Direi
che mai acquisto fu più azzeccato dei cucchiai
da Finger Food che vedete in foto, un
acquisto che mi ha dato l'occasione di una deriva verso il mono porzione, che ultimamente rappresenta quasi un'invariante
nelle cene che organizzo.
La
base del piatto è la ricciola affumicata di Sapor Maris, un affumicheria artigianale
in quel di Ladispoli, a due passi da Roma, che ho scoperto quasi per caso e
dalla quale ne sono rimasto affascinato.
La
ricciola, quindi, lasciata marinare per un paio d'ore nell'aceto di ribes nero,
in modo da avere una nota acidula e, al contempo, smorzare leggermente il gusto
di affumicato, che a moglie e figlia non è che faccia impazzire.
Insieme
alla ricciola, una crema di broccolo romanesco e scalogno, che dona morbidezza al piatto, una terra di olive taggiasche, che con la
sua nota amara contrasta quella acidula e, per finire, dei filetti di pomodoro,
prima leggermente asciugati in forno
e poi lasciati marinare in olio, aglio e basilico per una notte intera.
Concludo
con le quantità, che dipenderanno anche da come pensate di servire il piatto e
da come questo si innesta nel menù completo, potendo fare sia da amuse-bouche, in dose minima, che come
antipasto vero e proprio, aumentando leggermente la quantità.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
la ricciola marinata
- Un etto di ricciola affumicata
- Aceto di ribes nero (vedi dopo)
Per
la crema di broccolo romanesco
- Una decina di cimette di broccolo romanesco
- Un piccolo scalogno
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe nero
Per
la terra di olive
- Una trentina di olive taggiasche
Per
i pomodori marinati
- Tre pomodori rossi e ben maturi
- Uno spicchio d'aglio
- Una decina di foglie di basilico
- Un cucchiaino di grani di pepe nero
- Olio extravergine di oliva
- Sale e zucchero semolato
- Qualche pinolo (opzionali - vedi dopo)
Partite
sicuramente con i pomodori, portando quasi a bollore abbondante acqua e
tuffandoceli dentro, lasciandoceli per circa trenta secondi e quindi
travasandoli in acqua ghiacciata, in modo da sollevarne la pelle e toglierla poi più agevolmente.
Tagliate
poi ogni pomodoro in quattro spicchi - otto se i pomodori sono grandini -
rimuovendo la parte acquosa e i semi, adagiando poi gli spicchi in una teglia,
sulla quale avrete messo un foglio di carta da forno.
Salate
leggermente i pomodori, aggiungete anche pochissimo zucchero, che aiuterà a
esaltarne la dolcezza, poi infornate a 80° per circa un'ora, in modo da far
evaporare in parte la loro acqua interna, che altrimenti si trasferirebbe alla
marinatura, rovinandola.
Mi
raccomando, non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che i diversi
elementi devono disidratarsi e non cuocersi, e 80° è la giusta temperatura per
far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Quando
i pomodori sono pronti, tirateli fuori dal forno e fateli freddare.
Sbucciate
lo spicchio d'aglio e tagliatelo in fettine molto sottili, poi prendete una
ciotola e mettete la metà delle fettine d'aglio sul fondo insieme alla metà
delle foglie di basilico e a quella dei grani di pepe.
Fate
un primo strato di pomodori, poi aggiungete il restante aglio, basilico e pepe
e completate con un secondo e ultimo strato di pomodori, esercitando poi una
lieve pressione in modo da compattare il tutto.
Versate
sul tutto l'olio extravergine, in modo che i pomodori ne siano ricoperti,
quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate marinare, in
luogo fresco, per tutta la notte o più.
Dedicatevi
ora alla terra di olive taggiasche,
che potrete preparare con discreto anticipo, anche più giorni prima, dato che
questa si conserva in frigorifero per circa una settimana.
Private
le olive taggiasche del nocciolo, poi tagliatele a metà, più che altro per
ridurre il tempo richiesto affinché si secchino,
e mettetele in una teglia, sulla quale, come per i pomodori, avrete messo un
foglio di carta da forno.
Infornate
la teglia a 90°, fino a quando le olive non si saranno ben raggrinzite - ci vorranno circa un paio d'ore - segno che la loro
acqua sarà oramai evaporata.
Ancora
una volta - repetita iuvant - non
abbiate fretta e non alzate la temperatura la forno, ma abbiate invece pazienza.
Quando
l'essiccatura è al punto giusto, togliete la teglia dal forno e fate freddare
le olive, poi mettetele nel mixer,
facendolo andare alla massima velocità fino ad ottenere le terra, che in virtù della presenza dell'olio all'interno delle
olive, sarà grossolana nella dimensione e morbida
nella consistenza, proprio come se fosse appunto una vera terra, leggermente
umida.
