Che dire, dopo le sfumature
di rosso, che peraltro hanno guidato ben due ricette, questa
e quest'altra,
sono ricaduto nei cromatismi, per un
piatto che fa del colore verde il suo carattere distintivo.
Questa volta la base è il baccalà, cotto a vapore e poi lavorato nello stesso modo che si usa
per i baccalà mantecato, aggiungendo prezzemolo, capperi e acciughe e, infine,
trasformato in pralina, con una
ricopertura esterna fatta con i pistacchi ridotti in polvere.
Ad accompagnare le praline,
una crema di verza leggermente acidulata con l'aceto di mele, in modo da stemperare il suo retrogusto amaro.
Infine la pelle del baccalà, che dopo la cottura a vapore
ho fritto velocemente in olio, in modo da renderla croccante.
In definitiva, con la sola eccezione del baccalà e delle
acciughe, il verde è presente, con
differenti sfumature, in tutti gli altri ingredienti.
Ingredienti (per 6/8 praline)
Per le praline
di baccalà
- Tre etti di baccalà bagnato
- Cinquanta grammi di pistacchi sgusciati e non salati
- Un ciuffo di prezzemolo
- Un cucchiaio di capperi sotto sale
- Quattro filetti di acciughe sott'olio
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Olio per friggere (oliva o semi di arachide)
- Sale (vedi dopo)
- Pepe bianco
Per la crema di verza
- Mezza verza
- Due cucchiai di aceto di mele (vedi dopo)
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe bianco
Per prima cosa, con un certo anticipo, verificate che il
baccalà non sia ancora eccessivamente salato - si, lo dovete assaggiare crudo -
nel qual caso lo metterete a bagno in acqua corrente, cambiandola spesso, fino
a quando il residuo salino non sarà sparito.
Preparate poi la crema di verza, prendendo una ciotola
bella grande e riempiendola con acqua freddissima, magari aggiungendo anche del
ghiaccio o, se non l'avete, mettendo la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Portate a bollore abbondante acqua, leggermente salata
con del sale grosso, e nell'attesa pulite la verza, prendendo la parte più
tenera delle foglie, che poi taglierete in strisce di circa un centimetro di
larghezza, eliminando al contempo le coste più dure.
Quando l'acqua è a bollore, tuffateci la verza, facendola
cuocere fino a quando non sarà morbida, cosa che dovrebbe richiedere circa sei
/ otto minuti.
Quando la verza è cotta, tirate fuori dal frigorifero la
ciotola con l'acqua ghiacciata e, usando un mestolo bucato, travasatecela, in
modo da fermarne la cottura e mantenerne i colori, poi scolatela e fatele
asciugare.
Mi raccomando, non buttate l'acqua di cottura, che vi
servirà per dare la giusta densità alla crema e che andrà aggiunta, nel caso,
sempre in piccole dosi.
Quando la verza è fredda, mettetela nel bicchiere del
frullatore, tradizionale o a immersione,
insieme ad una macinata di pepe nero, a due cucchiai dell'acqua di cottura, a
due di olio extravergine e a due di aceto di mele.
Fate andare il frullatore alla massima velocità,
lavorando con cura per eliminare ogni residuo intero, cercando di ottenere un
composto non eccessivamente fluido, simile per consistenza ad una passata di
pomodoro ben ferma.
Quando la densità della crema è quella giusta, assaggiate
e nel caso regolate di sale e valutate anche il grado di acidità - qui conta molto anche il vostro gusto - aggiungendo nel caso altro aceto.
Ricordatevi, se usate il frullatore a immersione, di farlo lavorare
in parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria,
cosa che gli donerà una consistenza spumosa e piacevole.
Mettete la crema da parte, ricordandovi che andrà servita
a temperatura ambiente, e dedicatevi al baccalà, che asciugherete per bene,
eliminando le eventuali lische residue e poi cuocerete a vapore - potete usare
una vaporiera elettrica o la classica pentola con sopra un cestello
- con il lato della pelle rivolto in basso e per una decina di minuti, non di
più, in modo da mantenere morbido il baccalà.
