9 ottobre 2014

Anche i pigri, qualche volta, escono di casa...



Lo dice anche il Signore: la domenica è giorno di riposo. E sono sicuro che, quando parlava di riposo, lo intendesse nel senso pieno del termine. Il riposo è riposo e non ammette eccezioni o personali interpretazioni.

E visto che lungi da me l’idea di mettere in discussione un mandato divino, me ne faccio non solo portavoce, ma anche fulgido esempio.

"Che io possa essere additato come colui che ha compreso l’essenza del riposo, che ne rappresenta l’archetipo e che tutti ne lodino la perseveranza con la quale lo rincorre!"

E, tanto per essere ancora più chiari, io ho una visione integralista del riposo e, no, non sono di quelli che dicono “Ah, finalmente il weekend ! Sveglia all’alba, per fare due ora di corsa, credendo di essere Abebe Bikila, poi un brunch, pensando di essere stato teletrasportato negli Stati Uniti, poi qualche lavoretto a casa, credendo di essere Bob Aggiustatutto, a seguire l’Happy Hour, giocando a fare il giovane ma chiaramente distinguibile dai veri giovani per l’evidente fisionomia geriatrica e, per finire, quel bel filmetto di quell’autore emergente di cui qualcuno, volendovi male, vi ha parlato e che, in realtà, non trattasi di opera cinematografica ma di terapia sperimentale per l’induzione della narcolessia”, a suggellare un weekend votato alla più totale inutilità.

No, dicevo, il mio weekend è ben altra cosa, scandito dalla ripetuta congiunzione quasi carnale con componenti-di-arredo-finalizzati-al-giacere-supini e con la sola concepibile eccezione del ritmico trasferirsi dall’uno all’altro, vivendo l’eventuale uscita di casa come una sorta di distacco dal seno materno.

Però c’è sempre un ma (oppure, a voi piacendo, “ma c’è sempre un però” oppure, ancora, una qualsiasi delle possibili permutazioni delle singole parole) e - si, lo so, chi mi conosce stenterà a crederlo - ci sono momenti nei quali anch’io, sommo pachiderma (e non sto parlando in senso figurato), esco volentieri dalla mia tana.

Ebbene, uno di questi “ma” si paleserà, a Roma, domenica 12 ottobre 2014, con il Taste of  Excellence, splendida occasione per prendere confidenza - per la cronaca, per me la locuzione “prendere confidenza” è del tutto equivalente ad “assaggiare” -  con prodotti enogastronomici di qualità, per conoscere grandi cuochi e per assistere ai loro show cooking.

Inoltre, visto che non si vive di soli assaggi (messaggio da parte del mio subconscio: aiutatemi, vi prego, un'entità aliena ha preso il controllo dell’organismo che mi ospita e ha scritto cose alle quali la mente non crede), ci sarà anche il #salottociak organizzato da Ciak si Cucina, una bellissima Web TV sul mondo dell’enogastronomia (avete presente la teoria dei “mondi possibili” di Gottfried Wilhelm Leibniz ? Ecco, io la confuto, visto che di mondi ne esiste chiaramente uno solo, quello dove se magna) e la premiazione del contest organizzato da Riso Acquerello, al quale io partecipo, se non altro per soddisfare il mio ego, di questi tempi particolarmente esigente.

Insomma, un bel modo di passare la domenica, in un posto peraltro splendido - l’Aranciera di San Sisto, di fronte alle Terme di Caracalla - che per le sue caratteristiche credo vi dia anche la possibilità di inventarvi scuse del tipo “mi allontano solo un momento; ho una telefonata importante da fare” e, in realtà, trovarvi un angoletto di prato, sotto fresche fronde, dove riprendere il discorso sul riposo che ho già fatto.

Che altro dire, se non che io ci sarò e, udite udite, con una sorta di presenza ufficiale, visto che ci sarà anche un angolino dedicato ai Food Blogger, dove mi potrò bullare facendo e dicendo cose che, già sapendo indotte dai troppi assaggi di vino che ho pianificato di fare, disconosco fin da ora, invocando ex ante l’articolo 428 del codice civile (Wikipedia, ti voglio bene!).

Credo di aver detto tutto e, schiavo delle mode mediatiche, concludo lanciando un appello: “pantofolari di tutto il mondo, alzatevi dai vostri divani, indossate il vostro vestitino migliore e, contravvenendo per una volta ai vostri granitici principi, siate voi a muovervi verso il Taste of Excellence, perché, purtroppo, voi non siete Maometto e Taste of Excellence non è la montagna”.

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