Perdonatemi per il termine "sferificazione", ma prendo atto che ultimamente va molto
di moda, per cui mi adeguo mio malgrado...
Allora, ritornano i calamari, in una versione "quasi cruda", dato che sono
stati passati in acqua a bollore per soli un minuto e poi conditi con un olio
profumato al'aneto - se avete tempo preparatelo almeno il giorno prima - semi
di coriandolo macinati e qualche fiocco di sale al limone,
che oltre a dare sapidità donano anche croccantezza.
Ho poi preparato un agrodolce
con i cipollotti freschi di Tropea, cuocendoli in acqua acidulata con aceto di
mele e alla quale ho aggiunto lo zucchero, frullandoli poi fino ad ottenere una
crema.
Come elementi di contorno, poi, delle sfere di pomodoro fresco, che richiedono
un minimo di tecnica e l'uso dell'Agar Agar come addensante;
un'aria di erba cedrina, che come tutte le arie
ha una consistenza quasi eterea e che, lo ammetto, ha forse più il ruolo di elemento
di guarnizione che altro e, per finire, qualche pezzo di pane carasau, a rappresentare
la parte croccante del piatto e, ancora una volta, a completarne la
guarnizione.
Per quanto riguarda i calamari, considerando che li
consumerete di fatto a crudo, cercate di sceglierli piccoli, piuttosto che
prenderne uno solo grande che, se tagliato alla julienne, vi darebbe delle striscioline
un po' troppo spesse.
Concludo dicendovi che le quantità che vi darò saranno
indicative, dato che la preparazione di porzioni da Finger Food dipende anche da altri fattori, come la scelta di come
e dove servirlo.
Ingredienti (per 4 persone)
Per i calamari
- Due calamari piuttosto piccoli
- Quattro rametti di aneto fresco
- Un spicchio d'aglio
- Olio extravergine di oliva
- Semi di coriandolo (pepe bianco in alternativa)
- Fiocchi di sale al limone
- Pane carasau (opzionale)
Per l'agrodolce di cipollotti
- Quattro cipollotti freschi di Tropea
- Un litro d'acqua
- Cento millilitri di aceto di mele o di vino bianco
- Un etto di zucchero semolato
- Un cucchiaino di sale
Per le sfere di pomodoro
- Due etti e mezzo di polpa di pomodoro
- Agar Agar (vedi dopo)
- Olio di semi
- Sale
Per l'aria di erba cedrina
- Mezzo litro d'acqua
- Una ventina di foglioline di erba cedrina
- Mezzo cucchiaino di sale grosso
- Due cucchiaini di lecitina di soia in polvere
Con almeno un giorno di anticipo preparate l'olio
all'aneto, prendendo un recipiente di vetro - io ho usato un piccolo
barattolino che in origine conteneva della marmellata - mettendoci i rametti di
aneto - foglie e gambi - lo spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a metà nel
verso della lunghezza e poi coprite il tutto con olio extravergine, avendo cura
che aglio e aneto ne siano completamente coperti (l'olio si mantiene per
settimane, per cui potete prepararne in abbondanza e usarlo per altre
preparazioni).
Mettete il barattolo con l'olio in un luogo fresco e al
riparo della luce e dedicatevi ad altro o fatevi un riposino.
Con almeno un paio d'ore di anticipo rispetto al momento
del servizio, dedicatevi all'agrodolce di cipollotti, pulendo questi ultimi
eliminandone lo strato più esterno e le due estremità.
Prendete poi una casseruola dove i cipollotti possano
stare senza troppo spreco di spazio, unite l'acqua, l'aceto e lo zucchero e
portatelo sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando l'acqua è a bollore leggero e lo zucchero
completamente sciolto, unite i cipollotti, che lascerete interi, coprite con il
coperchio e fateli cuocere delicatamente fino a quando non saranno morbidi,
cosa che dovrebbe richiedere circa un'ora.
Poiché i cipollotti tendono a galleggiare, ogni tanto
togliete il coperchio e ruotateli, in
modo che possano sentire il calore dell'acqua in modo uniforme.