Quale che sia il metodo di cottura, vi suggerisco di non
poggiare il baccalà direttamente sulla griglia o nel cestello, ma interporre un
foglio di carta da forno, in modo che la pelle, che ha una sua elevata
collosità naturale, non vi rimanga attaccata, cosa deleteria soprattutto se poi
volete mantenerla integra per poterla friggere.
Quando il baccalà è pronto, fatelo asciugare per almeno
un'ora in corrente d'aria, in modo che l'umidità residua, nemica assoluta della
successiva lavorazione, possa evaporare, quindi separate delicatamente la pelle
dalla polpa, cercando di non romperla, mettendola ancora una volta sopra ad un
pezzo di carta da forno, in modo che non si attacchi.
Nell'attesa dell'asciugatura del baccalà, lavate
accuratamente i capperi, in modo da eliminarne il sale, poi asciugateli con un
foglio di carta da cucina e scolate i filetti di acciughe dal loro olio di
conserva, non certo di qualità eccelsa.
Sempre in attesa del baccalà, mettete i pistacchi nel mixer,
meglio se quello ad alta velocità, che si usa per il caffè o, appunto, la
frutta secca, facendolo andare alla massima velocità, fino a quando i pistacchi
non si saranno ridotti in una sorta di polvere, che travaserete in una piccola
scodella.
Quando il baccalà è ben asciutto, mettetelo sul tagliere
e, usando un coltello a lama grande e affilata, battetelo delicatamente, quasi doveste farne una tartare, fino ad ottenere una
consistenza quasi cremosa, con pezzi
residui molto piccoli.
Raccogliete il baccalà in una ciotola, aggiungete l'olio
extravergine - come indicato, quattro cucchiai dovrebbero andare bene - e amalgamate
per bene il tutto, in modo da accentuare la cremosità ed ottenere un composto
che possa essere modellato senza
troppe difficoltà.
Mettete i capperi e le acciughe sul tagliere, unite anche
il prezzemolo e poi, sempre usando un coltello a lama grande e affilata, tritate finemente il tutto e poi incorporatelo al
baccalà, sempre mescolando con cura.
Date una macinata di pepe, quindi assaggia per valutare
la sapidità e, nel caso, aggiungete un poco di sale, anche se dubito che ciò
sia necessario, data la sapidità naturale del baccalà e quella delle acciughe.
Prima di procedere con la formazione delle praline, e se avete deciso di usarla,
friggete la pelle del baccalà, asciugando quest'ultima, nel caso fosse ancora
umida e collosa, e poi tagliandola in pezzi più piccoli, scegliendo voi forma e
dimensione.
Prendete una piccola padella, metteteci l'oli per
friggere - è sufficiente che questo formi uno strato di circa un centimetro di
profondità - portatelo sul fuoco e, quando l'olio è ben caldo, intorno ai 160°,
tuffateci i pezzi di pelle, facendoli friggere fino a quando le bollicine non
si saranno esaurite, segno che tutta l'umidità sarà evaporata e che la pelle
sarà diventata croccante.
Scolate la pelle e mettetela su un piatto dove avrete
messo un foglio di carta da cucina o per frittura, in modo da assorbire
l'eccesso d'olio.
Bene, potete ora formare le praline, prendendo, per ciascuna, circa un cucchiaio del composto
di baccalà e, stringendolo con forza nel palmo della mano, dandogli una forma
sferica e compatta, che non tenda a separarsi.
Quando avete formato tutte le palline, e solo poco prima di servirle, passatele delicatamente
nella polvere di pistacchi, facendo in modo che questa aderisca su tutta la
loro superficie, creando uno strato sottile e uniforme.
Mi raccomando, non effettuate la pralinatura con troppo anticipo, altrimenti l'umidità residua del
composto bagnerà inevitabilmente i pistacchi, rovinando l'effetto finale.
Impiattate, mettendo per prima cosa un paio di cucchiai
di crema di verza su ciascun piatto, distribuendola come meglio credete,
disponendo poi le praline e guarnendo
infine con la pelle fritta, se l'avete preparata, o in altro modo.
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