Con
una battuta poco felice, poteri dire che in questo periodo mi do molte arie, divertendomi ad usarle come elemento aggiuntivo
di ricette varie, sia per il loro sapore molto etereo, che come elemento per
una piacevole guarnizione.
Questa
volta l'aria, di limone e menta, ha accompagnato delle praline fatte con la
ricciola cruda, leggermente profumate con la radice di zenzero, poi passate
nella polvere di pomodoro, che contrappone la sua acidità alla morbidezza del pesce.
Ho
poi servito le praline su dei piccoli dischi fatti con una piadina, scelta più
che altro perché non avevo il pane carasau, che avrei invece preferito usare,
cosa che ovviamente potete fare voi.
L'impasto
per le praline l'ho condito in modo molto essenziale, con pochissimo olio
extravergine di oliva, semi di coriandolo macinati (se non li avete, usate poco
pepe bianco) e, per finire, con dei fiocchi di sale al limone, che oltre a dare sapidità creano anche un buon contrasto nelle
consistenze.
Ingredienti
(per 4/6 persone)
Per
le praline
- Due etti di polpa di ricciola
- Un pezzetto di radice di zenzero
- Fiocchi di sale al limone
- Semi di coriandolo
- Olio extravergine di oliva
- Sale (vedi dopo)
Per
la polvere di pomodoro
- Otto cucchiai di pomodoro passato (vedi dopo)
- Zucchero semolato
- Sale
Per
l'aria di limone e menta
- Mezzo litro d'acqua
- La scorza di un limone
- Una ventina di foglioline di menta fresca
- Mezzo cucchiaino di sale grosso
- Mezzo cucchiaino di zucchero
- Un cucchiaino ben colmo di lecitina di soia in polvere
Partite
con la preparazione della polvere di pomodoro e, se avete deciso di usare
pomodoro fresco, passatelo al passa pomodoro in modo da eliminarne buccia e
semi. Nel mio caso, essendo fuori stagione, ho usato invece una passata di
pomodori datterino.
Se
usate pomodoro fresco, inoltre, vi consiglio di lasciarlo decantare dopo averlo passato, mettendolo in un colino a maglie
fitte, poggiato sopra ad una ciotola, in modo da far colar via buona parte
dell'acqua e ottenere una polpa molto soda, che renda meglio durante
l'essiccazione.
Prendete
una teglia da forno e metteteci un pezzo di carta da forno, poi distribuiteci
la polpa di pomodoro, avendo cura che questa formi uno strato di almeno un paio
di millimetri di spessore, cosa che vi metterà al riparo dalla formazione di
eventuali buchi durante il processo
di essiccazione.
Distribuite
la polpa sbattendo delicatamente (scusate l'ossimoro) la teglia sul piano di
lavoro o dandogli qualche colpetto sul fondo, evitando invece di usare un
cucchiaio, cosa che renderebbe difficile ottenere uno strato di spessore
costante.
Sulla
polpa di pomodoro distribuite un po' di sale e zucchero semolato, quest'ultimo
per ridurre l'acidità naturale del pomodoro, poi infornate a 80° per circa
un'ora, controllando ogni tanto e comunque tirando fuori le cialde non appena
queste saranno diventate croccanti.
Non
abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che le cialde si creano per
essiccazione e non per cottura e 80° sono la giusta temperatura per far
evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Fate
freddare le cialde, poi mettetele nel mixer e fatelo andare alla massima
velocità, in modo appunto da ridurle in polvere,
che raccoglierete infine in una ciotolina.
Parallelamente
al pomodoro, mentre questo è in forno, prendete un pentolino e metteteci la
quantità di acqua indicata per la preparazione dell'aria, aggiungendo la scorza del limone - mi raccomando, solo la
parte gialla - e le foglioline di menta, unendo poi lo zucchero e il sale,
tenendo presente che tra loro dovrà esserci un buon equilibrio, senza che uno
prevalga sull'altro (sale e zucchero servono solo per arricchire il sapore dell'acqua, che altrimenti sarebbe decisamente
blando).
Portate
sul fuoco, senza coperchio e a fiamma minima, facendo raggiungere un bollore
leggero, che lascerete proseguire per una ventina di minuti, in modo che
l'acqua possa prendere i profumi di limone e menta.
