Una ricetta preparata per la
categoria "Asiago - Ricette Innovative", per il concorso "Tradizione vs Innovazione", organizzato da Grandi Formaggi DOP.
Allora, tanto per cominciare, vi dico subito che la forma
dei ravioli, ma anche la loro preparazione, è dovuta a quanto ho potuto
imparare durante il mio turno di finale del concorso “Cucina da Errico”, organizzato dallo Chef stellato Errico Recanati, del Ristorante Andreina di Loreto: passare mezza giornata nelle cucine di un ristorante
stella non ha prezzo, per tutto il resto c'è...
Comunque, tornando a bomba, ho voluto fare dei ravioli scuri, usando un mix di farina di grano
duro macinata a pietra, gentile omaggio di Ruggeri, che in quel di Padova
produce farine di grande qualità, e grano saraceno, una farina particolare, in
voga nell'Alto Adige, ma molto di meno alle basse latitudini.
Come ripieno, una fonduta di Asiago fresco, arricchita
con noci e menta romana, che durante la cottura recupera la sua fluidità,
dandovi un ripieno molto cremoso.
Condimento essenziale, con un burro profumato al ginepro,
a richiamare ancora una volta sapori montani, e un poco di pepe, mentre al
posto del parmigiano, l'Asiago stagionato, come naturale complemento
dell'Asiago fresco del ripieno.
Concludo dicendovi che, come per tutti ravioli con
ripieno molto morbido, saranno indispensabili degli stampi in silicone per
cioccolatini, che vi consentiranno di raffreddare
il ripieno in modo da portarlo allo stato solido, necessario per poterci poi
comporre i ravioli e anche un discreto assortimento di stampi circolari, utili
per dare la forma ai ravioli.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la pasta
- Un etto e mezzo di farina di grano duro
- Un etto e mezzo di farina di grano saraceno
- Tre uova intere
- Tre tuorli
Per il ripieno
- Un etto e mezzo di Asiago fresco
- Trenta grammi di gherigli di noci
- 75 ml di panna fresca
- Una decina di foglie di menta romana
- Pepe bianco
Per il condimento
- Un etto di burro
- Una decina di bacche di ginepro
- Quaranta grammi di Asiago stagionato
- Pepe nero in grani
Bene, si parte con la preparazione del ripieno, che come
vi dicevo andrà raffreddato in modo
da poterlo poi gestire per farne il ripieno dei ravioli.
Per prima cosa mettete i gherigli di noce nel mixer ad
alta velocità, quello che si usa per il caffè o la frutta secca, e fatelo andare
alla massima velocità, fino a quando le noci cominceranno a rilasciare il loro
olio naturale, donandovi una sorta di impasto piuttosto cremoso.
Prendete poi un pentolino, possibilmente anti-aderente,
metteteci la panna e l’Asiago fresco tagliato in piccoli pezzi - il taglio
serve solo per agevolare la sua fusione, quindi non perdete troppo tempo a
farne pezzetti tutti uguali - poi portatelo sul fuoco, a fiamma minima, meglio
ancora se con una retina spargi fiamma sotto.
Fate scaldare quel tanto che basta e sciogliere l’Asiago,
assolutamente senza girare, muovendo al più il pentolino con movimenti
circolari, ricordandovi che se il tutto si dovesse scaldare troppo, la parte
grassa del formaggio si separerebbe da quella proteica, che tenderebbe poi a
formare grumi.
Non appena il formaggio si è sciolto, togliete dal fuoco
e unite le noci ridotte in pasta, una macinata di pepe bianco e poi le
foglioline di menta romana, che avrete prima tritato finemente al coltello,
ricordandovi di tritarle al momento, in modo da rallentare il processo di
ossidazione.
Scuotete e ruotate il pentolino in modo da armonizzare
tutti gli ingredienti, poi versate delicatamente la fonduta negli stampini in
silicone - prendete quelli i cui incavi hanno una forma a cupola, senza disegni
o decorazioni - e fateli freddare a temperatura ambiente.
Quando la fonduta si sarà freddata e rappresa, mettete
gli stampi nel freezer - se poi avete anche l’abbattitore, meglio ancora - e
lasciateceli fin tanto che preparerete la pasta per i ravioli.
Dedicatevi ora alla preparazione della pasta, usando
l’impastatrice o le braccia, a secondo delle vostre inclinazioni (le mie sono
ovviamente votate alla pigrizia, per cui impastatrice per tutta la vita).
Comunque, unite le due farine, aggiungete le uova - le
dosi indicate dovrebbero andar bene, ma ricordatevi che molto dipende anche
dalla qualità della farina, dall’umidità e dalla dimensione delle uova - e
cominciate ad impastare, fino ad ottenere la classica palla, che lavorerete
complessivamente per almeno una decina di minuti.
Tenete presente che la natura delle farine è tale da
darvi un impasto piuttosto morbido e umido, che andrà poi lavorato con una
certa cautela.
