cuocere fino a quando i carciofi non saranno ben
morbidi, aggiungendo, nel caso servisse, altra acqua, ma facendo in modo che, a
fine cottura, i fondo sia quasi del tutto evaporato, lasciandovi solo la sua
componente grassa data dall’olio.
Spegnete, fate intiepidire, se volete eliminate lo
spicchio d’aglio e poi, usando il Minipimer o il frullatore tradizionale,
frullate il tutto, in modo da ottenere una crema piuttosto densa.
Travasate la crema di carciofi in una ciotola,
aggiungeteci il pecorino di fossa grattugiato, due tuorli d’uovo e mescolate
accuratamente, poi regolate di sale, date una macinata di pepe e mescolate
nuovamente.
Mettete i carciofi da parte e tagliate il lardo di Arnad
a fette molto sottili, quasi trasparenti, che poi taglierete ulteriormente in modo
da ricavarne delle striscioline.
Forza che ci siamo.
Prendete una teglia da forno, possibilmente anti-aderente
e meglio ancora se con il bordo rimovibile, imburratela e, se la teglia non è
anti-aderente, metteteci sul fondo un foglio di carta da forno tagliato a
misura.
Prendete il primo foglio di sfoglia e foderateci la
teglia, rifilando i bordi con un coltellino, in modo che la sfoglia sia a filo
con la teglia.
Sul fondo della rustica fate uno strato usando le striscioline
di lardo appena tagliate, in modo che questo copra per intero la sfoglia, ma
senza esagerare con il suo spessore; direi che al più, se proprio siete amanti
del lardo, potrete fare un doppio strato.
Versate delicatamente all'interno l'impasto di carciofi,
operando con delicatezza, per evitare che lo strato di lardo si sposti,
arrivando fin quasi al bordo superiore della teglia. Se l’impasto non fosse
sufficiente, abbiate poi cura di rifilare la sfoglia in eccesso, in modo che
questa superi il ripieno per non più di mezzo centimetro.
Prendete il secondo foglio di pasta sfoglia e ricavatene
un disco il cui diametro sia pari a quello interno della teglia e poi, usando
un piccolo stampo circolare, fate un foro al centro, in modo da realizzare il
cosiddetto camino, che consentirà
l’uscita dell’umidità durante la cottura.
Ponete con delicatezza e attenzione il disco sopra la
rustica, come fosse un coperchio, utilizzando poi le dita per sigillarne i
bordi, ripiegando la sfoglia interna sopra al coperchio e premendo in modo da
unire in modo definitivo la sfoglia.
Spennellate le strisce di sfoglia con il tuorlo d'uovo
rimasto, usando un pennellino o le dita, poi infornate a 200° per circa trenta
minuti - il tempo dipenderà anche dalla dimensione che avete scelto per la
vostra rustica - e comunque fino a quando
la doratura sarà perfetta.
Spegnete, togliete la rustica dal forno, fatela freddare
a temperatura ambiente e poi trasferitela in frigorifero, in modo da
compattarne ulteriormente il ripieno.
Lasciate la rustica nel frigorifero per almeno un’ora,
poi tiratela fuori, toglietela delicatamente dalla teglia - la cosa sarà facile
nel caso abbiate usato una teglia con i bordi rimovibili - e tagliatela nelle
singole fette, dandogli poi tempo di riprendere un po’ di calore prima di
servirle.
Nell’attesa, riprendete la panna dal frigorifero,
versatela in una ciotola più ampia, togliendo i rametti di mentuccia, poi
montatela come fareste normalmente con la panna, tenendo presente che in questo
caso la dovrete lavorare leggermente più a lungo prima che possa arrivare alla
giusta consistenza.
Se volete, mettete la panna in una sacca da pasticcere,
scegliendo un beccuccio con il foro sagomato e non troppo ampio.
Bene, ci siamo e potete procedere con l’impiattamento,
usando per prima cosa l’emulsione di broccoletti, con la quale, meglio se
aiutandovi con un pennellino da cucina, potrete realizzare la guarnizione che
preferite.
Disponete poi una fetta di rustica in ciascun piatto e,
accanto ad essa, un poco di panna al pecorino e mentuccia, dandogli la forma
che più vi piace.
Guarnite con ulteriori elementi e poi portate finalmente
in tavola.
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