Trascorso
il tempo, spegnete, filtrate il liquido raccogliendolo in una ciotola e fatelo
freddare.
Dedicatevi
poi alla ricciola che se avete preso intera dovrete per prima cosa sfilettare,
operazione per la quale ci vuole un po' di pratica e di pazienza (se invece state
usando i tranci, allora potete andare direttamente alla lavorazione della polpa, qualche capoverso più avanti).
Prendete
per prima cosa un coltello con la lama flessibile e ben affilata, poi tagliate via la testa al pesce,
in modo che il suo corpo poggi meglio sul tagliere.
Partendo
dalla coda, incidete trasversalmente il pesce, fino ad arrivare alla lisca
centrale, poi ruotate il coltello, in modo che la parte piatta della lama
rimanga ben a contatto con la lisca, tagliate per tutta la lunghezza, fino ad
uscire dalla parte della testa. Girate il pesce e ripetete per l'altro lato,
tutto sommato più facile a farsi che a dirsi.
Altro
modo, più di precisione, è quello di usare un coltellino molto affilato e
incidere il pesce nella sua parte superiore, tenendo la lama a contatto con la
lisca centrale e procedere con piccoli tagli verso l’interno del pesce, fino a
separare i filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Usando
poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche per il pesce), rimuovete le
lische residue, che si trovano nella parte centrale dei filetti e poi, sempre
usando un coltello affilato, rifilateli, rimuovendo la parte di pelle sui bordi
che, normalmente, è più spessa e meno gradevole, sia alla vista che al gusto.
Rimuovete
infine la parte più scura della polpa, quella vicino alle interiora, che ha un
sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete
ora i filetti su un tagliere, con la pelle rivolta verso il basso e usando
sempre il coltello affilato, separate la polpa dalla pelle, operando in modo
analogo allo sfilettamento.
Pesate
la polpa della ricciola alla quantità indicata, quindi tagliatela a cubetti e
poi, usando un coltello a lama grande e affilata, battetela in modo da ridurla alla consistenza che preferite.
Mettete
la ricciola in una ciotola, quindi aggiungete i fiocchi di sale al limone,una
macinata di semi di coriandolo e, per finire, un pezzetto di radice di zenzero
- non esagerate nella quantità, dato che lo zenzero si deve appena sentire - finemente
grattugiata, meglio se usando una grattugia come questa della Microplane, che vi consente di ottenere quasi una sorta di crema.
Ungete
con un paio di cucchiai di olio extravergine e, se volete, salate leggermente
(io ho usato solamente i fiocchi, ma voi regolatevi in base al vostro gusto),
quindi mescolate per bene.
Mettete
la polvere di pomodoro in un piatto, poi cominciate a formare le praline,
prendendo un cucchiaino ben colmo di ricciola e lavorandolo tra i palmi delle
mani, in modo da dargli una forma sferica.
Man
mano che formate le palline di ricciola, passatele delicatamente nella polvere
di pomodoro, in modo che questa aderisca su tutta la superficie, poi mettete le
praline in un altro piatto, in attesa di usarle.
Dalla
piadina, o dal pane carasau, ricavate dei dischi di diametro maggiore di circa un
centimetro di quello delle praline, usando uno stampo circolare per avere un taglio
perfetto (il pane carasau, ovviamente, dovrete romperlo con le mani, cercando
per quanto possibile di dargli forma circolare).
Per
ultimo preparate l'aria, aggiungendo
per prima cosa al liquido preparato in precedenza un cucchiaino ben colmo di
lecitina di soia in polvere.
Usando
il frullatore a immersione - qui quello tradizionale non va bene - frullate il tutto, tenendo il frullatore fermo e con le lame in
parte fuori dall'acqua, in modo da incorporare aria; vedrete che comincerà a
formarsi una schiuma, piuttosto densa e stabile, che avrà con se i sapori
dell'acqua aromatizzata.
Bene,
non resta che impiattare, disponendo per prima cosa i dischi fatti con la
piadina e, sopra di essi, un cucchiaino di aria di limone e menta, facendo in
modo che questa sia concentrata al centro dei dischi.
Poggiate
delicatamente una pralina sopra ogni disco, in modo che il suo peso allarghi l'aria, lasciando la pralina al
suo centro.
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