Una pasta in semplicità, direi, con la solita attenzione
alla freschezza e alla qualità degli ingredienti.
Come si evince dal titolo, condimento quasi essenziale, a
base di palamita e
pomodoro fresco - io ho usato il casalino di provenienza siciliana - fatto decantare, in modo da eliminarne buona
parte dell’acqua, riducendo drasticamente il tempo di cottura, che spesso viene
prolungato proprio per far restringere il pomodoro.
Il palamita, non facile a trovarsi, l’ho preso intero,
così come era arrivato dal mare, e poi sfilettato per usarne solamente la
polpa, con la quale ho fatto una sorta di ragù, che però si differenzia da
quello tipico di carne per il tempo di cottura estremamente breve, necessario a
non mortificare, a mio avviso, né il pesce, né il pomodoro.
Per la salsa sono quindi tornando alla mia abitudine di
non usare alcun elemento, per così dire, accessorio, come aglio, peperoncino o
vino bianco.
Completa il piatto la mollica di pane, tostata insieme
all’aneto e ad una piccola quantità di aglio, in modo da avere profumi intensi
e presenti.
Infine, nel caso non trovaste il palamita, potete
orientarvi sul tonno o su un altro pesce della stessa famiglia.
Ingredienti (per 6 persone)
- Mezzo chilo di mezzi paccheri
- Tre etti di polpa di palamita
- Sei etti di pomodori rossi e maturi
- Un bel ciuffo di aneto
- Uno spicchio d’aglio
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Partite con i pomodori, che come detto nella premessa, ho
fatto decantare per circa tre ore,
tempo minimo necessario per eliminare buona parte della loro componente
acquosa, tenendo presente che più tempo trascorre, più i pomodori riusciranno a
rilasciare la loro acqua.
Prendete quindi i pomodori, che dovranno essere ben
maturi, tagliateli grossolanamente a pezzi e passateli al passa pomodoro, in
modo da raccogliere solamente la polpa. L'operazione in se è un po' lunga e
noiosa, a meno di non avere il passa pomodoro elettrico, cosa che vi eviterà,
peraltro, una semi-paresi dell'avambraccio.
Prendete poi una ciotola, piuttosto ampia e larga, e
copritela con un tovagliolo o un fazzoletto, che terrete in posizione aiutandovi
con un elastico, come se questo fosse la copertura di un tamburo.
Versate il pomodoro passato sul tovagliolo, che per il
peso si incurverà leggermente, mettete il tutto il luogo fresco e, nell’attesa,
dedicatevi ad altro, a partire dal palamita, che dovrete sfilettare nel caso lo
aveste preso intero.
Usando un coltello molto affilato, meglio ancora se è un
coltello specifico per sfilettare, fate un taglio all’altezza della coda del
tonno, ortogonale rispetto alla direzione della lunghezza, in modo da arrivare
fino alla lisca centrale, quindi ruotate il coltello di 90°, in modo che la
lama, nella sua parte piatta, si trovi a contatto con la lisca centrale.
A questo punto non rimane che tagliare, con la lama
sempre a contatto con la lisca, per tutta la lunghezza del pesce, sino ad
arrivare alla testa, dove vi fermerete, facendo poi un altro taglio ortogonale,
questa volta ovviamente all’altezza della testa, in modo da separare il
filetto.
Tagliate in due ogni filetto, secondo la sua lunghezza e
facendo due tagli, uno a destra e uno a sinistra, della sua parte centrale,
dove sono le lische residue. In questo modo non dovrete perdere tempo ad
eliminare le lische una a una.
Infine rifilate i filetti, rimuovendo la parte di pelle
sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole, sia alla vista che
al gusto.
Ripetete per l'altro lato del pesce, et voilà, più facile a farsi che a dirsi.
Non resta che eliminare la pelle, cosa che farete
mettendo i filetti sul tagliere, con la pelle rivolta in basso e poi, sempre
con il solito coltello, cominciando a tagliare la polpa, mantenendo la parte
piatta della lama a contatto con la pelle.
Ricavate tutta la polpa, poi pesatela alla quantità
indicata - non siate troppo fiscali e se ne avete di più, usatela - tagliandola
poi ulteriormente in pezzi più piccoli e irregolari, tenendo comunque presente
che, durante la cottura, le caratteristiche del pesce saranno tali da far
sfaldare ulteriormente i singoli pezzi.
Mettete la polpa da parte e lasciate trascorrere il tempo
della decantazione del pomodoro - vedrete che resterete sorpresi dalla
quantità di acqua che verrà rilasciata - poi prendete una padella, ampia
abbastanza da poter contenere la pasta per la sua mantecatura finale, versateci
il pomodoro, aggiungete sei cucchiai di olio extravergine, salate e portate sul
fuoco, a fiamma vivace e senza coperchio.
Fate cuocere per circa dieci minuti - il tempo vale se
avete fatto decantare il pomodoro per
circa tre ore e, nel caso di tempi più lunghi, riducetelo, dato che la quantità
di acqua rimanente sarà minore - poi unite il palamita e fate andare per altri
cinque minuti, non di più, girando spesso in modo che tutto il pesce possa
sentire il calore.
Come vedete, la cottura è molto breve e suggerisco di
prolungarla, ma solo quella del pomodoro, solo nel caso questo necessiti di più
tempo per far evaporare la sua acqua.
Quando la salsa vi sembra a posto, spegnete e tenete da
parte, al calduccio.
Mettete in una ampia pentola l'acqua per la pasta - se vi
va, ripassate prima la teoria – salatela, portatela sul fuoco e, quando bolle, buttate i
mezzi paccheri, facendoli cuocere ma mantenendoli bene al dente.
A pochi minuti alla fine della cottura, prendete una
tazza e prelevate un po' dell'acqua, ricca di amido, che vi servirà per la
mantecatura finale, poi quando la pasta è cotta, scolatela e travasatela nella
padella dove l’aspetta il suo condimento.
Riportate la padella sul fuoco, alzate la fiamma al
massimo, e mescolate in modo da procedere con la mantecatura, aggiungendo l'acqua
di cottura messa da parte, tenendo comunque presente che, data la presenza del
pomodoro, questa potrà essere più rapida rispetto ad una preparazione in
bianco.
Fate comunque in modo che la pasta risulti cremosa,
interrompendo la mantecatura quando vedete che il condimento comincia, per
effetto della completa evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Spegnete e procedete rapidamente con l’impiattamento, distribuendo
poi un poco di mollica su ogni porzione, quasi come fosse del parmigiano, e
dando un leggero giro di olio extravergine a crudo.
Guarnite come meglio credete, poi portate velocemente in
tavola per evitare che la pasta si asciughi, perdendo la sua cremosità.
Abbinamento consigliato dall’Enoteca Colordivino: elogio della semplicità per questi splendidi paccheri, che vedrei bene con un Pigato biologico della Riviera Ligure di Ponente.
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