Questa ricetta partecipa, nella categoria “Emmentaler DOP”, al concorso
organizzato da Formaggi Svizzeri e dal Blog Peperoni e Patate.
Dopo la prima ricetta del concorso a base di Gruyère DOP,
arriva ora la seconda a base di Emmentaler DOP, altro grande formaggio della tradizione svizzera e, credo, a noi più
familiare, visto che il formaggio con i buchi, almeno per quanto mi riguarda,
ha accompagnato buona parte della mia adolescenza.
Rispetto al Gruyère DOP, considero l’Emmentaler DOP un
formaggio leggermente più impegnativo,
dal sapore sicuramente più particolare, frutto peraltro delle caratteristiche del
suo processo di produzione e di stagionatura, e che richiede un uso attento
nelle preparazioni, proprio per nobilitarne il sapore, evitando di trattarlo
alla stregua di un generico formaggio, cosa che l’Emmentaler DOP non
è di certo.
Questa particolarità ha fatto si che - lo ammetto - la
decisione su come utilizzarlo sia stata particolarmente sofferta, alla ricerca
di una preparazione che lo esaltasse e, al tempo stesso, la differenziasse da
quanto avevo già fatto per il suo cugino Gruyère DOP.
Alla fine ho deciso per un abbinamento con le verdure,
scegliendo patate, verza, fiori di zucca, zucchine, porri e funghi porcini,
preparando delle piccole millefoglie (per la cronaca, sono sempre alla ricerca
di una risposta circa il genere maschile o femminile di questo nome), nelle
quali ciascuno strato di verdure viene separato da uno a base di formaggio,
speck ed erba cipollina.
Ho poi accompagnato le millefoglie con una salsa molto
morbida - da cui il nome - a base di pere, grappa alla pera e ginepro, quasi a
celebrare il famoso detto che suggerisce di tener nascosto al contadino la
bontà dell’abbinamento del frutto con il formaggio.
In definitiva, quindi, un piatto tutto sommato internazionale, vista la diversità delle
verdure utilizzate, ma con un chiaro richiamo ai paesaggi montani grazie alla
presenza dello speck, dell’erba cipollina, del ginepro e, ovviamente,
dell’Emmentaler DOP.
Per quanto riguarda lo speck, anziché usarlo nel modo
classico, a fette, l’ho prima tostato
in forno e poi ridotto in piccole briciole, che ho poi unito al formaggio,
anch’esso ridotto in piccole scaglie, aggiungendo infine l’erba cipollina
finemente tagliata.
Direi quindi una preparazione semplice e veloce, con
quasi tutte le verdure lavorate a crudo, per il taglio delle quali è
consigliabile l'uso di una mandolina
di qualità, in modo da poter essere costanti e sottili negli spessori.
Per quanto riguarda infine le quantità, tenete presente
che io ho cotto la millefoglie in una piccola teglia rettangolare, di circa
15x10 centimetri, sufficiente per quattro porzioni. Vi ricordo, in ogni caso,
che la preparazione si basa anche sull’equilibrio dei diversi strati, per cui
valutate sempre in base alla vostra esperienza le reali quantità necessarie,
considerando quelle date come una sorta di riferimento.
Ingredienti (per 4 persone)
Per le millefoglie
- Cento grammi di Emmentaler DOP
- Quattro fette di speck tagliate sottili
- Tre patate a pasta gialla
- Otto fiori di zucca
- Quattro zucchine romanesche
- Quattro foglie di verza
- Un porro
- Due funghi porcini di media dimensione
- Una ventina di fili di erba cipollina
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per il morbido di pera
- Due pere (io ho usato le Williams)
- Quattro cucchiai di grappa alle pere
- Un cucchiaio colmo di zucchero di canna
- Dieci bacche di ginepro
- Pepe bianco
Direi di partire con il morbido di pere, che può essere preparato con un certo anticipo,
volendo anche il giorno prima.
