La coda, come peraltro tutto ciò che a Roma viene
indicato come quinto quarto, poco
piace alla mia famiglia, motivo per cui, essendo io notoriamente perseverante
(la chiave di lettura la lascio a voi, per esercizio), cerco ogni volta di
proporla in modo subdolo,
mascherandola in preparazioni dove non sia chiaramente visibile.
Questa volta, quindi, un ragù fatto appunto con la coda
di bue, cotto molto a lungo - circa sei ore - usando la funzione Slow Cooker del mio regalo di Natale 2014. Ovviamente potete
cuocere anche nel modo tradizionale, a fiamma bassissima e possibilmente usando
anche una retina spargi fiamma.
Come da tradizione, ho aggiunto al ragù, nella sua fase
finale di cottura, un cucchiaio di cacao amaro, mentre con il sedano, piuttosto
che unirlo agli altri ingredienti, ci ho fatto una crema, che ho poi usato come
base degli spaghetti, lasciando ai
commensali la scelta se e come integrarla
nella pasta.
Completa il tutto il pecorino romano - come d'abitudine
ho usato quello del caseificio Brunelli - aggiunto in
fase di mantecatura e anche distribuito direttamente sulla pasta al momento
dell'impiattamento.
Ingredienti (per 6 persone)
Per la pasta
- Mezzo chilo di spaghetti
- Mezza coda di bue
- Mezza cipolla
- Mezza carota
- Un quarto di costa di sedano
- Uno spicchio d'aglio
- Un barattolo di pomodori pelati da 800 grammi
- Un cucchiaio di cacao amaro
- Quattro cucchiai di pecorino romano grattugiato
- Un bicchiere scarso di vino bianco
- Olio extravergine d'oliva
- Sale e pepe
Per la crema di sedano
- Due coste di sedano
- Olio extravergine d'oliva
- Sale e pepe bianco
Prima e piccola premessa sulla coda, che vi dovrete far
tagliare in pezzi dal macellaio, visto che fare questa operazione a casa, senza
un coltello adatto, è piuttosto difficile.
Seconda premessa, invece, sui pomodori, che se siete
nella stagione giusta potete ovviamente prendere freschi, pelarli e poi
passarli al passa pomodoro e usarli al posto dei pelati confezionati.
Bene, esaurita le premesse, partite ovviamente si parte
con la preparazione del ragù di coda, facendo un battuto con la cipolla, la
carota, il sedano e lo spicchio d'aglio - sul battuto valgono anche i gusti
personali, per cui sentitevi liberi di modificare le proporzioni tra i vari
ingredienti - che poi metterete in una casseruola, o nel recipiente dello Slow Cooker, insieme a sei cucchiai di
olio extravergine d'oliva.
Portate la casseruola sul fuoco, a fiamma bassa, e fate
soffriggere il battuto fino a quando i colori saranno molto sfumati e le
verdure appassite, cosa che dovrebbe richiedere circa una quindicina di minuti,
quindi unite i pezzi di coda, alzate la fiamma e fategli sentire il calore su
tutti i lati, quindi unite il vino bianco e fatelo sfumare, sempre a fiamma
piuttosto vivace.
Aggiungete i pomodori - se usate i pelati in scatola,
prima frullateli brevemente in modo da avere una salsa fluida - salate e pepate,
poi abbassate la fiamma al minimo e, come già detto, usate una retina spargi
fiamma, se l'avete. Se usate invece uno Slow
Cooker, impostate la temperatura sul valore più basso, generalmente intorno
agli 88° centigradi.
Fate cuocere, girando di tanto in tanto, per almeno
cinque ore, ricordando che, come per tutti i ragù, la cottura dovrà essere
molto delicata, raggiungendo quasi a fatica un bollore appena percepibile.
A fine cottura la carne della coda dovrà staccarsi molto
facilmente dalle cartilagini, mentre il pomodoro dovrà essere ridotto circa
della metà, lasciandovi una salsa molto densa e di colore rosso scuro.
Tanto che il ragù è in cottura, dedicatevi alla crema di
sedano, prendendo di questo la parte verde delle coste, tagliandola in pezzi
piuttosto grossi ed eliminando poi lo strato superficiale, soprattutto quei filetti, quasi legnosi, che renderebbero
difficile la successiva trasformazione in crema.
