Dormano
pure sonni tranquilli gli epigoni dei Moschettieri, visto che qui non stiamo
incrociando le lame, ma più modestamente i carciofi.
Tre
per l'esattezza. Come i Moschettieri, ma senza D'Artagnan.
E
se le gloriose e nobile gesta dei Moschettieri unirono la Francia, il carciofo
unì l'Italia, visto che lo si mangia da nord a sud, nelle sue diverse varietà e
nelle sue innumerevoli ricette.
Il
carciofo, quindi, senza se e senza ma. Carciofo
Uber Alles, come appunto è accaduto durante la Sagra del Carciofo di Chiusure, in quel di Chiusure, appunto, vicino a quel di
Asciano, vicino a Quel di Siena, vicino a quel-che-preferite...
Ma
andiamo con ordine e partiamo da dove tutto nasce. Da AIFB, che nel suo turbinio di idee sempre
originali, sfidanti e gastronomicamente piacevoli, si è ritagliata uno spazio
nella sagra, per poter parlare dei carciofi - tre appunto - facendoli rivivere
attraverso i racconti di tre Food Blogger, ognuno testimone di una varietà
regionale, con tanto di aneddoti, storia, ricette e ricordi.
Tutto
nasce, appunto, dall'apertura delle candidature, con la chiamata alle armi di quei
prodi Carciofolieri (con buona pace dell'Accademia della Crusca) che volessero
mettere il loro sapere a disposizione di tutti.
Ora,
e chi mi conosce lo sa, io mi faccio subito prendere dall'entusiasmo, salvo poi
cadere nel dubbio "morettiano" del "vengo; non vengo; vengo ma sto in disparte", dove il
dubbio è peraltro corroborato dalla mia proverbiale pigrizia, che mi spinge a
considerare la casa, e in particolare il divano, come una sorta sacco
amniotico, dal quale mai vorrei separami, soprattutto durante i weekend.
Però
c'è sempre un ma (o "ma c'è sempre un però" ? Boh...), che questa
volta mi ha spinto a pigiare i tastini della tastiera e inviare la mia
candidatura, che per qualche curiosa congiunzione astrale è stata pure
accettata.
Panico
! Ci vado ? Non ci vado ? Mi invento una scusa surreale ? No, ci vado, basta !
Oddio, e come mi vesto ? Sportivo, ma elegante ? Elegante, ma sportivo ?
Sciallo ? Formale ? Come-se-passassi-di-qui-per-caso ?....
Insomma,
come un carcerato che aspetta il fine pena, ho cominciato a contare i giorni
(famiglia, non ti preoccupare, prima o poi cancellerò le crocette dal muro),
con un misto di ansia e di eccitazione, dove ora l'una, ora l'altra, prendevano
il soppravvento, provocandomi sbalzi d'umore tali da far credere ad alcuni che
fossi il primo caso di uomo in menopausa.
Per
il tempo incede. Inesorabile. Lento, ma paziente... e alla fine nulla poteva essere
fatto e altro non mi è restato che organizzarmi al meglio, sperando che il mio
divano non se ne avesse a male se, per una volta, lo avessi lasciato solo.
Bene,
avendo oramai tratto il dado, sono partito con la pianificazione, cogliendo
l'opportunità di visitare una delle più belle province d'Italia (per i meno
preparati in geografia, sto parlando di quella senese...) e decidendo quindi di
arrivare "addirittura" il giorno prima, in compagnia della mia amata
e paziente moglie, anche grazie alla meravigliosa ospitalità (gratuita) che ci era stata offerta dall'Agriturismo Baccoleno, una struttura attiva dal 2015, realizzata in quello che una volta immagino fosse un castelletto nobiliare, con tanto di cappella privata (consacrata) e panorama mozzafiato.
Vabbè,
sorvolo sul godimento di essere in quei posti meravigliosi, per il paesaggio,
la storia, l'arte e... oddio, che manca ?... ah, si, il cibo (quasi me ne
scordavo), per arrivare direttamente al momento topico, quello nel quale Monsignor
Carciofo avrebbe sfoderato tutto il suo fascino.
Arriviamo
quindi a Chiusure e scopriamo, prima ancora di carciofi e altre amenità varie, un
borgo assolutamente fantastico, arroccato su un a collina, con saliscendi che
mi hanno fatto benedire la mia lungimiranza per essermi portato un defibrillatore
portatile (per chi non mi conosce, dico solo che il mio sarto di fiducia è
Pitran).
Bello,
bello e ancora bello.
Appagati
nella vista, ci siamo messi a curiosare tra gli stand e io, ovviamente, essendo
universalmente riconosciuto come il "paziente zero" dello shopping
compulsivo, non ho potuto fare a meno di mettere mano al portafogli e comprarmi
un po' di tutto: dai legumi, ai formaggi; dalle farine, alla cioccolata.