Sbucciate le pere, rimuovete i semi e la parte centrale,
più dura, poi tagliatele grossolanamente in pezzi, che metterete in un
pentolino insieme alla grappa di pere e allo zucchero.
Mettete le bacche di ginepro sul tagliere e, usando un
coltello con la lama grande, dividete ciascuna bacca in due, raccogliendole poi
in un cuoci spezie o, se non l’avete, mettendole all’interno di un foglio di
garza sterile che poi legherete in modo da realizzare una sorta di sacchetto,
che metterete nel pentolino insieme alle pere e agli altri ingredienti (potete
ovviamente anche mettere le bacche di ginepro, divise a metà, direttamente nel
pentolino, ma poi vi dovrete ricordare di toglierle una ad una prima di
frullare il tutto).
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma minima e con il
coperchio, facendo cuocere fino a quando le pere non saranno molto morbide. Se
dovesse servire, durante la cottura, aggiungete un poco d'acqua in modo da
mantenere le pere sempre umide.
Quando le pere sono pronte, spegnete la fiamma, date una
generosa macinata di pepe bianco e poi, usando il frullatore tradizionale o
quello a immersione, riducete il tutto in una sorta di crema, facendo in modo
che non rimangano residui solidi.
Nel caso il morbido
di pere vi sembrasse troppo liquido, riportatelo sul fuoco, a fiamma media, e
fate andare giusto il tempo a fare evaporare l’eccesso di liquido.
Mettete il morbido
di pere da parte e dedicatevi alla polvere di speck, prendendo le fette, che
devono essere tagliate piuttosto sottilmente, eliminandone la parte grassa e
mettendole poi in una teglia, nella quale avrete messo un foglio di carta da
forno.
Infornate a 100° per una mezz’ora, fino a quando le fette
non risulteranno ben secche al tatto, momento in cui le toglierete dal forno e
le farete freddare.
Mettete le fette di speck sul tagliere, copritele con un
foglio di carta da forno - questa operazione serve ad evitare che lo speck
cominci a spargersi per tutta la cucina - e usando un pesta carne o un
matterello esercitate una pressione in modo da frantumare lo speck.
Volendo potete poi rifinire il tutto, togliendo la carta
da forno e usando un coltello a lama grande, con il quale triterete lo speck come fosse un erbetta.
Grattugiate l’Emmentaler DOP, usando una grattugia che vi
consenta di ricavarne delle piccolo scaglie - la pasta dell’Emmentaler DOP ha
una consistenza tale da rendere problematico l’uso di una classica grattugia da
parmigiano - raccogliendo il formaggio in una ciotola, nella quale aggiungerete
poi le briciole di speck appena preparate, l’erba cipollina, che prima
taglierete finemente con il coltello (ricordatevi che l’erba cipollina va
sembra tagliata e mai tritata) e una generosa macinata di pepe nero.
Mescolate per benino in modo da armonizzare gli
ingredienti e poi mettete la ciotola in frigorifero o in luogo fresco, in modo
che il formaggio non si ammorbidisca troppo.
Procedete ora con la preparazione delle verdure,
premettendo che queste non andranno salate, dato che la sapidità del piatto
sarà assicurata dalla presenza dello speck essiccato, essiccazione che accentua
di molto la sua già naturale sapidità.
Dedicatevi per prima cosa a quelle verdure che richiedono
una breve cottura preventiva, prendendo le foglie di verza, quelle più esterne,
e tenendo solo la parte più verde, eliminando quindi la costola centrale e la
parta più bianca.
Portate ad ebollizione abbondante acqua, non salata e, in
attesa del bollore, prendete una ciotola bella grande e riempitela con acqua
freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo
la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Quando l’acqua è a bollore, tuffateci le foglie di verza
e fatele cuocere per cinque minuti, quindi scolatele usando un mestolo bucato e
travasatele immediatamente nell’acqua ghiacciata, in modo da, come si dice in
gergo, fissarne la clorofilla e
mantenerne quindi il suo bel colore verde brillante, poi scolatele e fatele
asciugare in corrente d’aria.
