Liberamente e spregiudicatamente ispirato ad un piatto
del grande Chef Giulio Terrinoni del
ristorante "Acquolina",
ecco un sgombro saltato in padella, con una nota di dolcezza data dallo
zucchero di canna caramellato, esattamente come si fa normalmente per la creme brulèe (anticipo subito che vi
servirà un caramellatore).
Ad accompagnare il pesce, i fagiolini lessati e tenuti
ben al dente, un paté di pomodorini datterino e, per finire, delle mandorle
pelate tostate in padella con del sale marino, nello specifico quello delle Saline di Cervia.
Completano il tutto un filo di olio extravergine di oliva
e qualche fiocco di sale - ho usato quelli della Falksalt - che al gusto creano un bel
contrasto con la dolcezza della caramellatura.
In conclusione, direi un piatto estivo con sapori ben in
contrasto tra di loro.
Ingredienti (per 4 persone)
Per lo sgombro
- Uno sgombro piuttosto grande
- Una ventina di fagiolini
- Due cucchiai di zucchero di canna
- Due cucchiai di mandorle pelate
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe bianco
Per il paté di pomodorini
- Una ventina di pomodorini datterino
- Sale, meglio se integrale
- Zucchero semolato
- Olio extravergine d'oliva
Partite con la preparazione del paté di pomodorini,
tagliandoli a metà, nel verso della lunghezza, eliminando i semi e la parte
acquosa interna e mettendoli poi su una teglia, sul fondo della quale avrete
messo un foglio di carta da forno.
Disponete i pomodorini, con la parte tagliata rivolta
verso l’alto, salandoli con del sale fino e dando una spolverata di zucchero,
che aiuterà a ridurre la loro componente acida e, allo stesso tempo, ad
accentuare la loro dolcezza.
Infornate a circa 90° per circa un’ora e mezza e comunque
fino a quando non vedrete che i pomodorini si saranno "raggrinziti",
segno che l'acqua contenuta al loro interno è in buona parte evaporata.
Più o meno verso la metà del tempo di cottura
complessivo, girate i pomodorini, rivolgendo la parte tagliata verso il basso,
in modo che l'acqua che si sarà raccolta al loro interno possa colar via.
Quando i pomodorini sono pronti, tirateli fuori dal forno
e fateli freddare, poi, usando il frullatore tradizionale o il Minipimer,
frullateli insieme ad un paio di cucchiai di olio extravergine, fino ad
ottenere un composto cremoso, simile appunto alla consistenza di un classico
paté, con solo alcune tracce residue dei pezzi di pomodorino, pezzi che
accentueranno il carattere rustico della preparazione.
Nel caso vi accorgeste che il paté contiene ancora un
residuo acquoso, mettetelo in un colino a maglie molto fitte, che poggerete su
di un recipiente, in modo che l'acqua possa colare via, lasciandovi un paté
molto denso.
Preparato il paté, dedicatevi ai fagiolini, che laverete
e poi ne eliminerete le due estremità.
Portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e
poi tuffateci i fagiolini, facendoli cuocere per circa sei minuti - regolatevi
anche in funzione del loro diametro - in
modo che rimangano ben croccanti.
Tanto che i fagiolini vanno, prendete una ciotola bella
grande e riempitela con acqua freddissima, magari aggiungendo anche del
ghiaccio o, se non l'avete, mettendo preventivamente la ciotola con l'acqua nel
frigorifero.
Quando i fagiolini sono cotti, prelevateli con un mestolo
bucato e travasateli nell’acqua ghiacciata, in modo da mantenerne il loro bel
colore verde brillante, poi scolateli e fateli asciugare.
Dopo i fagiolini, le mandorle, che metterete in un
padellino anti-aderente insieme ad un cucchiaino di sale marino macinato al
momento.
Portate il padellino sul fuoco, a fiamma media, fate scaldare
e proseguite, girando spesso, fino a quando le mandorle non cominceranno ad
assumere un bel color bruno tenue, segno che la tostatura procede come si deve.
E' importante girare con continuità in modo che il sale possa aggrapparsi a tutta la superficie delle
mandorle.
Spegnete e fate freddare le mandorle su un piatto e non
nella padella, dato che il suo calore residuo potrebbe continuare il processo
di tostatura oltre il giusto.
Per ultimo lo sgombro, che per prima cosa dovrete
sfilettare.
Procuratevi quindi un coltello a lama lunga, sottile,
flessibile e molto affilata, poi incidete lo sgombro all’altezza della coda,
con un taglio perpendicolare alla sua lunghezza, quindi ruotate il coltello in
modo che la lama sia a contatto con la lisca centrale e, infine, percorrere
tutta la loro lunghezza fino ad arrivare alla testa, sempre mantenendo la lama
a contatto con la lisca e facendo un altro taglio perpendicolare in modo da
separare definitivamente il filetto dal resto del pesce.
Girate poi lo sgombro e procedete nello stesso modo anche
per il secondo lato e il gioco è fatto.
Eliminate le lische residue, localizzando lungo la parte
centrale e possibilmente usando le pinzette apposite, quindi rifilate i
filetti, rimuovendo la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa
e meno gradevole, sia alla vista che al gusto, eliminando poi anche quella parte
di carne più rossa, vicina alle viscere, che di solito ha un gusto forte e
amaro.
Mettete infine i due filetti sul tagliere e tagliateli a
metà, ricavando quindi quattro pezzi che costituiranno le quattro porzioni,
lasciando la pelle al suo posto, dato che poi questa la renderete croccante
durante la cottura in padella.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente, ungetela
con quattro cucchiai d’olio e portatela sul fuoco, a fiamma media e senza
coperchio, fino a quando l'olio non sarà ben caldo, quindi unite i filetti di
sgombro, con la parte della pelle a contatto con il fondo della padella.
Esercitate una leggera pressione sui filetti per il primo
minuto di cottura, poi abbassate la fiamma e, sempre senza coperchio,
proseguite la cottura, fino a quando la parte superiore dei filetti, quella più
distante dal fondo della padella, non avrà cambiato colore, passando da un
rosso molto scuro ad un rosa mediamente intenso.
Salate e pepate lo sgombro solamente nella fase finale
della cottura, poi, quando lo sgombro è pronto, toglietelo dalla padella e
mettetelo sul tagliere, con la pelle rivolta verso l'altro.
Prendete lo zucchero di canna e fate un sottile ma
omogeneo strato su ogni pezzo di sgombro, poi usando il caramellatore fatelo
fondere, fermandovi prima che lo zucchero si scurisca troppo, esattamente come
si fa appunto per la creme brulèe.
Impiattate rapidamente, mettendo per prima cosa i fagiolini,
sui quali farete colare un leggerissimo filo di olio extravergine e salandoli
nel caso non lo fossero abbastanza, poi disponete lo sgombro, con la
caramellatura rivolta verso l'altro e, per finire, un cucchiaino di paté di
pomodorini, che io ho messo direttamente sul pesce, ma che voi potrete in
alternativa mettete a fianco ad esso, in modo da lasciare completamente a vista
la caramellatura.
Completate con le mandorle tostate al sale e portate in
tavola.
Mi piace Terrinoni! Non conosco la sua versione ma questa mi piace tantissimo, perfetta per Poverina elliebuoni, te la copio di sicuro e ti linko naturalmente ;-)
RispondiEliminaCondividi e linka smodatamente :-) A presto.
Elimina