Tra
una chiacchiera e l'altra e tra una salita e una discesa abbiamo incontrato, in
momenti diversi, i compagni di avventura; Cristina Annitelli, del Blog "Kitchen Cri" e Giulietta
Bodrito, del Blog "Se cucino...sorrido !", con i quali è nata subito una meravigliosa
sintonia e, tra battute (molte) e cose serie (poche), siamo arrivati all'ora di
pranzo,.
Ci
siamo quindi messi diligentemente in fila (e mai termine fu più appropriato) e,
finalmente, abbiamo addentato ciò che da addentare c'era...
...ammirando
anche l'efficienza della "catena di montaggio" del carciofo: una vera
macchina da guerra, che ha consentito di tenere testa ad una simpatica quanto
affamata orda, che credo abbia eguali solo durante la Fuga in Egitto di lontana
memoria.
Altre
chiacchiere, un sigaro, quattro passi (ancora salite e discese, ahimè), altri
piacevolissimi incontri, primi fra tutti quello con Patrizia Mallomo, del Blog "Andante con Gusto" e
fantastica organizzatrice del nostro carciofoso intervento e quello con Francesca Cavini, giornalista e blogger e che coordinerà poi la tavola rotonda.
L'ora
si avvicina e, come nelle migliori tradizioni, il vento si alza e le nuvole
fantozziane fanno capolino all'orizzonte...
Ci
sediamo, si siede anche la platea (poco nutrita, per la verità, ma tant'è) e si
comincia, con l'apertura di Francesca, alla quale segue l'intervento
dell'attualmente unico produttore del carciofo di Chiusure, una varietà toscana
della zona di monte Oliveto, in particolare appunto di Chiusure.
Un
carciofo molto raro, quasi estinto, ci spiega il simpaticissimo produttore (il
nome me lo sono immediatamente scordato, come sempre accade), che si
caratterizza per una forma affusolata, per il colore scuro, il capolino
compatto e robusto, con le foglie color vinaccia, molto tenere e dal sapore assai
caratteristico.
Il
produttore ha al momento 1.600 piante, più altre 600 appena piantate, che
saranno produttive dal prossimo anno.
Purtroppo,
data la scarsa produzione, questa varietà non ha alcun "marchio" (il
carciofo romanesco, ad esempio, ha la certificazione IGP dal 2001), cosa che ne
rende ancor più difficile il mantenimento della qualità e del disciplinare di
coltivazione.
Viene
poi il mio turno, durante il quale, con tono fintamente professionale, cerco di
parlare del carciofo romanesco, detto anche "mammola" o
"cimarolo", decantandone le lodi, tanto temo da far sospettare
qualche sorta di mia patologia affettiva nei suoi confronti (ma si sa, non sei
romano se non conosci il cimarolo...).
Poi
Cristina ci parla del carciofo veneto e Giulietta di quello di Albenga, entrambe
con piglio assolutamente professionale e totalmente a loro agio, al di là dei
timori iniziali (miei compresi), supportati da pensieri ad alta voce del tipo Oddio,
cosa dico ? Come lo dico ? Che postura assumo ? Faccio il simpatico o il
saccente ? Rido forzosamente o fingo di essere improbabilmente serioso ?
Insomma,
tutto è ben ciò che finisce bene e anche Giove Pluvio ha mostrato la sua
benevolenza, lasciandoci asciutti fino alla fine della tavola rotonda.
Che
dire, un'esperienza fantastica, diversa, allegra e spensierata, che mi ha fatto
conoscere persone simpaticissime con le quali spero di rimanere in contatto.
Bene,
ci siamo, il momento del commiato è arrivato e, come ultima celebrazione di Sua
Maestà il Carciofo, vi lascio con qualche rimando ad alcune mie ricette che lo
vedono protagonista.
- Insalata di carciofo romanesco, pecorino romano e guanciale croccante, al profumo dimenta romana
- Carpaccio di triglia e carciofo romanesco, con mandorle pelate e fiocchi di sale
- Risotto con carciofi e squacquerone, al profumo di menta romana
- Rigatoni con coratella, carciofi croccanti, pecorino romano e mentuccia
- Paccheri ripieni di carciofi, ciauscolo e ricotta, con fonduta di pecorino romano
- Uovo cotto a bassa temperatura, con fonduta di Asiago DOP e foglie di carcioforomanesco croccanti
Se
poi volete rilassarvi e apprendere l'arte della pulizia del carciofo romanesco,
allora potete leggervi questo post.
Un saluto, un plauso ad AIFB e Buon Carciofo a tutti !
Esperienza divertente e diversa, grazie per la condivisione, post carinissimo!
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