Tanto che i cipollotti sono in cottura, preparate la base
per l'aria di erba cedrina, mettendo le foglie in un pentolino, aggiungendo poi
l'acqua e il sale e portando infine sul fuoco, a fiamma bassa e con il
coperchio, facendo raggiungere un bollore leggerissimo e proseguendo per una
mezz'ora, fino a quando l'acqua non avrà assunto un colore verde scuro.
Spegnete e fate freddare, sempre con il coperchio, in
modo che l'infusione dell'erba cedrina possa continuare.
Tornate ai
cipollotti, che nel frattempo dovrebbero essere pronti, spegnete la fiamma,
scolateli e metteteli in un colino, in modo che l'acqua interna possa colar
via, quindi pesateli e metteteli nel bicchiere del frullatore, tradizionale o a
immersione.
Aggiunge una
quantità del liquido di cottura dei cipollotti pari ad un terzo del loro peso,
poi fate andare il frullatore alla massima velocità, fino ad ottenere un
composto ben fluido e senza traccia di residui solidi. Se il tutto vi sembrasse
troppo denso, aggiungete ancora un poco di acqua di cottura, tenendo presente
che la consistenza finale dovrà essere simile a quella di un sorbetto.
Mettete l’agrodolce di cipollotti in frigorifero - andrà
servito piuttosto freddo - e dedicatevi alle sfere di pomodoro, scegliendoli secondo stagione e, se non è
stagione, usate i classici ciliegino di Pachino, quelli veri, che oramai si
trovano tutto l'anno.
Per prima cosa, prendete una ciotolina o una tazza e
riempitela per 3/4 con olio di semi - potete tranquillamente usare il più
economico che trovate - e poi mettetela in frigorifero (se avete poco tempo,
usate il freezer) in modo che l'olio sia molto freddo quando dovrete usarlo (se
lo lasciate troppo nel freezer, l'olio congelerà, per cui ricordatevi di
controllare di tanto in tanto).
Tagliate poi grossolanamente a pezzi i pomodori e poi passateli
al passa pomodoro usando un disco con i fori piccoli, in modo da raccoglierne
solamente la polpa e poi, per renderla ancora più fluida in modo che sia più
facile realizzare le perle, metterete
nel bicchiere del frullatore, ancora una volta tradizionale o a immersione, facendolo
andare alla massima velocità per una ventina di secondi.
Pesate la quantità di polpa che avete ottenuto in modo da
determinare l'esatta quantità di Agar Agar (alla luce della consistenza del
pomodoro suggerisco di aumentare di un 30%), quindi mettete il pomodoro in un
pentolino e portatelo sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando il pomodoro raggiunge una leggera ebollizione,
unite l'Agar Agar e mescolate per un paio di minuti, in modo che questo possa
sciogliersi completamente ed attivarsi.
Spegnete la fiamma e fate scendere la temperatura del pomodoro
a circa 60° - ricordate che l'Agar Agar solidifica al di sotto dei 50° - quindi
tirate fuori dal frigo o dal freezer la ciotola con l'olio di semi e, usando
una pipetta o qualsiasi altra cosa che vi consenta di dosare con precisione il pomodoro,
cominciate a farne cadere le gocce nell'olio.
Vedrete che, per effetto della densità e della
temperatura dell'olio, le gocce assumeranno immediatamente una forma sferica e
si solidificheranno, scendendo sul fondo del recipiente.
Potete controllare la dimensione delle perle versando diverse quantità di succo
nell'olio, in modo da ottenere sfere
di diversa dimensione. Vedrete, il tutto sembra complicato, ma basta un minimo
di pratica con le prime gocce e poi
tutto diventerà facile.
Quando avrete formato il numero di perle che volete - ovviamente fatene sempre in leggero
sovrannumero, in modo da poter scegliere poi le migliori - prendete un colino a
maglie fitte e scolatele dall'olio, passandole poi sotto l'acqua corrente in
modo da eliminarne ogni residuo, poi scolandole definitivamente, mettendole in
un'altra ciotolina in attesa di usarle.