Tanto che la verza si asciuga, pulite il porro,
eliminando la parte finale con la barba,
quindi tagliatelo molto sottilmente, partendo dalla parte bianca e fermandovi
quando arrivate a quella verde.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente, metteteci
due cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco e, quando l’olio
comincia a scaldarsi, unite i porri e mezzo bicchiere d’acqua.
Regolate la fiamma sul livello medio e fate cuocere,
girando di tanto in tanto, fino a quando il fondo di cottura non sarà
evaporato. Se avete dosato bene l’acqua, dovreste ritrovarvi con dei porri più
morbidi ma con ancora una certa croccantezza residua.
Spegnete la fiamma, fate raffreddare i porri e procedete
con le altre verdure, partendo dai fiori di zucca, dei quali dovrete prendere
solo i petali di colore
giallo-arancione, scartando quindi la base del fiori e il pistillo che si trova
al loro interno.
Patate e zucchine le taglierete invece molto sottilmente,
ad uno spessore inferiore al millimetro - ecco perché vi ci vuole la mandolina
- ricordando di tagliare le patate per ultime, dato che queste hanno la
tendenza ad annerirsi.
Pulite i funghi porcini, eliminando la terrà più grossa
con un coltellino e poi quella rimanente usando un panno o un foglio di carta
da cucina inumidito - mai lavare i funghi in acqua, dato che tenderebbero ad
assorbirla - poi metteteli sul tagliere e tagliate anch’essi a fettine, anche
se, in questo caso, potete farle leggermente più spesse, dato che la loro
consistenza è sicuramente minore di quella delle patate e delle zucchine.
Bene, ci siamo e possiamo partire con l’assemblaggio
finale, scegliendo per prima cosa la teglia, meglio se anti-aderente, e
ungendola con qualche cucchiaio di olio extravergine.
Fate poi un primo strato con le patate, sovrapponendole
leggermente in modo che possano ricoprire tutto il fondo, senza lasciare spazi
vuoti e con uno spessore complessivo leggermente maggiore di quello degli
strati interni che farete successivamente.
Sulle patate aggiungete il formaggio con lo speck, l’erba
cipollina e il pepe, avendo cura che questo sia distribuito in modo omogeneo,
ma senza fare uno stato troppo compatto e spesso.
Proseguite alternando verdure e formaggio - non esiste
una regola sull’alternanza delle verdure, se non quella che suggerisce di
creare un deciso contrasto cromatico, scegliendo quindi come adiacenti verdure
dai colori in netta contrapposizione - fino ad esaurire le verdure e terminando
con uno strato di patate, in modo che le millefoglie siano appunto racchiuse
tra due strati di patate.
Cercate di arrivare fino al bordo superiore della teglia,
nel caso utilizzando più volte una stessa verdura, ed esercitando poi una certa
pressione per compattare il tutto, considerando che l’altezza della millefoglie
si ridurrà almeno di un terzo durante la cottura, sia per effetto dello
scioglimento del formaggio, che per la perdita di umidità delle verdure stesse.
Distribuite il formaggio sopra l’ultimo strato di patate,
poi infornate a 200° per venticinque minuti - il tempo dipende ovviamente anche
dalla quantità effettiva che avete preparato - in modo da fare una cottura
intensa ma non prolungata.
Quando la millefoglie è pronta, toglietela dal forno e
fatela intiepidire prima di tagliarla e ricavarne le singole porzioni, che
potete fare come meglio credete, a partire da misure da finger food, come ho fatto io, o più tradizionali.
Impiattate, disponendo le millefoglie e, accanto ad esse,
un cucchiaino di morbido di pera, quindi
guarnite come meglio credete e portate in tavola.
Buon appetito.
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