Mettete la palla sotto una ciotola rovesciata e
lasciatela riposare per una mezz’ora, poi cominciate a stenderla, ancora una
volta a mano o con la macchina, fermandovi ad uno spessore sottile ma non
troppo, leggermente maggiore, ad esempio, di quello tipico delle fettuccine,
dato che la natura dell’impasto è tale da non consentirvi di spingervi troppo
oltre e anche perché - ma qui siamo sui gusti personali - la particolarità di questi ravioli suggerisce
una certa loro consistenza.
Prendete ora due stampi circolari, uno dei quali con
diametro maggiore dell’altro - indicativamente direi, rispettivamente, otto e
dieci centimetri - e cominciate a ricavare i dischi che formeranno i ravioli:
quello di minore diametro per la base e quello maggiore per la copertura, che
dovrà seguire il profilo del ripieno, motivo della necessità di averlo di
diametro maggiore.
Ordinate i dischi sul piano di lavoro, in modo da avere
su una fila le basi e sull’altra la copertura, poi tirate fuori dal freezer gli
stampi con il ripieno ed estraete quest’ultimo dagli alloggiamenti, tenendo poi le piccole cupole a portata di mano.
Usando un pennellino o le dita, inumidite leggermente le
basi dei ravioli - inumidite solo al momento di comporre i ravioli, altrimenti
l’acqua avrà tutto il tempo di essere assorbita dalla pasta o di evaporare - poi
deponete il ripieno al centro di ciascuna base e poggiateci sopra il disco di copertura.
Fate seguire al disco superiore il profilo del ripieno,
procedendo gradualmente in modo da consentire all’aria di uscire - l’aria si
espande con il calore, per cui se ne rimanesse intrappolata troppa, il raviolo
potrebbe rompersi durante la cottura - fino a chiudere completamente il
raviolo.
Prendete ora uno stampo circolare che abbia un diametro
di poco maggiore di quello della cupola del raviolo e, usandolo capovolto, cioè
con il bordo tagliente rivolto verso l’alto, calatelo sul raviolo, in modo che
la cupola ne sia racchiusa, premendo poi molto delicatamente in modo da creare
una zona di sigillatura tra la copertura del raviolo e la sua base. Non
esercitate troppa pressione, altrimenti taglierete la pasta.
Prendete infine un altro stampo, di diametro maggiore di
quello appena usato e, calandolo esattamente come avete appena fatto, usatelo
per dare la forma finale al raviolo.
Fate un ultimo controllo sul raviolo, verificando che sia
ben chiuso, poi procedete con gli altri fino ad esaurire il ripieno.
Il procedimento sembra lungo e noioso, ma vedrete che
dopo averci preso la mano, procederete molto più speditamente rispetto a fare i
ravioli nel modo tradizionale, con due fogli di pasta grandi e con il ripieno
posto ad intervalli regolari.
Mettete tutti i ravioli in un piatto o in una piccola
teglia, mettendo un poco di farina sul fondo in modo da non farli attaccare e
rimetteteli in freezer per una mezz’ora, in modo che possano rimanere ben sodi
e stabili, spostandoli dopo tale tempo nel frigorifero.
Tanto che i ravioli si raffreddano, preparate il
condimento, schiacciando le bacche di ginepro e mettendole in un pentolino con
il burro e una ventina di grani di pepe.
Mettete il pentolino nel forno a 50°, in modo da
sciogliere il burro in modo gentile e non traumatico, lasciandolo al suo
interno fino a quando non dovrete usarlo per il condimento finale. Se non avete
il forno elettrico, portate il pentolino sul fuoco, ancora una volta a fiamma
bassissima, e fate sciogliere il burro, avendo cura che questo non bolla e
tenendolo poi al caldo, ad esempio immergendo parzialmente il pentolino in
acqua calda.
Quando siete pronti per la cottura, mettete l’acqua per i
ravioli sul fuoco e, quando è a bollore, tuffateci delicatamente (scusate
l’ossimoro) i ravioli, prendendoli direttamente dal frigorifero e facendoli
cuocere per il loro tempo.
Una buona regola per valutare la cottura, piuttosto che
sacrificare i ravioli all’assaggio, è quella di aggiungere nella pentola un
pezzo di pasta avanzato e assaggiarlo per poter valutare il loro stato di
cottura.
Nell’attesa della cottura dei ravioli, grattugiate l’Asiago
stagionato.
Quando i ravioli sono cotti, scolateli uno ad uno, usando
un mestolo bucato e facendo in modo che tutta l’acqua possa colar via, poi
metteteli delicatamente in un piatto che li possa contenere senza che siano
troppo ammassati e sul quale avrete messo un velo di burro.
Procedete rapidamente con l’impiattamento, disponendo i
ravioli nella configurazione che preferite e facendo poi colare su ciascuno di
essi un poco del burro aromatizzato, al quale darete una energica emulsionata,
visto che molto probabilmente, per effetto del calore, la parta grassa e quella
lattea si saranno separate.
Distribuite l’Asiago stagionato, facendolo cadere a
pioggia, poi guarnite come meglio credete e portate rapidamente in tavola.
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