Lo so, i puristi storceranno la bocca, considerando che
ho osato toccare uno dei capisaldi della cucina romana, la famosa "cacio e pepe", ma oggi ero in
vena di contaminazioni, per cui ho deciso di gemellare il famoso piatto con i
bellissimi altopiani di Asiago...
Si tratta quindi di una pasta semplice e, in un certo
senso, povera, visto che il condimento è fatto solamente con il formaggio -
l'Asiago stagionato DOP in questo caso - che viene reso cremoso dall'acqua di
cottura della pasta, ricca di amido.
Poi l'erba cipollina, ha richiamare le tradizioni
montane, e il pepe, abbondante come vuole la tradizione e unito al formaggio
prima dell'aggiunta dell'acqua di cottura, in modo che possa idratarsi e sprigionare
tutti i suoi profumi
Rispetto alla versione classica, mi sono poi preso la
libertà di aggiungere una passata da
cavolo nero, che oltre a sposarsi bene con il formaggio aggiunge anche una nota
di colore, che ho comunque usato come base
per il piatto, lasciando ai commensali la scelta se amalgamarla alla pasta o
meno.
La ricetta, come potrete vedere, è di veloce
realizzazione, anche se la preparazione del cacio
e pepe è un'operazione che richiede una certa pratica, essendo fondata sul
corretto rispetto della temperatura e sulle giuste proporzioni tra formaggio e
acqua di cottura della pasta e, se vi interessa approfondire, potete leggere il
bellissimo articolo di Dario Bressanini.
Concludo dicendovi che, come da qualche tempo a questa
parte, gli spaghetti sono quelli del Pastificio Lagano.
Ingredienti (per 6 persone)
Per la pasta
- Mezzo chilo di spaghetti
- Un etto e mezzo di Asiago stagionato DOP
- Un cucchiaino ben colmo di pepe nero macinato
- Una ventina di fili di erba cipollina
Per la passata di cavolo nero
- Due mazzi di cavolo nero (vedi dopo)
- Olio extravergine di oliva
- Sale
Partite sicuramente con la passata di cavolo nero, prendendo
per prima cosa una ciotola bella grande e riempiendola con acqua freddissima,
magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo la ciotola
con l'acqua nel frigorifero.
Pulite poi il cavolo nero, eliminando la parte dura dei
gambi e tenendo solo la parte più tenere delle foglie (qui, se volete, c'è un video che ho trovato
su Youtube e che mostra come procedere).
Per quanto riguarda la quantità, tenente presente che i
mazzi di cavolo nero hanno più o meno tutti la stessa dimensione, per cui
usandone un paio dovreste stare tranquilli. A volere essere ancora più precisi,
direi che una trentina di foglie sono più che sufficienti, considerando che con
la passata dovrete farci uno strato molto sottile, quasi un velo, sul fondo dei
piatti.
Portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e,
quando bolle, tuffateci le foglie di cavolo nero e fatele andare, a fiamma vivacissima
e senza coperchio, per tre minuti, non di più, quindi scolatele usando un
mestolo bucato, travasandole direttamente nell'acqua ghiacciata, in modo da,
come si dice in gergo, fissarne la
clorofilla e mantenerne quindi il loro bel colore verde intenso.
Non buttate l'acqua di cottura del cavolo, che vi servirà
poi per regolare la densità della crema.
Scolate definitivamente le foglie di cavolo e travasatele
nel bicchiere del frullatore tradizionale o in quello del frullatore a
immersione, poi aggiungete quattro cucchiai di olio extravergine, mezzo mestolo
scarso dell'acqua di cottura e fate andare il frullatore alla massima velocità,
fino ad ottenere una crema fluida e senza residui solidi.
Valutate la densità finale, che dovrà essere decisamente piuttosto
fluida e, nel caso aggiungete altra acqua di cottura, poi regolate di sale e
date una veloce e ultima frullata.
Se usate il frullatore ad immersione, fatelo lavorare in
parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa
che donerà al composto una consistenza spumosa e piacevole.
Mettete da parte la passata di cavolo nero - ricordatevi
che dovrà essere calda, ma non bollente, quando la userete e che potrete
scaldarla a bagnomaria - e mettete sul fuoco l’acqua per la pasta, salandola
con del sale grosso e, quando è a bollore, buttate la pasta, facendola cuocere
mantenendola ben al dente.
Tanto che la pasta cuoce, grattugiate il più finemente
possibile l'Asiago stagionato, raccogliendolo nella ciotola dove poi condirete
la pasta e aggiungendo l'erba cipollina tagliata al coltello e il pepe nero,
che deve essere abbondante e macinato al momento.
Se volete stare tranquilli, tenete sottomano un'ampia
padella, che potrete usare nel caso, per qualsiasi motivo, la mantecatura non
vi venisse bene lavorando direttamente nella ciotola (vedi dopo).
Quando la pasta è quasi cotta, prendete un mestolo della
sua acqua di cottura, ricca di amido, lasciatela per un minuto in una tazza -
una temperatura è troppo elevata, superiore ai 70°, provocherà la separazione
della parte grassa del formaggio da quella lattea, causando la formazione di
grumi - e poi usatela per ridurre in crema
il formaggio con il pepe e l'erba cipollina, mescolando velocemente per evitare
che il formaggio tenda a formare dei
grumi o, peggio, ad ammassarsi in un unico blocco.
Mi raccomando, fate tale operazione all'ultimo momento,
per evitare che la crema si raffreddi in attesa della cottura della pasta .
Sempre poco prima di scolare la pasta, preparate i piatti
- se avete modo di scaldarli, meglio ancora - mettendo sul loro fondo un velo
di passata di cavolo nero.
Quando la pasta è cotta, scolatela velocemente e
travasatela nella ciotola, mescolando rapidamente, in modo da mantecare la
pasta ed ottenere la giusta cremosità.
Se, come già detto, il risultato non fosse ottimale,
potete sempre correggere rapidamente
le quantità di formaggio o acqua, a seconda che la densità della crema sia
eccessivamente ridotta o eccessiva. Nel caso di una eccessiva liquidità, infine,
potete ricorrere ad una veloce mantecatura in padella, usando quella che avete
tenuto a portata di mano.
Insomma, ottenere una cacio
e pepe, e di conseguenza anche una Asiago
e pepe, è una operazione non particolarmente difficile, ma che richiede una
certa esperienza e il rispetto dei tempi, per cui don't panic, sapendo che si può comunque rimediare nel caso di un
primo risultato non proprio ottimale.
Bene, non resta che impiattare, disponendo gli spaghetti
nei rispettivi piatti, agendo con delicatezza in modo da non scomporre il fondo fatto con il cavolo
nero e, volendo, distribuendo ancora un poco di Asiago stagionato su ogni porzione.
Guarnite a vostro piacimento e portate molto velocemente in
tavola.
ANDREA COME SEMPRE I TUOI PIATTI MI SORPRENDONO PER LA LORO SQUISITEZZA E BELLA PRESENTAZIONE. SEI UN GRANDE!!!!
RispondiEliminaGrazie Peppe :-)
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