Per ultimo i calamari, che pulirete eliminandone la
pelle, aprendone il corpo e staccandone le alette. Per quanto riguarda la testa
e i tentacoli, decidete voi se usarli come elemento di guarnizione - in questo
caso, però, dovreste idealmente avere una testa per ciascuna porzione - oppure,
come ho fatto io, farci qualche altra cosa.
Dividete in due il corpo dei calamari, tagliando nel
verso della lunghezza e poi, usando un coltello ben affilato, tagliateli alla julienne, ottenendo delle strisce di
larghezza pari allo spessore del corpo del calamaro. Fate poi lo stesso con le
alette.
Se avete deciso di usare anche le teste, eliminate il
tentacolo più lungo e rifilatele in
modo che abbiano una forma il più possibile pulita.
Prendete una casseruola, metteteci un paio di litri di
acqua, salatela leggermente e portatela sul fuoco e poi, quando il bollore è
raggiunto, tuffateci i calamari, facendoli cuocere per un minuto esatto, quindi
scolateli e fateli freddare in corrente d'aria, in modo che l'umidità residua
possa evaporare.
Raccogliete i
calamari in una ciotolina e conditeli con tre cucchiai di olio extravergine di
oliva, con una leggera macinata di semi di coriandolo e con un cucchiaino raso
di fiocchi di sale, che saranno l’unico elemento a dare sapidità.
Mescolate con cura i calamari, in modo che sentano il
condimento in modo uniforme, poi procedete con la prima parte
dell’impiattamento - assumerò che abbiate deciso di servire il tutto come Finger Food - mettendo per prima cosa un
cucchiaino di agrodolce di cipollotti di Tropea sul fondo dei piattini e
distribuendolo poi nel modo più omogeneo possibile.
Sopra all’agrodolce distribuite i calamari, procedendo
con cura e precisione, una strisciolina alla volta, in modo da poterli disporre
con un minimo di ordine, completando poi con le sfere di pomodoro, mettendone non più di quattro o cinque per ogni
porzione.
Ora preparate l’aria di erba cedrina - tutte le arie tendono a smontarsi, per cui vanno
sempre preparate all’ultimo momento - riprendendo l’acqua aromatizzata che nel
frattempo si sarà freddata e aggiungendovi due cucchiaini di lecitina di soia
in polvere.
Usando il frullatore a immersione - qui quello tradizionale non va bene - frullate il tutto, tenendo il frullatore fermo e con le lame in
parte fuori dall'acqua, in modo da incorporare aria; vedrete che comincerà a
formarsi una schiuma, piuttosto densa e stabile, che avrà con se il sapore
tenue dell’erba cedrina.
Usando un cucchiaino aggiungete un poco di aria ad ogni porzione che avete
preparato, quindi guarnite come meglio credete, nel caso usando anche il pane
carasau dal quale avrete ricavato dei piccoli triangolini, poi portate
velocemente in tavola, per evitare che il pane carasau, se usato, perda
croccantezza per effetto dell’umidità degli altri componenti del piatto.
Interessante la sferificazione in olio, è la viscosità la causa?
RispondiEliminaCiao, si, è l'effetto combinato della bassa temperatura dell'olio (che deve essere tenuto in frigorifero) e la sua viscosità: la temperatura provoca l'addensamento rapido, grazie alla presenza dell'agar agar, mentre la viscosità dell'olio agevola la formazione delle sfere (se si usasse l'acqua, si avrebbe l'addensamento ma in forme "casuali").
EliminaE' importante che il composto con l'agar agar sia alla giusta temperatura: se troppo caldo, l'olio non riuscirebbe a farlo addensare rapidamente; se troppo freddo, il composto comincerebbe ad addensarsi nella pipetta utilizzata per farne cadere le gocce nell'olio. Io, se ricordo bene, ho cominciato a formare le sfere con il composto a circa 60° (l'agar agar solidifica intorno ai 50°).