Arrivato in zona Cesarini in pescheria - la Pescheria di Anzio, mio
fornitore unico e preferito quando sono in luogo di mare - ho trovato solamente
delle trigliette e, per non restare a mani vuote, sono stato di fatto costretto
dalla mia coscienza a prenderle, sperando in una illuminazione che, sulla via
di ritorno, mi suggerisse una preparazione diversa dalla classica frittura.
Camminando volutamente lento pede, così da avere più tempo per la riflessione, alla fine
ho deciso di farci degli involtini con un ripieno di acciughe, pinoli, mollica
di pane e couscous, con un poco di
timo a dare profumo.
Ho poi accompagnato gli involtini con una emulsione di
acciughe, in quantità veramente minima, quasi più per guarnizione che altro.
Ingredienti (per 4 persone)
Per gli involtini
- Sei trigliette
- Sei filetti di acciuga sott'olio
- Un cucchiaio di mollica di pane
- Un cucchiaio di pinoli
- Due cucchiai di couscous precotto
- Qualche fogliolina di timo
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Per l'emulsione di acciughe
- Cinque filetti di acciughe sott'olio
- Un cucchiaio d'acqua (o un cubetto di ghiaccio)
- Olio extravergine di oliva
Partite con la cottura del couscous, che farete seguendo le istruzioni, che nel mio caso hanno
comportato il mettere il couscous in
una piccola padella, in modo da formare uno strato piuttosto basso, ungerlo con
due cucchiai d'olio, mescolando poi per distribuirlo uniformemente e, infine,
unendovi una stessa quantità di acqua bollente, coprendo poi con un foglio di
alluminio e lasciando riposare per cinque minuti.
Trascorsi i cinque minuti, togliete la copertura e,
usando una forchetta, sgranate per benino il couscous e tenetelo da parte, dedicandovi poi alla preparazione
dell’emulsione di acciughe, mettendo i filetti, ben scolati dal loro olio, nel
bicchiere del frullatore o nel contenitore per quello ad immersione.
Aggiungete un paio di cucchiai di olio extravergine e un
cucchiaio d'acqua o, meglio ancora, un cubetto di ghiaccio, che con la sua
temperatura agevolerà la formazione dell'emulsione.
Fate andare alla massima velocità il frullatore, per
almeno un minuto, in modo da incorporare aria, fino ad ottenere un’emulsione
liscia, senza grumi e della giusta densità (fate la classica prova con il dorso
del cucchiaio, verificando che l'emulsione coli via lasciando su di esso un
sottile strato).
Mettete l'emulsione da parte e, con molta pazienza vista
la loro dimensione, dedicatevi alla sfilettatura delle trigliette, operazione che
richiede un minimo di pratica e l'uso di un coltello adatto, con la lama molto
sottile, bassa e flessibile.
Partendo dalla coda, incidete trasversalmente il pesce,
fino ad arrivare alla lisca centrale, poi ruotate il coltello, in modo che la
parte piatta della lama rimanga ben a contatto con la lisca, tagliate per tutta
la lunghezza, fino ad uscire dalla parte della testa. Girate il pesce e
ripetete per l'altro lato, tutto sommato più facile a farsi che a dirsi.
Altro modo, più di precisione, è quello di usare un
coltellino molto affilato e incidere il pesce nella sua parte superiore,
tenendo la lama a contatto con la lisca centrale e procedere con piccoli tagli
verso l’interno del pesce, fino a separare i filetti. Per capire meglio, potete
guardarvi questo video
di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Come già vi dicevo, in questo caso il tutto risulta un
po' più faticoso data la piccola dimensione del pesce, motivo per cui siate
cauti e usate un coltello ben affilato, per evitare di rovinare i filetti.
Usando poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche
per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte centrale
dei filetti e poi, sempre usando un coltello affilato, rifilateli, rimuovendo
la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno gradevole,
sia alla vista che al gusto.
Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella
vicino alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Prendete poi la mollica di pane - se potete usate un pane
casareccio del giorno prima, con la mollica ben compatta - e mettetela nel mixer,
facendolo andare alla massima velocità per una ventina di secondi, in modo da
ottenere delle briciole non troppo piccole, sicuramente più grandi di quelle
del classico pangrattato industriale.
Prendete i filetti di acciuga che userete per gli
involtini, asciugateli per bene dal loro olio e poi divideteli a metà nel verso
della lunghezza.
Bene, ci siamo e potete a questo punto procedere con la
creazione degli involtini.
Mettete i filetti delle trigliette sul piano di lavoro, pepandoli
leggermente - non salateli all'interno visto che ci penseranno le acciughe a
dargli sapidità - poi disponeteci sopra il mezzo filetto di acciuga, un paio di
pinoli, un pizzico di mollica di pane, qualche fogliolina di timo e, per
finire, uno di couscous.
Sulla quantità del ripieno sappiate ovviamente regolarvi
anche ad occhio, considerando la dimensione degli involtini.
Avvolgete i filetti, con delicatezza ma facendo in modo
che gli involtini siano ben stretti, fermandoli poi con uno stuzzicadenti.
Mettete gli involtini in un piatto, orientandoli in
verticale e, sulla faccia superiore, distribuite ancora un poco di couscous, facendo una piccola pressione
affinché questo penetri un poco all'interno degli involtini.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente, metteteci quattro
cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando l'olio è caldo, ma non bollente, unite gli
involtini in modo che la faccia senza il couscous
sia quella a contatto con il fondo della padella, facendoli cuocere, senza girarli
e a fiamma bassa, fino a quando il pesce, nella sua estremità più lontana dalla
padella, non avrà assunto un colore chiaro, segno dell'avvenuta cottura.
Verso metà cottura date ancora una leggerissima macinata
di pepe, facendolo cadere a pioggia e aggiungete anche un pizzico di sale, in
modo che questo cada sulla faccia degli involtini dove avete messo il couscous.
Quando gli involtini sono cotti, con la loro base ben
croccante, spegnete e impiattate, disponendo gli involtini e, accanto a loro,
un poco dell'emulsione di acciughe, guarnendo infine secondo la vostra vena
artistica.
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