Raccogliete
la terra di olive in una ciotolina e procedete
con la marinatura della ricciola - ricordate che questa richiede circa due ore,
non di più - tagliandola in cubetti
di circa un centimetro di lato, cercando di farli quanto più possibili regolari
nella forma.
Prendete
una ciotolina o un contenitore con il fondo piatto - io ne ho usata una in
ceramica, molto simile a quelle dove si serve, ad esempio, la crème brûlée - e disponeteci i cubetti
di ricciola, avendo cura che questi siano su di un solo strato e vicini tra
loro, ma senza essere a stretto contatto, cosa che impedirebbe all'aceto di
bagnare in modo omogeneo tutta la loro superficie.
Ovviamente,
per evitare di usare troppo aceto - quello di ribes nero non è che sia poi così
economico - cercate di usare un recipiente tale da contenere la ricciola senza
spreco di spazio.
Versate
l'aceto di ribes nero fino a coprire a filo la ricciola, quindi sigillate il
contenitore con la pellicola trasparente e mettetelo in frigorifero, dove lo
lascerete per un paio d'ore.
Trascorso
il tempo della marinatura, tirate la ricciola fuori dal frigorifero e
lasciatela almeno una mezz'ora a temperatura ambiente, in modo che possa
recuperare calore, poi scolatela dall'aceto usando un colino, passatelo
rapidamente sotto l'acqua corrente - il lavaggio è necessario per eliminare
l'aceto residuo, dato che per il gusto sarà più che sufficiente quello assorbito dal pesce - lasciatelo scolare
e infine asciugate i singoli cubetti usando qualche foglio di carta da cucina.
Dedicatevi
ora alla crema di broccolo romanesco e scalogno, prendendo per prima cosa una
ciotola bella grande e riempiendola con acqua freddissima, magari aggiungendo
anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo la ciotola con l'acqua nel
frigorifero.
Portate
a bollore abbondante acqua, leggermente salata con del sale grosso e, nel
frattempo, pulite lo scalogno, eliminandone lo strato più esterno e le due
estremità, tagliandolo poi in fettine molto sottili, che metterete in un
pentolino, insieme a due cucchiai di olio extravergine, a mezzo bicchiere
d'acqua e a un pizzico di sale.
Portate
il pentolino sul fuoco, a fiamma bassissima e con il coperchio, facendo cuocere
lo scalogno fino a quando non sarà diventato morbidissimo, quasi sfatto,
controllando ogni tanto per valutare se aggiungere altra acqua - sempre in
piccole quantità, mi raccomando - ricordando che a fine cottura il fondo dovrà
essere quasi del tutto evaporato.
Pulite
il broccolo romanesco, dal quale prenderete solo le cimette, eliminando la
parte dura dei gambi e, quando l'acqua è a bollore, tuffatecele, facendole
cuocere fino a quando non saranno morbide, cosa che dovrebbe richiedere dai
dieci ai quindici minuti, a seconda di quanto grandi sono le cimette.
Quando
le cimette sono cotte, tirate fuori dal frigorifero la ciotola con l'acqua
ghiacciata e, usando un mestolo bucato, travasatecele, in modo da fermarne la
cottura e mantenerne il loro bel colore verde brillante, poi scolatele e fatele
asciugare.
Mi
raccomando, non buttate l'acqua di cottura, che vi servirà per dare la giusta
densità alla crema e che andrà aggiunta, nel caso, sempre in piccole dosi.
Quando
le cime del broccolo sono fredde, mettetele nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione,
insieme allo scalogno, ad una generosa macinata di pepe nero, a due cucchiai
dell'acqua di cottura e a due di olio extravergine.
Fate
andare il frullatore alla massima velocità, lavorando con cura per eliminare
ogni residuo intero, cercando di ottenere un composto non eccessivamente
fluido, simile per consistenza ad una passata di pomodoro ben ferma, che sia in
grado di sostenere i cubetti di
ricciola.
Quando
la densità della crema è quella giusta, assaggiate e nel caso regolate di sale.
Ricordatevi,
se usate il frullatore a immersione, di farlo lavorare in parte fuori dal
composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa che gli donerà
una consistenza spumosa e piacevole.
Bene,
ci siamo e potete procedere con l'impiattamento - assumerò che abbiate deciso
di servire il tutto come Finger Food
- mettendo per prima cosa un cucchiaio di crema di broccolo romanesco e
scalogno sul fondo dei piattini, distribuendola poi in modo omogeneo, dando qualche
leggero colpetto sulla parte inferiore dei piattini.
Sopra
alla crema poggiate i cubetti di ricciola
- uno per porzione - poi aggiungete la terra
di olive, distribuita solamente sulla crema di broccolo romanesco e scalogno,
mentre sopra alla ricciola metterete un filetto di pomodoro marinato, arrotolandolo su se stesso.
Guarnite
come meglio credete - io ho usato giusto un pinolo, per avere una nota
croccante - poi portate in tavola.
GRANDISSIMA FIGATA!!!
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