E' tanta la mia passione per i carciofi romaneschi, detti anche mammole o
cimaroli, che, non appena si
affacciano nella loro stagione, ne faccio uso e abuso (più il secondo che il
primo), spesso servendoli a tutto pasto, dall'entrée al contorno, ripromettendomi, prima o poi, di farci anche un
dessert.
Questa volta un primo, dove i carciofi danno vita al loro
condimento, insieme alla bottarga di tonno, che personalmente mi piace di più
di quella, più nota, di muggine, a un crumble
di pane e olive taggiasche, che aggiunge una nota croccante al piatto e che ho
aggiunto solo al momento di servire e, per finire, alla menta romana, compagna
fedele dei carciofi, tritata finemente e aggiunta durante la mantecatura.
In definitiva, quindi, un piatto semplice, dai pochi
ingredienti e che può essere preparato all'ultimo minuto.
Ingredienti (per 6 persone)
Per la pasta
- Mezzo chilo di spaghetti
- Quattro carciofi romaneschi
- Quattro cucchiai rasi di bottarga di tonno
- Due spicchi d'aglio
- Una ventina di foglie di menta romana
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe nero
Per il crumble
di pane alle olive taggiasche
- Due fette di pane casareccio
- Dieci olive taggiasche
Preparate per
prima cosa il crumble di pane e olive
taggiasche, denocciolando queste ultime e mettendole nel mixer
insieme alla mollica - scegliete un pane casareccio, meglio se del giorno
prima, che ne abbia una ben compatta - facendolo poi andare alla massima
velocità, fino a quando la mollica non si sarà ridotta in piccole briciole,
prendendo al contempo un bel colore scuro per effetto della presenza delle
olive.
Prendete un padellino, meglio se anti-aderente, metteteci
la mollica, portatelo sul fuoco, a fiamma media, e fate saltare la mollica,
girandola spesso in modo che tutte le briciole possano sentire il calore in
modo uniforme, diventando croccanti.
Data la presenza delle olive e del conseguente colore
scuro della mollica, non potrete regolarvi osservando il cambiamento di colore
che avviene normalmente per effetto della tostatura, ma vi dovrete saper
regolare toccando la mollica, per
verificare il giusto grado di croccantezza, raggiunto il quale la travaserete
in una ciotolina.
Mi raccomando, non lasciate la mollica nel padellino,
dato che il suo calore residuo continuerebbe a tostarla, con il rischio di
bruciarla.
Ora dedicatevi ai carciofi, che pulirete secondo la liturgia, eliminandone poi anche il gambo - lasciatene
giusto un centimetro - e tagliandoli a metà nel verso della loro lunghezza, in
modo da dividere il fiore a metà,
quindi rimuovete l’eventuale barba
interna.
Poggiate i carciofi con la parte tagliata sul tagliere e
tagliateli a fettine molto sottili, sempre tagliando nel verso della lunghezza,
in modo che ciascuna fettina abbia con se le foglie è la piccola parte che,
inferiormente, le tiene unite.
Prendete rapidamente una padella - più passa il tempo,
più i carciofi tenderanno ad annerirsi - ampia abbastanza da poter poi
contenere la pasta per la mantecatura finale, metteteci otto cucchiai di olio
extravergine e i due spicchi d'aglio, sbucciati e leggermente schiacciati, e
portatela sul fuoco.
Quando l'aglio si sarà dorato, toglietelo e unite i
carciofi, salandoli e dando una generosa macinata di pepe nero, quindi alzate
la fiamma e fateli saltare, senza coperchio, per una decina di minuti al
massimo, girando spesso e facendo in modo che i carciofi diventino croccanti.
Parallelamente alla cottura dei carciofi, mettete in
un’ampia pentola l'acqua per la pasta, salatela, portatela sul fuoco e, quando
bolle, buttate la pasta, facendola cuocere, ma mantenendola ben al dente.
Quando i carciofi sono quasi pronti, unite la bottarga di
tonno, che grattugerete usando una grattugia a lame non troppo sottili, come questa della Microplane che ho usato io, facendola saltare, sempre a fiamma
vivace, giusto per un minuto, poi spegnete la fiamma e fate riposare, senza
coperchio, dato che altrimenti l'umidità che si creerebbe nella padella farebbe
perdere croccantezza ai carciofi.
Quando mancano un paio di minuti alla fine della cottura
della pasta, prendete un paio di tazze e riempitele con la sua acqua, ricca di
amido, che vi servirà per la mantecatura finale, poi portate nuovamente sul
fuoco la padella con il condimento.
Un modo alternativo, e direi anche preferibile visto che
non vi costringe a mettere da parte l'acqua di cottura è quello di prendere la
pasta direttamente dalla sua pentola, usando un forchettone o un mestolo a
seconda del formato della pasta, e unirla direttamente nella padella con il
condimento. In questo modo avrete a disposizione tutta l'acqua di cottura,
senza dover fare considerazione su quanta ve ne serva, con il rischio di
sbagliare.
Quando la pasta è cotta e ben al dente, scolatela
velocemente e, senza perdere tempo ad eliminare completamente l’acqua di
cottura, unitela nella padella con il condimento, alzando la fiamma e
procedendo con la mantecatura, usando l'acqua di cottura messa da parte e
facendo in modo che la pasta risulti ben cremosa, interrompendo la mantecatura
quando vedete che il fondo comincia, per effetto della completa evaporazione
dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Quando la cremosità è quella giusta, spegnete e
aggiungete la menta romana, che avrete tritato finemente con il coltello, dando
un'ultima mescolata.
Impiattate rapidamente per evitare che la pasta si asciughi, aggiungendo il crumble di pane e olive taggiasche su
ciascuna porzione, come se fosse del parmigiano e senza mescolare, in modo che questo
non perda la sua croccantezza per effetto dell’umidità della pasta.
Se vi ci piace, date un leggero giro di olio extravergine
su ciascuna porzione - qui è questione di gusti e, anche se a me piace, voi
regolatevi come preferite - guarnite come meglio credete e portate velocemente
in tavola.
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