La ricciola è uno dei miei pesci preferiti e quando la
trovo poi nella Pescheria di Anzio, sinonimo di qualità e freschezza - questi termini, peraltro,
appartengono a tutto il pesce di provenienza dai mari di Anzio - non me la
lascio certo scappare.
Dato che essendo poi l'altro mio amore il pesce crudo,
non potevo che preparare una tartare,
dove alla ricciola è abbinata la pera coscia, un frutto meraviglioso e dalla
stagione purtroppo breve.
Condimento ridotto al minimo, con olio extravergine di
oliva, sale marino, un poco di radice di zenzero grattugiata e fiocchi di sale
al limone, nello specifico quelli della Falksalt.
Come accompagnamento, infine e sempre per rimanere nella
stagionalità, una riduzione di more selvatiche all'aceto balsamico.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la tartare
- Due etti di polpa di ricciola
- Due pere coscia
- Un pezzetto di radice di zenzero
- Olio extravergine di oliva
- Fiocchi di sale al limone
- Sale marino
Per la riduzione di more
- Due cucchiai di more selvatiche
- Un cucchiaino di zucchero di canna
- Un cucchiaio di aceto balsamico
Partite con la riduzione di more, mettendo quest'ultime
in un pentolino anti-aderente, insieme allo zucchero di canna e a un paio di
cucchiai d'acqua.
Portate sul fuoco, a fiamma minima e con il coperchio, e
fate cuocere per una ventina di minuti, in modo che le more perdano consistenza
e rilascino il loro prezioso sciroppo.
Trascorsi i venti minuti, togliete il coperchio e unite
l'aceto balsamico, ricordando che quest'ultimo deve essere tale, motivo per cui
vi suggerisco di investire una quindicina di euro per comprarvi un aceto
balsamico, dai 3 ai 5 anni di invecchiamento, piuttosto che risparmiare per
comprarsi quelle melasse in vendita nei supermercati.
Proseguite la cottura fino a quando il fondo non sarà
diventato piuttosto denso e le more quasi del tutto spappolate, quindi spegnete
e, usando un colino a rete fitta, filtrate il tutto, aiutandovi con il dorso un
cucchiaio, con il quale premerete le more sulla rete del colino in modo da
estrarne tutto il liquido.
Valutate
la densità della riduzione e, se vi sembrasse troppo fluida - ricordate comunque
che la densità aumenterà con il freddarsi del composto - riportatelo sul fuoco
in modo da restringerlo quanto serve.
Se avete un biberon
da cucina, metteteci la riduzione in modo che poi sarà più facile dosarla
durante l'impiattamento.
Mettete la riduzione da parte e dedicatevi alla ricciola,
togliendo la pelle usando un coltellino molto affilato ed eliminando la
cartilagine centrale.
Pesate la polpa della ricciola alla quantità indicata, quindi
tagliatela a cubetti e poi, usando un coltello a lama grande e affilata, battetela in modo da ridurla alla
consistenza che preferite.
Mettete la ricciola in una ciotola, poi sbucciate le pere
e tagliatele in piccoli cubetti, direi non più di mezzo centimetro di lato,
unendoli alla ricciola e sempre valutando l'equilibrio complessivo, tenendo
presente che quello principale è la ricciola, mentre la pere gioca, per così
dire, un ruolo da comprimaria.
Mescolate, poi aggiungete un pezzetto di radice di
zenzero finemente grattugiata - perfetta
a tale scopo questa
grattugia della Microplane - la cui quantità dipenderà anche dal vostro gusto
e, per finire, quattro cucchiai di olio extravergine.
Date un bella mescolata, in modo che l'olio bagni per
bene il tutto, quindi salate con del sale marino e unite anche i fiocchi di
sale al limone, mescolando poi per un'ultima volta.
Bene, non resta che impiattare, disponendo la tartare nella configurazione che
preferite - io, come vedete dalla foto, ho sacrificato qualche pera per avere
un effetto scenografico migliore - aggiungendo poi, accanto ad essa, un poco di
riduzione di more.
Guarnite se vi va e portate in tavola.
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