Prendete poi una ciotola bella grande e riempitela con
acqua freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete,
mettendo la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Portate quindi a bollore abbondante acqua leggermente
salata e, quando bolle, tuffateci il sedano, facendolo bollire a fiamma vivace
e senza coperchio per una ventina di minuti - il sedano è piuttosto coriaceo
- quindi scolatelo usando un mestolo
bucato, travasandolo direttamente nell'acqua ghiacciata, in modo da, come si
dice in gergo, fissarne la clorofilla
e mantenerne quindi il loro bel colore verde.
Non buttate l'acqua di cottura del sedano, che vi servirà
poi per regolare la densità della crema.
Scolate definitivamente il sedano e travasatelo nel
bicchiere del frullatore tradizionale o in quello del frullatore a immersione,
poi aggiungete quattro cucchiai di olio extravergine, mezzo mestolo scarso
dell'acqua di cottura e fate andare il frullatore alla massima velocità, fino
ad ottenere una crema fluida e senza residui solidi.
Valutate la densità finale, che dovrà essere decisamente
piuttosto fluida e, nel caso aggiungete altra acqua di cottura, poi regolate di
sale e date una veloce e ultima frullata.
Se usate il frullatore ad immersione, fatelo lavorare in
parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa
che donerà al composto una consistenza spumosa e piacevole.
Tornate al ragù e quando è trascorso il tempo di cottura,
spegnete la fiamma e con pazienza e accortezza, eliminate tutte le cartilagini
della coda, che sicuramente saranno ben nascoste all'interno del ragù, poi rompete i pezzi più grandi di carne - la
lunga cottura avrà reso molto tenera la carne, tanto da potersi rompere senza doverla tagliare con il
coltello - in modo che il tutto assomigli, appunto, ad un classico ragù di
carne.
Riportate il ragù sul fuoco, sempre a fiamma bassa, e
quando il bollore leggero è di nuovo raggiunto, unite il cacao amaro,
mescolando con cura in modo da incorporarlo perfettamente alla salsa, quindi
spegnete e tenete in caldo, con il coperchio.
Mettete in una ampia pentola l'acqua per la pasta,
salatela - io preferisco salarla subito ma, come forse saprete, ci sono
infinite discussioni sul mettere il sale subito o solo al momento del bollore,
per cui voi fate come siete abituati a fare - portatela sul fuoco e, quando
bolle, buttate la pasta, facendola cuocere, ma mantenendola al dente.
Tanto che gli spaghetti sono in cottura - non subito,
aspettate almeno di aver raggiunto la metà del tempo necessario - prendete
un'ampia padella, dove mantecherete la pasta, travasateci il ragù di coda - valutate
voi se usarlo tutto o solo una parte - e portatela sul fuoco, a fiamma media,
in modo che la salsa sia ben calda quando vi unirete la pasta e, visto che ci
siete, preparate i piatti - se avete modo di scaldarli, meglio ancora -
mettendo sul loro fondo un velo di crema di sedano, possibilmente calda in modo
da compensare l'attesa per l'impiattamento finale.
Quando manca giusto un minuto alla fine della cottura
della pasta, prendete una tazza e riempitela con la sua acqua, ricca di amido,
che vi servirà per la mantecatura finale e, quando la pasta è cotta, scolatela,
lasciandola umida, e travasatela nella padella con il ragù.
Alzate la fiamma sotto la padella e mescolate in modo da
procedere con la mantecatura, aggiungendo gradualmente l'acqua di cottura messa
da parte nel caso riteneste debba servire.
Fate in modo che la pasta risulti cremosa, interrompendo
la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa
evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Spegnete e aggiungete il pecorino romano grattugiato,
mescolando nuovamente, quindi impiattate rapidamente ma agendo con delicatezza
in modo da non scomporre il fondo
fatto con la crema di sedano, distribuendo poi ancora un poco di pecorino
grattugiato su ciascun piatto e dando anche un leggero giro di olio
extravergine d'oliva a crudo.
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