Una ricetta che celebra la romanità in modo pieno e
assoluto...
Complice la recente Pasqua, non ho potuto fare a meno di
coniugare i carciofi romaneschi, la cui stagione sta volgendo al termine, con
la coratella d'abbacchio,
piuttosto tipica nella cucina romana e peraltro spesso abbinata proprio ai
carciofi.
Piuttosto che farci un classico secondo, però, ho usato i
due meravigliosi ingredienti come condimento per la pasta, scegliendo per
quest'ultima un formato anch'esso caro alla tradizione romana - i rigatoni,
appunto - prodotti dal Pastificio Lagano,
un pastificio romano, recentemente scoperto, che mi ha decisamente colpito per
la qualità del prodotto.
Completa il condimento il pecorino romano - al solito
quello di Brunelli -
profumato con la mentuccia (o menta romana), una scelta quasi obbligata vista
la presenza dei carciofi.
Concludo dicendovi che, della coratella, non ho usato il
fegato, con il quale ho preparato invece dei crostini. Voi naturalmente potete
scegliere diversamente.
Ingredienti (per 6 persone)
- Mezzo chilo di rigatoni
- Tre etti di coratella d'abbacchio
- Quattro carciofi
- Mezzo bicchiere di vino bianco
- Quattro cucchiai ben colmi di pecorino romano grattugiato
- Una decina di foglie di mentuccia
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per prima cosa, nel caso non l'avesse già fatto il
macellaio, pulite per bene il rognone - per chi non lo sapesse il rognone altro
non è che il rene dell'abbacchio - eliminando per prima cosa la pellicola che
lo avvolge e tutti i residui di grasso.
Tagliate poi il rognone a metà ed eliminate la parte
interna spugnosa e grassa, poi tagliatelo a dadini e fatelo spurgare in acqua
corrente per almeno venti minuti, in modo che i suoi canali interni, che credo
immaginiate cosa abbiano contenuto, possano pulirsi alla perfezione.
Tagliate anche le altre parti della coratella a dadini,
poi mettete il tutto da parte e passate ai carciofi, che pulirete secondo la liturgia, ne eliminerete completamente il gambo, con il
quale potete farci qualche altra cosa, e poi taglierete, prima a metà,
eliminando la barba interna, e poi a
fettine sottili, avendo cura di usare solamente le foglie ed eliminando invece la
parte dura alla loro base, che potrete usare secondo la vostra fantasia per
altre ricette.
Prendete rapidamente una padella - più passa il tempo,
più i carciofi tenderanno ad annerirsi - ampia abbastanza da poter poi
contenere la pasta per la mantecatura finale, metteteci sei cucchiai di olio
extravergine e portatela sul fuoco.
Quando l'olio è caldo unite i carciofi, salandoli e dando
una generosa macinata di pepe nero.
Alzate la fiamma e fate saltare i carciofi, senza
coperchio, per una decina di minuti al massimo, girando spesso e facendo in
modo che i carciofi diventino croccanti.
Quando i carciofi vi sembrano quasi pronti, unite la
coratella, sfumate con il vino bianco, aggiungete un altro poco di sale e fate
cuocere per circa cinque minuti, non di più, per evitare che la coratella si indurisca
e diventi gommosa.
Mettete in una ampia pentola l'acqua per la pasta, ripassando nel caso la teoria, poi salatela, portatela sul fuoco e, quando bolle,
buttate i rigatoni, facendoli cuocere, ma mantenendoli al dente.
Mentre la pasta cuoce, grattugiate il pecorino romano,
mettetelo in una ciotolina e uniteci la mentuccia tritata finemente al coltello
e un altro po' di pepe nero macinato, quindi mescolate per armonizzare gli
ingredienti
A pochi minuti dalla fine della cottura della pasta,
prendete una tazza e prelevate un po' dell'acqua, ricca di amido, che vi servirà
per la mantecatura finale.
Quando la pasta è cotta, scolatela, lasciandola umida, e
travasatela nella padella dove l’aspetta il suo condimento, quindi riportate la
padella sul fuoco, alzate la fiamma al massimo, e mescolate in modo da
procedere con la mantecatura, aggiungendo gradualmente l'acqua di cottura messa
da parte.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa evaporazione
dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Spegnete, unite il pecorino e la mentuccia, mescolando
per benino in modo che il formaggio si sciolga.
Impiattate rapidamente, guarnite come più vi aggrada e
portate in tavola.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: grande piatto della tradizione romana, a cui si accompagna solitamente un Frascati Superiore o comunque un bianco dei Castelli Romani. Io invece lo proverei con questo delicato ed equilibrqto vino delle colline lucchesi e precisamente un Montecarlo Bianco Doc della Tenuta del Buonamico.
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